PICCOLI FRUTTI: NUOVE LISTE VARIETALI PER FAVORIRE INNOVAZIONE, PRODUZIONE E PROMOZIONE NEL CUNEESE E NEL PINEROLESE

PICCOLI FRUTTI: NUOVE LISTE VARIETALI PER FAVORIRE INNOVAZIONE, PRODUZIONE E PROMOZIONE NEL CUNEESE E NEL PINEROLESE
Si è tenuta ieri a Cuneo la prima giornata del convegno dedicato alla presentazione delle liste varietali per fragola e piccoli frutti con particolare riferimento agli areali piemontesi. Oltre a questo primo tema, affrontato dai relatori, nella tavola rotonda è stato affrontato il tema di come gestire in modo innovativo e profittevole la filiera, dalla produzione (con ricerca e assistenza tecnica) alla commercializzazione (con opportune strategie aggregative e di dialogo con i clienti). L’intera giornata, aperta con i saluti introduttivi dell’Università di Agraria di Torino e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale di Cuneo, è stata moderata e conclusa da Walther Faedi del CRA che ha sostituito Carlo Fideghelli.
In apertura Faedi (nella foto sottostante) ha ricordato l’importanza strategica della innovazione varietale in frutticoltura e questo spiega perché sia attivo da oltre 20 anni il gruppo di lavoro promosso dal Mipaaf e coordinato dal CRA sulle liste varietali fragola e piccoli frutti, con 11 regioni coinvolte, 27 campi sperimentali e 12 unità operative.



Nel primo intervento, Gianluca Baruzzi del CRA ha presentato le liste varietali fragole e ha ricordato che le superfici a fragola in Italia sono stabili e nell’ordine dei 3.700 ha. Nell’ambito dei trend di riferimento per il comparto è stato ricordato l’incremento dell’interesse per le fragole rifiorenti, anche nelle zone tradizionalmente investite con unifere (come ad esempio Trentino) oltre alla crescita della superficie in coltura protetta e al calo di quella in campo aperto.
Tra le varietà interessanti sono state segnalate:
- Florida e Fortuna in Sicilia
- Sabrina in Campania
- Il gruppo delle rifiorenti del CIV (Capri, Ischia, Linosa)
- Candonga che si conferma leader in Basilicata
- In Veneto si conferma Eva 
- A Cesena si conferma Alba
- In Trentino e Alto Adige si conferma Elsanta ma vi è interesse crescente per le rifiorenti.

Il secondo intervento ha avuto come focus la fragola in Piemonte ed è stato curato dal dottor Roberto Giordano del CRESO. Anche in Piemonte, con 118 ha di fragole, vi è una situazione stabile e la coltivazione si concentra sul pieno campo in tunnel. Il Creso ha valutato moltissime varietà, sia unifere che rifiorenti, sia molto precoci che molto tardive, passando per le intermedie. Proseguiranno le valutazioni nel prossimo anno.
Il terzo intervento ha visto la presentazione di liste varietali piccoli frutti, a cura del dottor Gabriele Beccaro dell’Università di Torino. Nell’intervento sono state passate in rassegna le specie mirtillo, lampone e mora, con le varietà più significative e promettenti per le zone di produzione italiane. Si è evidenziata la mancanza di materiale genetico di elaborato in Italia anche se vi sono diverse varietà interessanti allo studio per ciascuna delle tre specie.
Alla successiva tavola rotonda moderata da Faedi hanno partecipato Domenico Paschetta della Confcooperative Piemonte, Cristiana Peano dell’Università di Torino, Cristiano Carli del Creso, Romualdo Riva di Ortofruit italia e Thomas Drahorad dell’omonima azienda che hanno espresso la loro opinione su come poter valorizzare al meglio la produzione italiana di piccoli frutti, sia per soddisfare il mercato interno che l’esportazione. Si è partiti dall’intervento di Drahorad sul fenomeno mirtillo in UK i cui consumi crescono a due cifre. Tutti i relatori, rafforzati anche dall’intervento di Michele Scrinzi che ha preso la parola su invito di Faedi hanno evidenziato che:
- È importante gestire la filiera in tutte le sue fasi (dalla scelta varietale, alla tecnica di produzione, di raccolta, di conservazione e di vendita).
- Tutti gli attori devono collaborare (ricerca, assistenza tecnica, commercializzazione, ma anche dialogo ed accordi con i clienti, normal trade e gdo).
- Puntare su filiera italiana di qualità per identificare i prodotti e non interrompere le forniture ai clienti, altrimenti il mercato rimane sempre un “potenziale mercato” e non cresce per colpa della produzione che non si aggrega ed organizza.
- La filiera deve garantire sostenibilità economica, sociale ed ambientale ed in questo senso le realtà cooperative e le loro OP possono costituire l’ideale forma di aggregazione delle produzioni.




Nella foto di apertura, da sinistra: Romualdo Riva, Tomas Drahorad, Cristiano Carli, Domenico Paschetta, Cristiana Peano, Walter Faedi.

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