Cesena Fiera marcia spedita verso la privatizzazione

La Spa vale 3,2 milioni. Piraccini: «C'è grande interesse»

Cesena Fiera marcia spedita verso la privatizzazione
Prosegue il percorso per aprire ai privati la compagine sociale di Cesena Fiera, la Spa che organizza il Macfrut. A breve il consiglio comunale di Cesena sarà chiamato ad approvare la delibera con cui vendere il 55% delle azioni di proprietà comunale (attualmente socio di maggioranza con l'87,09%) ed entro la fine di gennaio – come spiega a Italiafruit News Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera – l'iter di privatizzazione dovrebbe essere completato.

La società vale oggi 3,2 milioni di euro, il valore di ogni azione è stato fissato da una perizia di stima giurata a 1,60 euro e nel bando si prenderà a riferimento questo valore. “Il bando – spiega il sindaco di Cesena Paolo Lucchi – sarà suddiviso in due parti: nella prima veranno messe in vendita il 20% delle quote a favore di un unico soggetto, che sia in grado di supportare la crescita di Cesena Fiera; la seconda, invece, mettendo a disposizione il 40% delle azioni, sarà finalizzata a reperire una vasta diversificazione della base sociale, con partecipazioni comprese tra l'1 e il 5%”.

La ricerca del partner industriale di Cesena Fiera guarda a soggetti che fanno lo stesso mestiere della società da privatizzare... E pare scontato un interesse di Rimini Fiera.
“C'è stato molto interesse sia da parte di stakeholder locali che del settore ortofrutticolo – sottolinea Renzo Piraccini – Cesena Fiera è una società sana e dimostra di avere grandi prospettive. Abbiamo chiuso un'edizione 2016 del Macfrut molto positiva e siamo alla vigilia di una nuova edizione ancor più grande e internazionale. Questo chiaramente contribuisce a suscitare l'interesse di diversi soggetti”.



Ma da quali mondi sono arrivati segnali per entrare nella compagine sociale della fiera cesenate? “Possiamo suddividerli in tre aree – illustra il presidente di Cesena Fiera – da una parte gli operatori del mondo fieristico, organizzatori, allestitori, fornitori che in alcuni casi già collaborano con noi. Poi c'è il gruppo degli stakeholder locali: associazioni di categoria, istituti bancari, altri partner che lavorano con la nostra struttura. E per ultimo il pacchetto più rappresentativo: associazioni nazionali e centri servizi del settore ortofrutticolo; hanno capito che per il comparto può essere una grande opportunità per esprimere la propria voce”.

Nella nuova governance la maggioranza sarà privata. “Resterà però alla componente pubblica l’ultima parola in ordine alle modifiche ed alle operazioni straordinarie nonché sulla localizzazione del Macfrut – precisa il sindaco Lucchi - in virtù della maggioranza qualificata dell’80% su tali decisioni”.

“E' una volontà dell'attuale azionista di maggioranza che va tenuta in considerazione – osserva Piraccini – ma il tema dello spostamento del Macfrut da Rimini è un falso problema: la maggior parte degli operatori del settore non lo vuole. Con Macfrut a maggio, l'appeal di Rimini e della Riviera Romagnola è straordinario, è un valore aggiunto davvero importante nell'organizzazione della fiera. Dopo lo spostamento del Macfrut da Cesena a Rimini, dopo gli investimenti per rendere Cesena un polo fieristico funzionale, con la privatizzazione della società si conclude l'impegno con cui avevo assunto la presidenza di Cesena Fiera. Sono soddisfatto perché le cose sono andate per il verso giusto: mi piace l'idea di trasformare Cesena Fiera in una public company dove c'è un nucleo privato importante, che si fa carico della gestione, e il pubblico che controlla e dà l'orientamento generale. Se mi posso permettere – conclude il manager romagnolo – è un modello che andrebbe replicato anche in altre strutture, dove forse il pubblico dovrebbe pensare maggiormente al controllo rispetto alla gestione”.

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