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Le patate? In beneficenza. Tra generosità ed esasperazione

Il gesto del coltivatore che ha donato 1.500 quintali emblema della disastrosa campagna tuberi

Le patate? In beneficenza. Tra generosità ed esasperazione
Come liberarsi delle patate nel 2014? Regalandole in beneficenza. Di primo acchito può sembrare una provocazione, ma in realtà è quanto ha fatto un produttore romagnolo, oramai esasperato da prezzi ben al di sotto dei costi di produzione.

Osea Giaimo è il coltivatore di Fusignano (provincia di Ravenna) che ha donato oltre 1.500 quintali di patate in beneficenza alle parrocchie e alle Caritas della zona poco più di un mese fa. Indubbiamente un gesto lodevole, ma allo stesso tempo un'incredibile forma di protesta che ha portato alla ribalta il prode benefattore non solo nei quotidiani locali, ma anche sulla stampa nazionale.

Il gesto è stato determinato da una campagna commerciale nel settore pataticolo a dir poco drammatica. I prezzi promessi agli agricoltori si aggirano fra i 7-8 centesimi al chilo quando per produrle se ne spendono almeno 20 e così, il produttore fusignanese, ha "guadagnato" una perdita di 40 mila euro per i 5 ettari coltivate a patate. Alla domanda di come sia stato possibile un simile scempio, il produttore ha risposto attaccando chi doveva ritirargli il prodotto, una cooperativa della zona ed i sindacati che oramai non difendono più gli interessi dei propri associati.

Approfondendo l'analisi, emerge come il 2014 sia stato caratterizzato da un eccesso di offerta che ha depresso, a dir poco, le quotazioni. Inoltre, la chiusura delle frontiere russe ha fatto si che grandi produttori come Francia, Olanda e Germania, abbiano riversato le loro produzioni in Europa con conseguenze facilmente immaginabili.

Questa situazione è insostenibile, ed il primo a pagare è il produttore, che per non vederle mandare al macero, preferisce donarle in beneficenza oppure spera nelle grandinate così, almeno, il rimborso dell'assicurazione è certo. Un vero e proprio paradosso.

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