Siccità, ecco come se la passa la Spagna

Il punto sulle colture e i timori per le produzioni autunnali

Siccità, ecco come se la passa la Spagna
La siccità estiva non lascia conseguenze dirette solo sulle colture stagionali ma spesso si riflette anche sulle campagne successive. Ecco perché una strategia antisiccità andrebbe ragionata ancora prima dei mesi estivi, in modo da non farsi trovare impreparati con le importanti raccolte autunnali.

A muoversi in anticipo è per esempio la Spagna che, ragionando sulle zone più a rischio, ha sviluppato il suo progetto Paese. Se le campagne di drupacee, uva e agrumi sono assicurate in base al risparmio idrico, anche per gli ortaggi è stata trovata una soluzione: la desalinizzazione dell’acqua marina.

Ma vediamo nei dettagli come il gigante produttivo spagnolo si sta muovendo per le diverse colture, grazie al focus del nostro corrispondente Paco Borras.

Per le drupacee come albicocche, pesche, nettarine e ciliegie, non si pongono particolari problemi. Il criterio di utilizzo dell’acqua in caso di siccità è in primis umano, per poi passare agli alberi da frutto e infine alle colture autunnali. Ecco perché la situazione degli alberi da frutto nelle valli di Guadiana (Estremadura) e Guadalquivir (Cordoba e Siviglia), non hanno e non avranno problemi per questa estate. Rimane più critica la situazione nella Valle dell'Ebro (Catalogna e Aragona): qui l’acqua non manca ma le gelate primaverili hanno dimezzato i raccolti.



La campagna dell’uva sta iniziando proprio in questo momento e non avrà particolari noie. L’uva da tavola rientra infatti tra le colture estive da tutelare con un giusto apporto idrico. Nessun problema neanche per la campagna agrumicola valenciana, considerato che la zona è ben fornita di acqua.

I problemi iniziano a porsi per le colture autunnali come broccoli, lattuga, cavolfiori e carciofi. Le zone specializzate per queste produzioni, dal sud di Alicante al nord di Almeria, potrebbero infatti soffrire di carenze idriche. Ma si è cercato di dare una risposta anche a questo problema, desalinizzando acqua per servire circa 46 mila ettari. Una soluzione sicuramente più costosa del normale, che va ad incidere su costi di produzione già abbastanza alti: la somma dei due fattori potrebbe causare una certa diminuzione degli ettari dedicati agli ortaggi in campo aperto per il prossimo autunno.

Spagna, la situazione in dettaglio

Il modo migliore per comprendere l'andamento della siccità in Spagna è osservare le informazioni che vengono pubblicate ogni settimana sullo stato dei bacini spagnoli. Il livello delle riserve idriche spagnole è in negativo: rispetto allo scorso anno abbiamo meno di 10 punti, ma rispetto alla media degli ultimi 10 anni siamo 20 punti sotto e le riserve sono le più basse da molti decenni a questa parte.

Considerato che siamo appena all'inizio dell'estate e ci aspettano i due mesi più secchi e caldi dell'anno con la loro massima evapotraspirazione, è evidente che non sta andando molto bene.



Già a metà marzo la Spagna ha emanato un Regio decreto-legge 4/2022 con il quale vengono adottate misure urgenti per sostenere il settore agricolo a causa della siccità. Questi tipi di decreto di solito determinano un maggiore controllo sull'irrigazione storica, imponendo limitazioni ad alcuni tipi di colture, come mais, riso, cotone, pomodori da industria e altri prodotti estivi.

Ma per capire come la situazione influisca sulla produzione agricola spagnola, è meglio vedere la mappa della penisola nella sua interezza.



Il colore più chiaro corrisponde alle Comunità Autonome le cui riserve sono inferiori al 40%, e la parte più drammatica è quella dell'Andalusia (33,15%) con il fiume Guadalquivir e in Estremadura (35,96%) con il fiume Guadiana, entrambi al di sotto dei livelli minimi. In Estremadura gli ettari di riso e soprattutto le piantagioni di mais sono stati limitati. Nella valle del Guadalquivir è stato intensificato il controllo su tutta l'irrigazione, digitalizzando il sistema.

Il grande problema spagnolo tra i bacini idrografici è il trasferimento del Tajo al Segura, che quasi sin dal suo inizio nel 1979, è stato una lotta costante tra Castilla-La Mancha e le province del Mediterraneo (a sud di Alicante, Murcia e nord di Almeria). In queste aree sono presenti alcuni importanti impianti di desalinizzazione, la cui acqua è prevalentemente ad uso umano, anche se tra tutti quelli del Sud Mediterraneo si prevede di servire 46.000 ettari di terreno, che rappresenta una quota molto piccola rispetto agli ettari di terreno da irrigare nella zona.

La mappa mostra anche come la comunità valenciana (66,77%) abbia un livello di riserva relativamente alto, causato direttamente dalla scorsa primavera, quindi in generale l'acqua non è un problema attuale tra gli agricoltori della zona. Sebbene non siano zone di grande importanza agricola, fatta eccezione per i cereali, il livello delle riserve in Galizia (55,22%) e Castilla-León (54,10%) è particolarmente basso e ben al di sotto della situazione normale all'inizio dell'estate.

Insomma, passeremo l'estate ma se il prossimo autunno non pioverà abbastanza, la siccità in Estremadura, Andalusia e Murcia - zone strategiche per la produzione di frutta e verdura - sarà un grosso problema.

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