Mele, produzione europea in calo: tutti i dati

Italia stabile, crollo della Polonia. Dalpiaz (Assomela): «Buone premesse»

Mele, produzione europea in calo: tutti i dati
La produzione europea di mele è prevista in calo del 20% rispetto alla scorsa campagna. I volumi attesi nel Vecchio Continente - come emerge dai dati Wapa presentati oggi in Belgio a Prognosfruit - sono pari a 10,5 milioni di tonnellate, in netta diminuzione rispetto ai 13,2 milioni dello scorso anno.

La contrazione è da imputare principalmente ai Paesi dell'Est come la Polonia, che passa da 4,8 a 2,7 milioni di mele per un meno 44%; e l'Ungheria, da 782mila a 452mila tonnellate (-42%). Anche la Germania vede una diminuzione, da 1,1 milioni di tonnellate a 912mila per un -17%.



La produzione italiana, invece, è sostanzialmente stabile: 2,19 milioni di tonnellate per una leggerissima contrazione del 3%. Chi, invece, a livello continentale ha volumi in crescita è la Francia (1,65 milioni di ton, +12%). Trend positivo anche per Spagna (542mila ton, +14%) e Portogallo (307mila ton, +15%).

Produzione europea di mele

Scendendo nel dettaglio della produzione italiana - come si può vedere dalla tabella sottostante - la situazione in Alto Adige, Piemonte e Friuli è sostanzialmente stabile; si prevede un calo di 8 punti per Trentino e Veneto, di 4 per l'Emilia-Romagna. La produzione lombarda di mele, infine, con 30.270 tonnellate è data in crescita del 16%.

Produzione italiana di mele

"Per la campagna entrante si ha una situazione più tranquilla rispetto allo scorso anno, con prospettive interessanti - spiega a Italiafruit News Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot e di Assomela - Le gelate del 6-7 maggio scorsi hanno lasciato il segno nei Paesi dell'Est: la Polonia presenta una produzione ridotta di quasi la metà in confronto ai volumi record dello scorso anno. Anche l'Ungheria soffre. Queste contrazioni, però, interessano varietà che non sono le più adatte per i nostri mercati tradizionali: la competizione, quindi, ci sarà; avremo solo una pressione inferiore rispetto allo scorso anno. Diciamo che ci sono le condizioni per una competizione più seria e rispettosa delle giuste remunerazioni dei frutti".

Passando all'analisi per varietà, la Golden delicious perde un po’ di terreno, ma rimane di gran lunga la principale varietà in Europa con una previsione di raccolta superiore ai 2,3 milioni di ton. La Gala, invece, dovrebbe assestarsi sui valori dello scorso anno, superando 1,45 milioni di ton. Per la Red Delicious, dopo il record di produzione della scorsa stagione, si prevede una riduzione dell’11% che dovrebbe portare il raccolto a un valore simile a quello del 2016. Cresce, invece, la produzione di Fuji (+2%) e Cripps Pink (+9%). Perdono volumi importanti Idared, Jonagored, Red Jonaprice e Ligol, varietà tipicamente coltivate in Polonia e nei Paesi limitrofi. Si conferma ancora una volta la crescita costante delle “nuove varietà”, quest’anno ad un +10% rispetto alla stagione passata.



Rispetto agli altri paesi produttori, l’Italia presenta dinamiche varietali distintive ed incoraggianti. Perde ulteriormente terreno rispetto agli anni precedenti, e con un ritmo abbastanza sostenuto se paragonato a quello degli altri paesi, la Golden Delicious (-7% sul 2018). Dopo il raccolto record dello scorso anno, la varietà Red Delicious perde il -9% e torna ad una produzione in linea con le annate precedenti. Dovrebbe calare, invece, del 14% la produzione di Granny Smith raggiungendo una produzione inferiore alla media. Scende anche la Renetta, con una produzione attesa decisamente inferiore alla media. Al contrario, continuano a crescere Gala (+8%) e Fuji (+2%).



Guadagnano ancora terreno le “altre varietà” che includono in particolar modo le nuove varietà club, ad ulteriore dimostrazione della recettività di queste proposte innovative da parte dei consumatori. L’iniziale ritardo di sviluppo vegetativo è stato praticamente del tutto recuperato e la raccolta inizierà regolarmente entro la metà di agosto con le varietà e nelle aree più precoci.



L'Italia avrà quindi da giocarsi 2,2 milioni di tonnellate di mele e, come evidenzia Dalpiaz, ci possono essere nuovi sbocchi. "Abbiamo una produzione buona, per le prime varietà in raccolta si nota una qualche carenza nei calibri. Si stanno poi organizzando i primi invii per i mercati del Vietnam e di Taiwan, dopo la nostra missione del giugno scorso: queste destinazioni richiederanno tempo e pazienza per diventare veri mercati, ma si stanno realizzando quei presupposti che da tempo auspichiamo, cioè ampliare il ventaglio dei Paesi in cui esportare le mele italiane".

Ma se la stagione 2019/2020 si presenta più favorevole, ricorda Dalpiaz, è principalmente dovuto alla sfortuna di altri Paesi. "Bisogna invece trovare soluzioni più stabili ed efficaci - rimarca il direttore di Assomela - Tra queste ricordo la possibilità di introdurre dei meccanismi di controllo dei sistemi di contribuzione nella nuova PAC. Nel caso di settori dove la produzione è, o diventa, eccessiva, allora bisogna fermare i contributi per nuovi impianti e dirottarli verso altri settori. Al contrario, si corre il rischio di mettere in crisi un settore con l'uso non ragionato di fondi pubblici e di vedere i produttori chiedere contributi pubblici per risolvere crisi create con contributi pubblici. La prossima PAC - conclude Dalpiaz - sarebbe una occasione preziosa per prevedere ed attivare dei sistemi di vera qualificazione della contribuzione pubblica".

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