Albicocche, volumi stimati ai minimi storici

Inverno mite e gelate penalizzano tutta l'Ue. Tonfo Emilia-Romagna, -90%

Albicocche, volumi stimati ai minimi storici
Le albicocche europee si preparano a vivere una delle annate più scariche dell'ultimo trentennio a causa dell'inverno eccezionalmente mite, che ha sfavorito la fase di fioritura, e soprattutto delle continue gelate primaverili. Queste ultime, in particolare, hanno devastato la produzione della prima regione produttrice d'Europa, la “nostra” Emilia-Romagna che, dopo sei episodi di gelo tra marzo ed aprile, prevede di raccogliere soltanto 11mila tonnellate di albicocche, quasi il 90% in meno rispetto al volume record di 107mila tonnellate raggiunto nel 2019.    

Stando alle previsioni d’inizio campagna redatte dai quattro principali Paesi di produzione dell’Ue quali Italia, Spagna, Francia e Grecia, la raccolta europea quest’anno si dovrebbe posizionare sulle 402mila tonnellate, pari a circa il 37% in meno rispetto alla campagna precedente, conclusasi con 640mila tonnellate, e il 27% in meno rispetto alla media del quinquennio 2014/2018. 



Si deve tornare indietro nel calendario di 17 anni, al lontano anno 2003, per ricordare un’annata di produzione così scarsa, come è stato evidenziato dagli addetti ai lavori durante la riunione del comitato Europêch - tenutasi giovedì 30 aprile in via telematica a causa dell’emergenza coronavirus - coordinata dal francese Eric Hostalnou, direttore frutta e verdura presso la Camera dell'Agricoltura dei Pirenei orientali. 

Oltretutto, quest’anno c’è pure il serio rischio che una parte della produzione europea finisca per non essere raccolta a causa della carenza di manodopera collegata proprio alla pandemia, che finora ha provocato anche un netto aumento dei costi a carico delle aziende ortofrutticole. Gli operatori sperano di avere da qui in avanti condizioni climatiche favorevoli per migliorare il sapore dei frutti e favorire quindi i consumi. 



L'Italia rimane leader nell'offerta di albicocche 
Malgrado il crollo dell’Emilia-Romagna, l'Italia si andrà probabilmente a confermare come il maggiore produttore di albicocche a livello comunitario con un volume stimato di 136mila tonnellate, in calo del 56% rispetto all’annata record 2019 e del 40% rispetto alla media del periodo 2014/18, caratterizzato da volumi nella norma. 

Il mantenimento del primato europeo è reso possibile dalle 111mila tonnellate che sono state preventivate per il Sud, dove la riduzione dei quantitativi dovrebbe attestarsi al 34% rispetto al 2019. Queste le stime che sono state illustrate da Laura Stocchi del Cso Italy in occasione dell’incontro online. "Già prima delle gelate di marzo e aprile - ha spiegato la delegata - che hanno colpito principalmente le regioni del nord e del centro-sud lungo la fascia adriatica, le fioriture meno abbondanti lasciavano intravedere un raccolto inferiore al 2019 per alternanza e per le conseguenze di un inverno caldo che non aveva permesso il raggiungimento delle necessarie ore di freddo. Circa le superfici dedicate (21mila ettari) non si evidenziano variazioni, dopo anni di progressiva espansione".




Spagna, capacità produttiva inferiore di oltre il 20% alla media 2014/18
Per quanto riguarda gli altri Paesi, la Spagna stima volumi di poco inferiori a 94mila tonnellate, prevedendo così un calo del 15% sulla campagna già deficitaria del 2019 e del 21% rispetto alla media 2014/18, secondo quanto evidenziato da Santiago Vazquez della Cooperativas Agro Alimentarias e Sara Ruiz Chacon dell’Afrucat. Le regioni della Murcia, dell’Aragona e della Catalogna attendono un output del 25% più basso rispetto all’anno scorso per via della scarsa fioritura, della mancata allegagione e delle gelate. Altri areali appaiono invece in recupero rispetto al 2019, in primis Castiglia-La Mancia che dovrebbe triplicare le quantità portandosi a 12mila tonnellate. In quest'ultima regione, tuttavia, si segnalano danni da grandine tra fine marzo ed inizio aprile che influenzeranno negativamente l’immissione del prodotto sul mercato.

