«Uve seedless, più trasparenza lungo la filiera»

Romanazzi ai breeder: «Non vincolate la commercializzazione»

«Uve seedless, più trasparenza lungo la filiera»
Il mercato delle uve seedless è indubbiamente in crescita. Ma, all'interno della filiera, servirebbe più trasparenza. Ne è convinto Tony Romanazzi, agronomo fitopatologo  responsabile produzione e qualità della Romanazzi Fruit, azienda di Castellaneta Marina (Taranto) specializzata in ortofrutta biologica e socia del Consorzio Bia.

"Siamo alla continua ricerca per le nostre uve seedless biologiche delle differenti tecniche per migliorare la qualità, coltivamo su diversi estensioni con varie tipologie di  impianti - spiega Romanazzi - Ma lungo la filiera non è chiara la posizione di alcuni breeder. Comprendo che si debbano pagare le royalty sul materiale di propagazione e/o anche sul prodotto commercializzato, ma si fa fatica ormai a comprendere il fatto che vengano autorizzati solo alcuni players piuttosto che altri, imponendo alla fine il canale commerciale in cui immettere l'uva siamo in un'economia libera, ma alla luce del modus operandi di fatto non lo è. Questa situazione sta determinando una mancanza di crescita economica e poi sociale per tutto il territorio!".

Tony Romanazzi

La campagna delle seedless è iniziata da poco in Puglia e i primi riscontri in termini qualitativi sono positivi. "Nonostante un mese di maggio con un clima poco favorevole, freddo e umido, abbia determinato il ritardo nella maturazione - evidenzia il responsabile qualità della Romanazzi Fruit - Non registriamo problemi fungini e abbiamo uno sviluppo del grado Brix decisamente buono".

Una campagna partita in ritardo, dunque, ma con buone premesse. "Sì, ma non dimentichiamoci che la prima finestra commerciale ce la siamo giocata”, fa notare Romanazzi che, nei suoi vigneti, coltiva diverse varietà seedless "per dare continuità alle richieste dei cliente".



La Romanazzi Fruit è tra i soci fondatori di Bia, consorzio agricolo tra produttori di ortofrutta biologica nato nel 2011 per servire la Grande distribuzione organizzata; grazie al consorzio Bia sta allargando il suo parco clienti sia in Italia che all’estero. L'azienda pugliese è produttrice, oltrechè di uva seedless, di cavolfiore e cavolo romanesco, ma svolge un ottimo lavoro anche con clementine e arance.

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