Anche il settore è affamato di mascherine

Dalla produzione alla logistica. Il caso della Vignali Trasporti

Anche il settore è affamato di mascherine
Non ci sono sufficienti dispositivi di protezione personale per chi lavora negli ospedali, figuriamoci per tutti gli altri lavoratori. Pure l'ortofrutta è affamata di mascherine, anche perché le ultime disposizioni ne prescrivono l'impiego e in molte circostanze ne è richiesto l'uso.

Nel "Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro" siglato da governo e parti sociali (clicca qui per leggere l'intero documento) la mascherina diventa obbligatoria se non si può rispettare la distanza di un metro.

Trovare le mascherine sul mercato, però, è difficilissimo: e quei pochi pezzi che si trovano vengono proposti a prezzi stratosferici. Inoltre si moltiplicano i casi di mascherine non conformi alla normativa che vengono messe in vendita.

Vignali Trasporti

"Com’ è giusto che sia noi e i nostri collaboratori non ci vogliamo e non ci possiamo fermare, ma ci mancano i dispositivi di protezione individuale", spiega a Italiafruit News Vanni Vignali, responsabile logistica interna della Vignali Trasporti, azienda specializzata nella logistica a servizio dell'ortofrutta con quartier generale in Romagna e una sede anche a Perpignan, in Francia. "Abbiamo trovato guanti e gel per le mani, anche se i prezzi sono in deciso aumento, ma le mascherine sono introvabili e nelle piattaforme della Gdo se non hai mascherine e guanti non ti fanno entrare, anche se l'autista resta in cabina e non scende dal camion. E' pazzesco".

L'operatività diventa difficile. "Quando gli autisti arrivano in alcune piattaforme della grande distribuzione organizzata non è consentito loro scendere dalla cabina, utilizzare i servizi igienici o rifornirsi ai distributori automatici - aggiunge Vignali - La documentazione è solitamente lasciata in una zona all'ingresso. La settimana scorsa in Lombardia un nostro fornitore è stato lasciato cinque ore nel piazzale di una piattaforma perché era sprovvisto di guanti e mascherina".



La Vignali Trasporti, così come le altre aziende della logistica, si trova a dover gestire un picco di lavoro. "Con i supermercati presi d'assalto i volumi di ortofrutta da trasportare sono in crescita - prosegue il manager - ma giorno giorno dopo giorno è sempre più difficile trovare i camion. I padroncini iniziano a tirarsi indietro, il coronavirus fa paura. Noi abbiamo preso tutte le precauzioni del caso, ci atteniamo alle disposizioni del governo, e per il problema delle mascherine ho seguito il suggerimento del premier Conte contattando la Protezione civile. Eppure quella locale ne è sprovvista, idem quella regionale che non sa quando i dispositivi arriveranno e non ha alcuna indicazione su come devono essere distribuite. Ho chiamato anche la Protezione civile nazionale... che mi ha detto che devo rivolgervi alla Regione Emilia Romagna; la regione mi ha risposto che devo chiamare da oggi e parlare con l’Assessorato alla Sanità. Abbiamo interpellato anche la nostra associazione di categoria, ma ci hanno detto che non hanno risposte chiare dal ministro Paola De Micheli".



Quello delle mascherine è un vero e proprio rebus. "Abbiamo il dovere di proteggere tutti coloro che non ci fanno mancare ortofrutta, alimentari e farmaci, dagli operatori logistici ai magazzinieri, agli autisti - ancora Vignali - Come azienda abbiamo fornito a tutti i nostri dipendenti di guanti, mascherine, igienizzante mani, igienizzante per le superfici, sapone antibatterico ma alcuni di questi dispositivi sono già esauriti e non sono al momento reperibili. Non pretendiamo che le mascherine siano gratuite - conclude Vanni Vignali - ma pretendiamo che ci siano fornite in tempi brevi per i nostri dipendenti e lavoratori".

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