Nella Murcia, principale zona produttiva della Spagna, gli stacchi delle albicocche sono iniziati verso metà aprile e la prima fase commerciale si è dimostrata positiva. "La campagna 2020 è partita in maniera migliore rispetto a quella del 2019, in quanto le temperature miti in tutta l’Unione europea hanno favorito una certa fluidità nella vendita delle albicocche e delle altre specie di drupacee", ha precisato Santiago Vazquez durante il comitato. "Per l'area di Murcia questa settimana dell'anno (la scorsa per chi legge, ndr), la week 18, è equivalente alla settimana 19 dell’anno scorso, quando avevamo 10 giorni di ritardo. I prezzi di partenza sono buoni, i volumi inizieranno ad essere più importanti con le varietà che staccheremo dal 5 maggio in avanti. Relativamente alla qualità, ad oggi stiamo riscontrando un buon livello di colorazione e di calibro, ma il grado zuccherino è inferiore di un punto rispetto all’avvio della campagna precedente. Speriamo quindi - ha concluso - che le temperature possano ora aumentare per migliorare la dolcezza”. 


  
La Francia raggiunge il suo minimo storico
Bruno Darnaud dell’Aop francese Pêche et Apricots, ha riferito che la Francia si aspetta una produzione di albicocche da minimo storico, pari a 93.500 tonnellate, in riduzione del 29% rispetto al 2019 e del 33% nel confronto con la media del periodo 2014/18. L'inizio della raccolta è previsto intorno al 15-20 maggio nelle zone più precoci. "Come in Italia e Spagna, anche qui da noi la campagna appare condizionata da un inverno eccezionalmente mite - ha detto Darnaud - con temperature massime superiori ai 20° C, che hanno raggiunto fino a 25° C durante il mese di dicembre e mantenute elevate anche ad inizio anno".

Nelle diverse aree di produzione, ed in particolare nelle zone più meridionali come Crau e Roussillon, il fabbisogno delle piante in ore di freddo non è stato soddisfatto, la dormienza degli alberi quindi insufficiente ha provocato una fioritura irregolare ed allungata, spesso con presenza di frutti deformi o in necrosi. Segnalate inoltre diverse gelate che hanno colpito soprattutto le aree più a nord (Vaucluse, Drome, Baronnies, Isère, Aedèche). I frutteti che potevano essere protetti da sistemi antibrina si sono parzialmente salvati, per il resto il danno è significativo o addirittura molto significativo.



La Grecia tiene il passo grazie ai nuovi impianti
In Grecia, infine, le stime indicano 78.500 tonnellate, il 13% in meno del 2019 ma oltre il 20% in più rispetto alla media delle cinque campagne precedenti. Una crescita che è legata all’entrata in produzione di nuovi impianti. 

"La situazione produttiva è differente da nord a sud: si rilevano infatti danni da gelo in Macedonia, mentre il Peloponneso non è stato interessato dal ritorno di freddo", come ha spiegato Georges Kantzios dell’Aop Veria, secondo cui "l’inizio delle raccolte nel Paese dovrebbe essere un po’ più tardivo rispetto al 2019". 



Il commento di Elisa Macchi, direttore Cso Italy
“Dai dati di Europêch si nota subito una sensibile flessione dei volumi previsti in tutti i Paesi Ue. Per una corretta valutazione, tuttavia, occorre puntualizzare tre aspetti. Nonostante il forte calo, l'Italia rimane il primo produttore di albicocche in Europa, evidenziando contrazioni che risultano attorno al 40% rispetto ad annate nella norma. La Spagna, con 94mila tonnellate, si pone abbondantemente al di sotto dei livelli di altre annate, quali il 2017 e 2018, quando le produzioni erano oscillate tra le 130 mila e le 150 mila tonnellate. La Francia, infine, con volumi simili alla Spagna segna il minimo storico”. Così Elisa Macchi, direttore del Cso Italy, ha commentato le previsioni produttive di quella che sarà una delle campagne più scarse degli ultimi trent'anni. 



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