Merci, costano 373 milioni i rallentamenti al Brennero

I dati in un convegno Conftrasporto. Che vede il rischio di un isolamento dell'Italia

Merci, costano 373 milioni i rallentamenti al Brennero
Ha tirato un sospiro di sollievo chi temeva che un’eventuale vittoria di Norbert Hofer alle presidenziali austriache avrebbe potuto concretamente inasprire i controlli al Brennero con inevitabili, pesanti ripercussioni, sul trasporto merci: il leader della destra è stato sconfitto al fotofinish dal verde Van der Bellen, la cui "reggenza" dovrebbe rivelarsi meno “traumatica”, scongiurando pericolose strozzature nel traffico nello strategico valico alpino.

Conftrasporto, che giovedì scorso ha organizzato a Roma un convegno ad hoc nella sede di Confcommercio, stima che ogni singola ora di attesa dei Tir dovuta ai controlli costa un totale di 373 milioni di euro l'anno; oneri che incidono pesantemente sull’autotrasporto (170 milioni di euro) e ancora di più (203 milioni l’anno) sul sistema produttivo. 

"Vediamo il rischio di un isolamento dell'Italia e temiamo che questo appartenga a una strategia economica ben definita", ha affermato  il presidente Uggé, spiegando che i rallentamenti ai valichi rendono più conveniente, rispetto ai trasporti intermodali dall'Asia che passano dai nostri porti, i trasporti "tutto-strada lungo la via balcanica". 



“E’ importante che l’Italia e l’Austria abbiano scongiurato per il momento l’ipotesi di ripristinare i controlli lungo i confini dei due Paesi, ma non dobbiamo dimenticare che solo a settembre 2015 ben 7 Paesi sui 26 Paesi dell’area Schengen avevano ripristinato controlli di Polizia e che all’inizio del corrente mese, tali controlli sono stati prorogati per altri sei mesi in 5 Paesi”, è stato ricordato. Secondo la tabella di marcia stabilita dalla Commissione europea, dicembre 2016 dovrebbe essere la data prevista per porre fine alle misure eccezionali di salvaguardia (sempre che la situazione generale lo consenta). Tuttavia la preoccupazione per un ulteriore proroga è lecita poiché il ripristino temporaneo dei controlli frontalieri si è già verificato ventisei volte dal 1985 al 2013. 

Il traffico italiano in export verso Germania e Austria riguarda soprattutto prodotti siderurgici (rispettivamente 16,9% e 17,2%), macchinari (13,8% in entrambi i casi), mezzi di trasporto (12,0% e 8,3%), prodotti alimentari (8,5% e 9,5%) e prodotti tessili/abbigliamento (8,5% e 9,3%). 



La Commissione europea ha stimato che il pieno ripristino dei controlli di frontiera nello spazio Schengen genererebbe costi diretti immediati fra i 5 e i 18 miliardi di euro all’anno (pari allo 0,05%-0,13% del Pil). Il volume complessivo di merci in transito nell’arco alpino ammonta a 196 milioni di tonnellate per un valore complessivo di 524 miliardi di euro. La quota dei valichi austriaci rappresenta circa il 60% del traffico (41% su gomma e 19% su ferro). Di queste, più dell’80% riguarda l’import-export dell’Italia con il resto dei Paesi europei, il restante 20%, invece traffici commerciali di altri Paesi che attraversano l’Italia. Il flusso import-export che attraversa i valichi in questione riguarda soprattutto l’Italia, ma anche altri Paesi. In particolare si sono presi in considerazione gli scambi Italia Germania e Austria e quelli tra la Turchia ed continente Europeo. 


Il danno economico percepito, ma soprattutto l’incertezza circa i tempi di presa e consegna delle merci nell’attraversamento dei valichi austriaci, è stato sottolineato nel convegno di giovedì, potrebbe spingere alcune filiere logistiche e industriali a tornare nuovamente ai collegamenti tutto strada (dal Bosforo attraverso i Balcani) piuttosto che quelli intermodali (dai porti turchi verso i porti adriatici e via treno fino al cuore dell’Europa). Con un impatto, anche in termini di incremento dei consumi energetici e del volume delle emissioni nocive, definito “devastante”. 

"Il blocco del Brennero avrebbe causato un danno economico enorme e, soprattutto, avrebbe significato la fine dell'Unione Europea", il commento del Ministro dell'Interno Angelino Alfano a fine aprile dopo aver scongiurato la "barriera". La vittoria di Van Der Bellen prospetta tempi più sereni?

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