BioBank: i dati di un successo «sostenibile»

Presentata al Sana l'ultima edizione del Rapporto. La classifica delle prime 50 città

BioBank: i dati di un successo «sostenibile»
E’ stato presentato ufficialmente al Sana il Rapporto Bio Bank 2017, la banca dati del biologico italiano dal 1993.
Ricco di dati, commenti e infografiche, quest’anno il rapporto si arricchisce di una nuova sezione, dedicata alle #50CittàBioBank, con una classifica delle prime cinquanta per numero di attività. A questa si aggiunge l’elenco delle province di riferimento per ogni tipologia di attività. Approfondimenti che si integrano alla “consueta” graduatoria delle regioni leader, aggiornata con nuove elaborazioni, il trend del numero di attività per ogni tipologia e i dati caratteristici di ognuna.
In questa edizione, poi, un nuovo strumento: l’elenco delle fonti più autorevoli di dati bio in Italia e nel mondo.

Parte fondamentale del Rapporto resta però il monitoraggio di undici tipologie di attività: otto alimentari (aziende con vendita diretta, mercatini, gruppi d’acquisto, negozi, e-commerce alimenti, ristoranti & co, agriturismi, mense scolastiche) e tre per la cosmesi (aziende, profumerie & co, e-commerce).

Aziende con vendita diretta

Più il mercato si espande con cibi anonimi, più le filiere affondano le loro radici nel territorio con un cibo legato all’identità dei luoghi. Il primo anello della filiera è nell’azienda agricola, sempre più impresa multifunzionale: dedita non solo alla coltivazione, ma anche alla vendita diretta, alle attività didattiche, all'ospitalità, fino alla trasformazione delle materie prime. E i prodotti si vendono nello spaccio, nei mercati, online o nella Gdo, visto che sempre più spesso si trovano prodotti locali anche negli iper.

Le aziende bio con vendita diretta censite da BioBank nel 2016 sono 2.879 ma probabilmente molte non sono state rintracciate, così come – con buona probabilità - i tassi di crescita sono superiori al 3% stimato. Perché i produttori continuano a crescere e la prima tappa per integrare il reddito è proprio l’apertura dello spaccio.

E-commerce alimentare
Il fatturato del commercio virtuale in Italia ha raggiunto 31,7 miliardi di euro, con una crescita del 10% sul 2015. L’incidenza dell’alimentare è ancora ridotta, attorno al 2,4%, ma è interessante il suo tasso di crescita: +33% rispetto al 2015. E per quest’anno l’incremento è stimato vicino al 38%, il più elevato tra tutti i settori.
Il numero di e-commerce di alimenti bio è passato da 194 del 2012 a 326 del 2016 con una crescita del 68%. Un aumento a due cifre che, insieme ai ristoranti (+71%), è in testa ai trend 2012-16. La situazione peraltro è dinamica e in costante evoluzione: l’anno scorso hanno chiuso più di 40 e-commerce, ma un’altra ottantina ha aperto la propria vetrina sulla rete.
In crescita le aziende bio che decidono di investire nel proprio canale diretto e virtuale: rappresentano ora il 74%, mentre i negozi con e-commerce sono il 14% e le vetrine esclusivamente virtuali il 12%.

Regioni leader 2016
In testa alla classifica delle regioni con il maggior numero di attività c'è la Lombardia con 1.356. Seguono Emilia-Romagna (1.273) e Toscana (1.107). La Lombardia spicca anche tra i leader in ogni tipologia di attività: risulta, infatti, prima per numero assoluto in ben otto tipologie su undici. Guidano invece la classifica per densità tre regioni del Centro Italia: Marche, Umbria e Toscana.

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