Cimice asiatica senza confini, l'insetto «sverna» al Sud

Allerta massima in Sardegna, Puglia e Campania. La primavera potrebbe regalare brutte sorprese

Cimice asiatica senza confini, l'insetto «sverna» al Sud
La cimice asiatica negli ultimi tempi è stata paragonata da più politici ed addetti ai lavori come la Xylella fastidiosa del Nord Italia. In realtà, però, se le misure ministeriali sulla lotta biologica non saranno repentine, è probabile che anche le regioni del Sud si ritroveranno molto presto di fronte a una invasione. Un incremento degli svernanti di Halyomorpha halys, fase che precede i primi ritrovamenti sui campi, si sta infatti registrando in queste settimane in diverse zone meridionali.

"L'aumento degli svernanti - ha spiegato all'Ansa Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna - significherebbe che dalla prossima primavera potremmo trovarci di fronte a una nuova invasione di insetti. Una emergenza che in altre regioni d'Italia ha rappresentato l'ennesimo flagello per tantissime realtà produttive". 

"Bisogna evitare che si ripeta ciò che è successo per le cavallette - ha aggiunto Battista Cualbu, presidente regionale di Coldiretti - che quest'estate sono state la diretta conseguenza dell'abbandono della lavorazione dei campi".



Dalla Sardegna passiamo alla Puglia. Qui moltissimi agricoltori hanno segnalato nei mesi estivi la presenza della cimice asiatica attraverso il sistema di rilevazione "BugMap". Sarà arrivata tramite le auto dei vacanzieri? Non si sa. Sappiamo, ad oggi, che le segnalazioni riguardano la maggior parte delle province pugliesi, quali Bari, Bat, Lecce, Taranto e Brindisi

"Dopo la Tristeza degli agrumi, il punteruolo rosso e la Xylella fastidiosa, la Puglia non può permettersi l'invasione di altri virus e insetti alieni. La cimice asiatica, poi, si accanisce anche sulle olive", ha commentato Coldiretti Puglia ricordando che l'insetto è pericolosissimo per l'agricoltura "perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all'anno con 300-400 esemplari alla volta".



Anche in Campania, regione dove la cimice è arrivata a gennaio 2018, l'allerta è massima. Gli agricoltori più lungimiranti, che dispongono di trappole a feromoni e che aderiscono all'Aoa (Associazione Ortofrutticoltori Agro), stanno infatti rilevando un incremento delle catture in questo periodo. 

La problematica della cimice asiatica, tra l'altro, è stata affrontata a Napoli nei giorni scorsi alla Giornata di studio dell'ente Parco Regionale del Partenio. Nell'occasione Mariagrazia Volpe del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Chiara Cirillo docente dell’Università Federico II di Napoli e l’agronomo Angelo Pedalino hanno affrontato la questione dal punto di vista scientifico, tenendo conto dei potenziali danni che questo insetto potrebbe causare in mancanza di attività di prevenzione. In particolare, Pedalino ha posto l'accento sulla pericolosità dell'insetto per il comparto corilicolo locale, visto e considerato che in Campania si producono la metà delle nocciole italiane. 

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