Russia, prezzi in salita per l'ortofrutta

Continua la corsa all'aumento in attesa dei prodotti nazionali

Russia, prezzi in salita per l'ortofrutta
A vedere i prezzi in salita sul mercato russo verrebbe da mangiarsi le mani per l'embargo ancora in vigore che blocca l'entrata dell'ortofrutta occidentale nelle piazze della Federazione. Secondo gli ultimi dati diffusi da Rosstat, l'istituto di statistica di Mosca, nel mese di febbraio i prezzi del prodotti ortofrutticoli sono mediamente cresciuti del 2,3%.

Spicca l'aumento del prezzo dei limoni (+11,8%) e dell'aglio (+9,4%) - due prodotti molto gettonati dai russi – mentre gli incrementi per le mele, uva da tavola, pere, carote e pomodori oscillano in una forbice tra il 3,8 e il 5,5%. In calo, invece, le quotazioni delle arance (- 5,6%) e delle patate (-1%). Questo a febbraio, mentre dall'inizio dell'anno gli aumenti sono stati ancora più marcati, come rileva un documento del Ministero dell'Agricoltura russo. Ecco l'andamento di alcuni prodotti nel primo bimestre, il prezzo indicato è quello al dettaglio medio di febbraio.

Cetrioli: 188 rubli (2,46 euro) il chilo, +17%
Cavoli: 26 rubli (0,34 euro) il chilo, +9,7%
Pomodori: 179 rubli (2,34 euro) il chilo, +8,5%
Cipolla: 25 rubli (0,33 euro) il chilo, +3,6%
Pere: 147 euro (1,92 euro) il chilo, +14,2%
Uva: 197 rubli (2,58 euro) il chilo, +12,8%

Nel mese di marzo, stando alle proiezioni del Ministero dello sviluppo economico della Russia, la crescita dei prezzi per i prodotti ortofrutticoli dovrebbe attenuarsi e restare limitata in una forbice dello 0-1%. 

Per Sergei Korolev, presidente dell'Unione nazionale ortofrutta, il periodo peggiore è ormai alle spalle perché si avvicina la stagione produttiva russa e con l'arrivo sul mercato dei prodotti nazionali, e un conseguente calo delle importazioni, i prezzi si dovrebbero calmierare. “Le verdure hanno già iniziato a scendere – spiega Korolev – e ci sono serre che producono ortaggi più economici di quelli importati”.

Rispetto allo scorso anno gli aumenti dei prezzi non sono drammatici ma, come rileva il presidente del sindacato dei produttori, c'è un limite alla corsa all'aumento, “la domanda dei consumatori. Se i prodotti hanno costi elevati la gente semplicemente non li compra”. E davanti a questo andamento, con l'embargo ancora in vigore, per Korolev è necessario sviluppare la sostituzione dei prodotti importati.

Maicol Mercuriali
Italiafruit News
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