Uve apirene, il bilancio di Apofruit

Zanelli: condizionati dall'effetto clima, prezzi discreti. Dati e progetti

Uve apirene, il bilancio di Apofruit
Ultime battute per la campagna dell’uva apirene di Apofruit Italia: coltivata prevalentemente in Puglia e Metaponto, disponibile nelle tipologie bianca, rossa e nera, l’uva senza semi sta conquistando sempre di più i consumatori. Di qui l’impegno della realtà cooperativa per ampliarne la gamma allungando così il calendario di commercializzazione. 

“La raccolta è già terminata per le ultime varietà bianche disponibili (Sugar Crisp®  e Autumn Crisp®), mentre per le rosse (Allison®, Scarlotta® e Timco®) gli ultimi stacchi sono previsti tra la fine del mese di ottobre e l’inizio di novembre, sia per il convenzionale che per il biologico”, spiega Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit Italia.



I volumi complessivi dell’annata dovrebbero raggiungere i 25-30mila quintali di produzione, considerando anche l’apporto della Cooperativa associata Op Terra di Bari. Risultati, questi, al di sotto delle aspettative, soprattutto per le bianche precoci: “Il clima, freddo fino a maggio, molto caldo nei mesi successivi, ha inciso sulla struttura dei grappoli, meno pesanti e compatti rispetto a un’annata normale. Sempre a causa del clima, la stagione è partita in ritardo, ad agosto inoltrato. Ciò ha fatto perdere la parte iniziale della campagna di commercializzazione, in cui normalmente si registra una maggiore valorizzazione del prodotto per via della minore concorrenza. Quando l’uva è arrivata in commercializzazione, ha scontato le prime concentrazioni di prodotto, ma nel complesso le quotazioni si sono mantenute in linea con quelle discrete della precedente annata. Settembre, in particolare - aggiunge Zanelli - ha fatto segnare un recupero dei listini per le uve bianche mentre il trend delle rosse è stato nel complesso lineare”. 



“Il biologico - dice ancora Zanelli - vale un terzo circa del raccolto complessivo. Apofruit punta con decisione sulle uve apirene, tanto che alle uve tradizionali con i semi dedica solo un parte di produzione biologica e qualche varietà di uva rossa come Red Globe, interessante per il mercato tedesco e l'oltremare”.

In futuro, proseguiranno gli investimenti: “Arriveremo nel giro di qualche anno a 55mila quintali, con una previsione d’investimento su oltre 300 ettari, puntando ad allungare il calendario produttivo con le uve bianche tardive e riconfermare la crescita sulla uve rosse”.

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