Radicchio di Chioggia, ottimismo per la stagione primaverile

Boscolo Palo: «Quotazioni discrete sia per il rosso tondo che per il lungo»

Radicchio di Chioggia, ottimismo per la stagione primaverile

I conferimenti al mercato ortofrutticolo di Brondolo dei radicchi rosso tondo e rosso lungo nel 2023 hanno subito complessivamente una contrazione rispetto al 2022 del 5,62% (il tondo del 4,84% e il lungo del 8,56%) attestandosi a 63.897 q.li (50.957 q.li per il tondo e 12.940 q.li per il lungo). Il fatturato complessivo delle due varietà è stato nel 2023 di 3.224.019 € mentre quello del 2022 si era attestato a 6.421.864 € registrando quindi una perdita di quasi il 50%. Il trimestre con i maggiori conferimenti è il secondo (aprile, maggio e giugno), 32.553 q.li di tondo e 8.162 q.li di lungo con una contrazione complessiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 3%, questo vale anche per il fatturato che complessivamente per le due tipologie di radicchio è stato di 2.056.137 €. 

“E’ sempre più evidente che è la stagione primaverile del radicchio rosso tondo precoce – dichiara l’Amministratore di Chioggia Ortomercato Giuseppe Boscolo Palo – quella in cui si forma la redditività delle aziende agricole del nostro territorio. Dopo due anni positivi, paradossalmente favoriti dalle incertezze commerciali provocate dalla pandemia Covid-19 dove a fronte della cautela negli investimenti da parte dei produttori di altre aree produttive c’è stata, soprattutto, anche quella dei commercianti nell’immagazzinare prodotto tardivo sia veneto che marchigiano nelle celle frigo. Il risultato è stato quello di avere due stagioni primaverili interessanti per l’arenile chioggiotto che in mancanza di prodotto frigo-conservato ha ottenuto prezzi sostenuti (nel 2022 la media è stata per il tondo di 1,24 €/kg) trascinando le medie annuali su valori buoni (0,78-0,99 €/kg per il radicchio tondo e 0,80 €/kg per quello lungo rispettivamente nel 2021 e nel 2022 rispetto ai 0,36 €/kg del tondo e 0,65 €/kg del lungo del 2020). 

Valori importanti minati in parte dal forte aumento dei costi di produzione e da situazioni climatiche estreme che hanno determinato cali di rese per ettaro. Sicuramente ha influito per la scorsa stagione primaverile il fatto che le celle frigo erano ritornate a riempirsi come se non di più rispetto a prima del Covid-19 penalizzando di fatto le nostra produzione: molti commercianti hanno cominciato a frequentare il nostro mercato a maggio dopo che hanno esaurito il loro prodotto frigo-conservato”.

Nei primi mesi del 2024 le quotazioni sono state discrete – continua Boscolo Palo – con una media per il rosso tondo di 0,80 €/kg e per il lungo di 0,70 €/kg, decisamente diverse dai valori di un anno fa dove il radicchio tondo si vendeva meno di 15 centesimi al kg e il lungo non superava i 30 centesimi. Questi valori sono indubbiamente segnali importanti che vanno nella direzione di una stagione primaverile positiva perché ci fanno pensare che siamo di fronte da un lato ad un risveglio del consumo di radicchio da parte del consumatore e dall’altro ad un incremento della domanda di acquisto del commerciante che evidentemente ha molto meno prodotto stoccato nelle celle frigo. È chiaro che queste prospettive positive sono mere ipotesi visto comunque che ad oggi non abbiamo dati strutturali certi di quanti siano gli ettari investiti a radicchi e quindi anche alla reale consistenza del prodotto frigo-conservato, oppure se questo inverno mite andrà a influire negativamente sulle rese produttive per ettaro rispetto ai dati consolidati dei 300/350 quintali che si producevano fino al 2019”.

“Un’ultima considerazione/riflessione credo vada posta – prosegue l’Amministratore del mercato di Brondolo – e riguarda più in generale il nostro “sistema” orticolo. Negli anni il mercato di Brondolo, anche di fronte ad un evidente calo dei conferimenti, ha mantenuto il ruolo di riferimento nazionale sulla formazione del prezzo all’origine, soprattutto per il radicchio rosso tondo, tanto che i contratti stipulati direttamente dalle aziende agricole con il sistema commerciale fanno in molti casi riferimento al valore ottenuto nelle aste giornaliere che se superiore rispetto a quanto concordato viene diviso a metà tra produttore e commerciante. Proprio per la cronica mancanza di dati noi ci affidiamo a quanto, in più di una occasione, è stato ribadito dalle organizzazioni agricole, in primis da Coldiretti, che al mercato viene conferito un quarto di quanto prodotto nella nostra zona di produzione che, convenzionalmente, può essere identificata in quella a Indicazione Geografica del Radicchio di Chioggia. È pertanto difficile incidere, come auspicabile da tutti gli operatori del mercato avendo in “mano” solo un quarto della produzione, su prezzi sostenuti e in grado di essere gratificanti per le aziende agricole per contrastare l’esponenziale aumento dei costi di produzione degli ultimi quattro anni dovuti alla pandemia e ai conflitti geo politici in corso".

“I costi di produzione sono al centro dell’attenzione del costituendo ”Osservatorio del sistema radicchi regionale” in fase di definizione da parte di Veneto Agricoltura con il supporto dell’Università di Padova. Per questo lo scorso 16 febbraio sono stato assieme agli operatori del mercato presso gli uffici della Direzione Agroalimentare Regionale per sollecitare la predisposizione di un catasto serio e la definizione attendibile dei costi di produzione perché noi riteniamo improcrastinabile tutto ciò per avere elementi chiari di trasparenza per contrastare eventuali concorrenze sleali che possono nascere già tra le aziende agricole. Del resto questo tema è stato espresso dalla stessa Coldiretti regionale quando a fine anno nell’ambito della presentazione del secondo rapporto sulle agro-mafie in Veneto ha affermato il nascere e il consolidarsi di nuove forme di caporalato gestite da aziende soprattutto (e quindi non solo) cooperative senza terra, create un po’ ad hoc, che forniscono manodopera in modo illecito agli imprenditori agricoli. Conoscere esattamente quanti ettari vengono investiti a radicchio e conoscere il costo per produrlo a ettaro farebbe luce su chi offre contrattualmente il radicchio sottocosto per altri fini. È cronaca di questi giorni di casi, come quello di Cerignola in provincia di Foggia, dove c’è stata una maxioperazione contro frodi previdenziali ed immigrazione clandestina relativa all’ingresso in Italia di cittadini extracomunitari (che versavano migliaia di euro ciascuno) a fronte di assunzioni fasulle, sempre messe in atto da società “fantasma” che avrebbero chiesto l’assunzione di 337 lavoratori extracomunitari beneficiando del decreto flussi. Credo sia necessario porre attenzione massima su questi temi nel nostro territorio, va in questa direzione anche la nostra richiesta di incontro formulata il 24 gennaio scorso al vicesindaco e assessore all’agricoltura da cui attendiamo risposta”, conclude l’Amministratore del mercato di Brondolo. (aa)

Fonte: Ufficio stampa Ortomercato Chioggia