Così sviluppiamo Residuo Zero e Nichel Free

Piccinni (Orsero): «Dagli ortaggi all'ananas. Riscontri interessanti»

Così sviluppiamo Residuo Zero e Nichel Free
Residuo Zero e Nichel Free. I consumatori cercano questi prodotti ortofrutticoli e le catene distributive aumentano gli spazi dedicati: anche Orsero investe in questa direzione e dopo il lancio sul mercato dello scorso anno di due linee specifiche è al lavoro per sviluppare la gamma. Lo sp

"Le nostre linee Residuo Zero e Nichel Free sono state lanciate sul mercato nel 2020 e comprendono sia referenze tropicali che prodotti nazionali - spiega a Italiafruit News Paolo Piccinni, responsabile prodotto nazionale Italia del Gruppo Orsero - Per entrambe le tipologie di prodotto selezioniamo partner produttori con i quali instaurare un reciproco rapporto di crescita produttiva e commerciale, seguendo lo sviluppo di un programma a medio-lungo termine".

Qual è stato il vostro approccio a Residuo Zero e Nichel Free?
Prima di tutto grazie all’integrazione verticale presidiamo tutte le fasi della filiera, partendo dal campo fino ad arrivare allo scaffale, e garantiamo un prodotto di alta qualità e certificato. Investiamo in innovazioni varietali e produttive, oltre che nei servizi e nella comunicazione del prodotto. Parlando di prodotto nazionale, le referenze già lanciate sono il pomodoro e il cetriolo e si sviluppano all’interno del più ampio Progetto Italia, promosso dal nostro Gruppo e volto alla valorizzazione di tutti gli anelli della catena agroalimentare nazionale. Una produzione che siamo stati tra i primi a sperimentare e alla quale lavoriamo da un paio di anni. Abbiamo selezionato un partner di lungo termine che concentra la sua produzione in Puglia, nella zona di Molfetta. Produce pomodori e cetrioli coltivati e raccolti con cura, secondo i rigidi parametri delle certificazioni Nichel Free e Residuo Zero, utilizzando come tecnica di coltivazione il fuori suolo, in serre dedicate e all’avanguardia tecnologica, con gestione climatica, dell’irrigazione e delle soluzioni nutritive. La coltivazione di questi prodotti segue i dettami dell’agricoltura integrata e la sostenibilità della produzione prevede l’utilizzo di insetti utili per il controllo dei parassiti, l’utilizzo degli impollinatori e la salvaguardia dell’ecosistema. Il risultato è l’ottenimento di prodotti di alta qualità anche dal punto di vista organolettico, perché il gusto deve avere un ruolo di primo piano, soprattutto su queste linee di prodotto.



Su quali altri prodotti proponete queste certificazioni?
A livello varietale abbiamo iniziato nel 2020 con il pomodoro insalataro; da quest’anno, invece, saranno disponibili altre due varietà: il pomodoro zebrino e il datterino rosso. Per finire, sempre grazie alla collaborazione con il nostro partner, abbiamo aggiunto un ulteriore prodotto: il cetriolo liscio baresano. Tutte queste referenze sono disponibili da maggio a gennaio e, grazie alla produzione dei volumi in linea con la domanda crescente di prodotto, abbiamo la possibilità di servire sia il canale tradizionale che la Gdo a livello nazionale. Siamo già al lavoro per allargare le linee Residuo Zero e Nichel Free, introducendo altre referenze del paniere nazionale senza dimenticarci però le linee di prodotto tropicale.

Su questo fronte avete debuttato con l'Ananas Residuo Zero?
Abbiamo iniziato a lavorare prima sulle coltivazioni Residuo Zero del prodotto nazionale, e successivamente, grazie alla nostra struttura che da sempre presidia direttamente la produzione di ananas in Costa Rica, abbiamo colto l’opportunità di allargare la gamma anche con questo prodotto. È prematuro parlare di risultati commerciali ma crediamo fortemente nel potenziale di un prodotto come l’ananas Residuo Zero che garantisce una coltivazione sostenibile, secondo i dettami dell’agricoltura integrata, senza intaccare il gusto del frutto.

