Pere, l'Emilia-Romagna disinveste

Superfici in calo anche per l'Abate. Confagricoltura: malattie sempre più aggressive

Pere, l'Emilia-Romagna disinveste
Cala sempre di più la superficie pericola in Emilia-Romagna che, negli ultimi tre anni, è passata da 20.095 a 18.291 ettari. Quest’anno poi, per la prima volta di sempre, sono diminuiti del 3% persino i frutteti della varietà Abate Fetel, la regina delle pere. Numeri, questi, forniti dalla Confagricoltura locale che, in una nota, tiene a sottolineare la forte preoccupazione dei propri associati per la diffusione di malattie fungine.

"Ai timori sulla flessione della superficie regionale coltivata a pero si aggiungono ora le crescenti difficoltà nei campi, dovute all'aggressività del marciume calicino e dell'alternaria", spiega Albano Bergami, dirigente di Confagricoltura Emilia-Romagna e vice presidente dell’Organismo Interprofessionale della Pera.

Alcuni imprenditori che aderiscono all'organizzazione registrano perdite fino al 70% dei volumi, in particolare per le varietà Kaiser e Abate Fetel. "E' opportuno fare ricorso alla scienza - aggiunge Bergami - per arrivare alla definizione di nuove e più efficaci molecole in grado di sconfiggere patologie aggressive sempre più diffuse sul territorio e scoprire varietà resistenti alle malattie".

"In molti vogliono abbandonare il comparto", sottolinea ancora Bergami. Si teme, in particolare, per il futuro dell'Abate Fetel. “Le rese medie per ettaro sono troppo basse. E i costi di produzione non si riescono più a coprire”, dice a Italiafruit News Lorenzo Chiericati, imprenditore del Ferrarese che programma di tagliare 1,5 ettari di Abate. “Come nel mio caso, tante altre aziende stanno disinvestendo e continueranno a farlo”.

La strada per rilanciare la fiducia, secondo Confagricoltura Emilia-Romagna, è quella del miglioramento varietale. "Dalla Regione deve partire un segnale di apertura all’utilizzo delle moderne tecniche di modificazione genetica, al fine di migliorare l’Abate e renderla più resistente, più sana e quindi più produttiva", chiosa Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna.

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