Cimice marmorea, diffusione senza sosta

Prolifera l'insetto cinese: per ora aggredisce pomacee e pesche

Cimice marmorea, diffusione senza sosta
I frutticoltori italiani oramai sono consapevoli dei seri problemi che può causare Halyomorpha halys, volgarmente detta cimice marmorea. Leggendo L'informatore Agrario  2/2015, emerge un quadro allarmante: la temibile cimice sta conoscendo una diffusione senza sosta.

Dal 2012 una diffusione inarrestabile

L'insetto, proveniente dalla Cina, è stato avvistato per la prima volta in Italia nel 2012 nell'areale modenese; nel 2013 si è esteso nella zona di Cuneo, mentre il 2014  lo ha visto espandersi dalla provincia Modena a quella di Ferrara, causando danni a diversi meleti. Infine si è constatata la sua presenza anche in meleti e pereti del ravennate (Faenza in particolare).

E' evidente come la situazione sia preoccupante a causa di una diffusione molto rapida dovuta ad una polifagia notevole (oltre 300 specie di piante ospiti) che gli consente di svilupparsi indisturbato nelle piante non soggette a difesa contro gli insetti, per poi attaccare le colture frutticole.

Fino ad ora la coltura più interessata agli attacchi della cimice marmorea è stato il melo, con gravi danni, soprattutto poco prima della raccolta (deformazioni, imbrunimenti ecc.) dove la pressione dell'insetto raggiunge il picco annuale; seguono pere e pesche, cui l'insetto provoca deformazioni del frutto; il kiwi per ora non sembra esserne interessato, anche se occorre monitorare attentamente gli impianti.

Difesa complessa (a dir poco)

Allo stato attuale non esistono strategie difensive efficaci per il suo controllo, in quanto non sono presenti prodotti fitosanitari specifici autorizzati, ma solo principi attivi ad ampio spettro, che indirettamente colpiscono la cimice marmorea, col conseguente rischio di perturbare l'equilibrio biologico faticosamente raggiunto. Occorre pertanto prestare massima attenzione al monitoraggio dell'insetto con trappole specifiche per poi valutare un eventuale trattamento, che sappiamo essere un aggravio di costi non da poco.

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