Più in generale che riscontri ci sono sul mercato per queste referenze? Che bisogni intercettano?
La certificazione “Residuo Zero” risponde a un bisogno del consumatore di garanzia e rassicurazione circa i metodi di coltivazione e l’alta qualità del prodotto che sta acquistando. Il claim, che sottintende l’utilizzo di buone pratiche agricole per arrivare ad ottenere un prodotto in cui il residuo di fitofarmaci è pari a zero, è sempre più diffuso anche nel paniere di offerta dell’ortofrutta. La certificazione Nichel Free, invece, intercetta un bisogno dal punto di vista salutistico. Il trend degli alimenti “free from” è in costante crescita e la richiesta del consumatore è indirizzata sempre più verso quei prodotti che abbiano un’alternativa fruibile anche in caso di intolleranze alimentari. Per l’ortofrutta il Nichel Free è una novità assoluta, che ci ha fatto registrare fin da subito un grande successo, in modo particolare sul pomodoro, largamente presente sulla tavola degli italiani e notoriamente con alto contenuto di nichel. Da quando abbiamo lanciato questa referenza sul mercato, riceviamo costantemente messaggi di apprezzamento dai nostri consumatori, sia per il gusto che per la qualità del nostro prodotto, oltre a domande volte a ricevere maggiori informazioni e curiosità sulla coltivazione. Per questo abbiamo deciso di destinare alla gamma Nichel Free e Residuo Zero due sezioni completamente dedicate sul nostro sito F.lli Orsero e diversi articoli di approfondimento all’interno del nostro blog, che conta quasi 1 milione di visitatori l’anno.



A livello di pack come comunicate questi prodotti?
Il packaging della nostra linea Nichel Free, necessario al fine di preservare tutte le caratteristiche dell’attestazione, è stato appositamente studiato per spiegare con chiarezza e semplicità ai consumatori il significato delle certificazioni che garantiscono il prodotto commercializzato. Riteniamo che sia molto importante, soprattutto su queste tipologie di prodotti, che il consumatore possa avere le rassicurazioni necessarie e le informazioni utili per comprendere il valore aggiunto della tipologia di prodotto che sta acquistando. Per questi motivi, la nostra comunicazione non si limita soltanto al pack ma si completa con materiale per il punto vendita, come il mini crowner – espositore dedicato a pomodori e cetrioli, che evidenzia in modo sintetico le principali informazioni relative alle certificazioni.
L’attenzione al packaging non si ferma all’ambito della comunicazione. La confezione che abbiamo scelto per queste referenze è rispettosa dell’ambiente: un ecopack composto da una vaschetta di carta 100% riciclabile, film di PLA ed etichetta compostabile che possono essere facilmente smaltiti nella raccolta dei rifiuti organici.

Il mercato italiano è più o meno sensibile a questa proposta rispetto alle altre piazze?
Il mercato italiano si è mostrato molto sensibile alle referenze Nichel Free e Residuo Zero, che garantiscono al contempo gusto, salubrità e sicurezza alimentare. In particolar modo, è stato il pomodoro ad ottenere il successo maggiore, anche perché è uno dei prodotti ortofrutticoli con il più alto consumo pro capite in Italia. L’interesse per questo prodotto è stato dimostrato sia da parte del trade, alla ricerca di novità dedicate al mondo delle intolleranze alimentari, sia del consumatore finale, sempre più attento e sensibile al tema salutistico. Parlando nello specifico di canali distributivi, le linee Residuo Zero e Nichel Free hanno suscitato interesse e apprezzamento non solo della Gdo ma anche del canale tradizionale, che riconosce la qualità, le eccellenti caratteristiche organolettiche e il valore aggiunto delle certificazioni di questi prodotti.

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