Putin firma: embargo fino a dicembre 2017. «E' l'ortofrutta la più penalizzata»

La Russia conferma la chiusura all'Ue. Produttori in piazza. Martina: l'Europa si muova

Putin firma: embargo fino a dicembre 2017. «E' l'ortofrutta la più penalizzata»
"Putin facciamo la pace": a Coldiretti l'embargo proprio non va giù. E ieri, a Verona, oltre a snocciolare numeri e sollecitare interventi risolutivi per riallacciare rapporti con Mosca, la confederazione si è resa protagonista di espliciti messaggi al presidente russo, che non più tardi di mercoledì ha firmato l’ordine che prolunga fino al 31 dicembre 2017 la chiusura dell'import nei confronti dell'Unione Europea. 

Alla proroga alle misure restrittive, che conferma l'orientamento anticipato da Italiafruit News a fine maggio (cliccare qui per leggere) si aggiunge la decisione del Cremlino di avviare negoziati per la ripresa della cooperazione con la Turchia. Il vice primo ministro Arkady Dvorkovich ha affermato che l'embargo alimentare sarà cancellato nei prossimi giorni.

In questo contesto, la manifestazione Coldiretti anti-embargo ha richiamato al Cattolica Center della città veneta - presente anche il Ministro Maurizio Martina - migliaia di agricoltori, scesi in piazza per esprimere il malcontento nei confronti di una guerra commerciale che, secondo le stime, avrebbe causato danni per complessivi 600 milioni di euro all’agroalimentare nazionale nell’arco di due anni. A preoccupare è però anche l'uscita del Regno Unito dall'Europa: "Brexit+embargo=Italia in letargo", uno degli slogan più gettonati.


Mele (395 mila quintali di export in meno), kiwi (299 mila), uva da tavola (295 mila), pesche e nettarine (142 mila) sono i prodotti del “made in Italy” che maggiormente hanno risentito della chiusura delle frontiere russe. E l’ortofrutta guida anche la graduatoria dei comparti agroalimentari più penalizzati in valore con una perdita nelle esportazioni stimata in 149 milioni di euro.

A Verona gli agricoltori hanno portato i prodotti rimasti invenduti, dalle mele ai kiwi fino alle pesche, per denunciare un braccio di ferro definito "insensato e autolesionistico". Le esportazioni Made in Italy in Russia, stando a Coldiretti, sarebbero scese ai minimi storici con una perdita stimata nei due anni di 7,5 miliardi di euro rispetto ai valori precedenti l’embargo.



“Ancora una volta il settore è divenuto merce di scambio nelle trattative internazionali", il messaggio del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che ha poi chiamato in causa la Brexit: “la svalutazione della sterlina rischia di mettere in crisi anche i rapporti commerciali con la Gran Bretagna, quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari Made in Italy”.

"Sull'embargo russo occorre che l'Unione Europea faccia di più", ha detto Martina. "Abbiamo fatto delle cose importanti nei mesi scorsi, in particolare scuotendo l'Unione Europea e chiedendole di reagire e mettere in campo strumenti nuovi per accompagnare i settori colpiti dall'embargo: non basta. E' il tema vero che abbiamo discusso anche lunedì a Lussemburgo ed è il tema del prossimo consiglio agricolo di luglio. Urgono strumenti che possano alleggerire l'impatto dell'embargo russo". "E' importante - ha sottolineato poi il Ministro lasciando aperto un varco alla speranza - che proprio in queste settimane si sia sviluppato con la Federazione Russa un terreno di collaborazione anche attraverso una serie di dossier agroalimentari".

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