«La biodiversità va tutelata e comunicata»

Pietro Santamaria, responsabile del progetto pugliese BiodiverSO, ne illustra iniziative e obiettivi

«La biodiversità va tutelata e comunicata»
Il progetto BiodiverSO ("Biodiversità delle specie orticole della Puglia") si pone l'obiettivo di ridurre in maniera significativa l'attuale tasso di erosione della biodiversità delle specie orticole pugliesi, intervenendo sulle varietà locali più a rischio e collaborando con Università (di Bari, di Foggia, del Salento), Centri di ricerca (CNR di Bari) ed aziende.
Italiafruit News ha intervistato per un approfondimento il Dott. Pietro Santamaria (nella foto in apertura), responsabile del progetto BiodiverSO e Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell'Università degli Studi di Bari. 

Dott. Santamaria, come si evince dal sito del progetto, una delle finalità è quella di "ottenere una serie di strumenti fruibili per tutti". Quali sono questi strumenti ed i possibili utilizzatori finali?

Anche se si parla tanto di biodiversità, è innegabile l'enorme ritardo che abbiamo accumulato nella conoscenza del patrimonio di diversità biologica e di diversità dei sistemi agricoli coltivati del nostro Paese. Per questo è necessario uno scatto culturale, un'azione di riconsiderazione di tutto quello che è (o era) legato all'agrobiodiversità.
Con il progetto BiodiverSO puntiamo a produrre strumenti di "diffusione di massa":
  • il nostro sito web in cui riferiamo le attività in corso;
  • Facebook, con cui ogni giorno "somministriamo" "pillole" di agrobiodiversità orticola della Puglia;
  • Twitter, mediante il quale diffondiamo sia gli articoli inseriti nel sito web sia i nostri eventi;
  • Flickr, per la condivisione di foto con funzionalità avanzate (geotag, ecc.);
  • YouTube, che attraverso il nostro canale racchiude i video relativi al progetto, quelli di tipo "promozionale" (servizi tv, per esempio) e quelli registrati durante le nostre missioni esplorative alla ricerca di risorge genetiche orticole. 
E poi schede varietali, documentari, libri, ecc. I destinatari sono soprattutto i consumatori e gli agricoltori, senza dimenticare il nostro committente, la Regione Puglia, che ha approvato a dicembre 2013 la legge "Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, forestale e zootecnico" e ha bisogno di implementare i tanti strumenti che ha previsto per tutelare la biodiversità.


i mugnuli sono dei cavoli broccoli
I "Mugnuli" sono una varietà locale di cavolo broccolo nota nel Salento.


Alcuni di questi ortaggi necessitano di una conservazione ex situ, poiché non competitivi con gli effetti dell'attività antropica. Possiamo dire che sia questa la principale causa per cui questi ortaggi rischiano l'estinzione?

La principale causa dell'erosione/estinzione genetica di numerose varietà locali è stata la "rivoluzione verde", la ricerca e l'introduzione di varietà moderne, spesso più produttive, più omogenee, che hanno disconosciuto tutto ciò che era legato alla tradizione, al vissuto, al di là dei reali limiti dei sistemi colturali e tacendo le potenzialità e i saperi comunque presenti nella tradizione contadina. Per le risorse genetiche a forte rischio di erosione genetica è fondamentale la conservazione ex situ. Questa forma di conservazione consente una rapida salvaguardia di popolazioni a forte rischio di scomparsa, oltre che un uso quasi immediato del materiale per programmi di studio e di miglioramento, dimostrandosi, quindi, di particolare interesse per il mondo della ricerca oltreché per quello dell'agricoltura. Con il progetto BiodiverSO le risorse genetiche vengono conservate nelle banche dei semi e, alcune, con moderne tecniche come la crioconservazione.


il cavolo riccio o cole rizze
Il cavolo riccio, un ortaggio molto consumato anche negli USA
       

La conservazione di genotipi locali può ampliare la base genetica del comparto orticolo. Alcune di queste varietà hanno caratteristiche tecniche o nutrizionali particolari?

L'esempio più immediato, su cui in questi giorni stiamo completando una tesi di laurea, è il cavolo riccio ("cole rizze" in diverse espressioni dialettali, con la "e" muta). Si tratta di un cavolo a foglia per lo più riccia, lacerata, presente in diversi comuni della provincia di Bari, che ha un sapore straordinario e, come altre Brassicacee, è particolarmente ricco di glucosinolati. Altri esempi, per restare nella stessa famiglia botanica, sono la "Cima nera" e il "Mugnulo", due varietà locali di cavolo broccolo note, rispettivamente, in alcuni comuni del barese e nel Salento.
Altre varietà particolarmente interessanti per caratteristiche organolettiche e nutrizionali sono la "Carota di Polignano" e la "Carota di Tiggiano", che non sono solo arancioni. Potrei continuare con altri esempi, anche di varietà che non pensavamo ci fossero (patate rosse, cipolle sanguigne, cicorie bianche, carciofi neri, solo per fare qualche esempio... colorato).
Molto probabilmente, alla fine del Progetto avremo censito un centinaio di "nuove" varietà locali di cui i libri di orticoltura non parlano. Le conoscenze che stiamo acquisendo sono fondamentali per programmi di studio e di miglioramento genetico, per il mondo della ricerca e per l'agricoltura. Inoltre, segnalo il lavoro di risanamento di antiche varietà pugliesi di carciofo. 
       

la carota di tiggiano
Carote di Tiggiano


Oltre ad occuparsi del recupero e della conservazione delle specie locali, il progetto BiodiverSO ha anche una funzione di comunicazione e sensibilizzazione?

Il futuro della biodiversità si gioca soprattutto sulla comunicazione. Solo se sapremo sensibilizzare il grande pubblico riusciremo a salvare il salvabile. Non abbiamo molto tempo a disposizione; il patrimonio di conoscenze dei nostri genitori, dei nostri nonni sta per essere dilapidato. Riusciremo a valorizzare la biodiversità se sapremo tutelarla e, appunto, comunicarla.
      
In futuro, crede che questi ortaggi possano entrare a far parte di un consumo di massa?
È difficile pensare ad un consumo di massa per le varietà locali; sarebbe un controsenso. Dobbiamo evitare di continuare a proporre alternative secche e dualismi (convenzionale o biologico, varietà migliorate o locali, tradizionale o innovativo). L'agricoltura è plurale: oggi abbiamo bisogno di ripensare il valore dell'agricoltura e, soprattutto, di farlo apprezzare ai cittadini.


la carota di polignano a rischio erosione genetica
Le carote di Polignano