Ortofrutta bio: dati 2016, canali, export

Fusato (Brio): trend favorevole, netta crescita in Gdo, difficoltà logistiche

Ortofrutta bio: dati 2016, canali, export
Dati, trend, canali distributivi, prospettive. Un vero e proprio focus sull'ortofrutta biologica italiana ed europea quello che Tom Fusato, direttore commerciale di Brio, ha presentato in occasione del convegno "Agricoltura biologica: un’opportunità per il territorio” promosso dalla cooperativa Agricola La Primavera e patrocinato dalla stessa Brio, che si è svolto ieri sera a Zevio, nel Veronese, alla presenza tra gli altri di Giorgio Mercuri, presidente dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari. 

Nel suo intervento Fusato ha in prima battuta  illustrato genesi e obiettivi di Brio, spiegando che il sodalizio nato nel 1993 dalla Cooperativa La Primavera - fondata quattro anni prima - lo scorso anno ha raggiunto i 69,6 milioni di euro di fatturato consolidato, il 12% più dell'anno prima, con una produzione di 373mila quintali; l'ortofrutta bio rappresenta il 93% del totale.


I principali prodotti trattati da Brio

A livello generale la domanda di bio in Italia nel 2016 - ha aggiunto Fusato citando dati Nielsen - ha superato quota 4,8 miliardi di euro, 1,6 dei quali derivanti dall'export; tutti gli indicatori, compreso quello relativo al mercato interno, sono in crescita a doppia cifra. Sul mercato interno (poco più di 3 miliardi di euro di valore) prevale, a livello distributivo, la Gdo (38%, il 20% in più del 2015), davanti agli specializzati (29%, +3,5%), a food service (12%) e negozi tradizionali (8%), mentre gli altri canali valgono il 13%.



Il tasso di penetrazione del bio food, ha evidenziato la relazione di Fusato, ha raggiunto il 74% a fronte del 69% dell'anno precedente e del 59% del 2014. Rispetto al 2015 le famiglie acquirenti sono incrementate di 1,2 milioni.

Nel carrello della spesa bio l'ortofrutta fresca ha un ruolo predominante: il 74% delle famiglie italiane l'ha acquistata almeno una volta, mentre l'incidenza della spesa bio sul totale della spesa alimentare è attestato al 4%.



Ancora, il fatturato annuo al consumo dell’ortofrutta bio in Italia nella Gdo (peso imposto) è di 126 milioni di euro (dati Nielsen dicembre 2016): aggiungendo anche il peso variabile, ha sottolineato Fusato, si può ipotizzare un valore intorno ai 165 milioni, pari a una quota stimata pari al 2% circa del totale ortofrutta, "una percentuale dunque ancora esigua". L'incremento per frutta e verdura sull’anno precedente in Gdo è del 26,9% a valore e  del 18,6% a livello di volumi (dati Nielsen dicembre 2016, solo peso imposto). 

La crescita in Gdo è costante, ha aggiunto Fusato, ma potrebbe essere ancora più robusta riconoscendo la possibilità di vendere ortofrutta bio sfusa e non confezionata. Ma quali sono gli ostacoli? Il direttore commerciale ha sottolineato "difficoltà legate alla logistica e alle rotazioni, che rallentano l’inserimento nelle catene minori".



Quanto alla Horeca, la frutta e verdura bio è presente nella ristorazione scolastica, in parte in quella ospedaliera, e ultimamente anche nei ristoranti e nell’hotellerie ma "soffre" di una crescita debole a causa della spending-revue, che ha portato una diminuzione dei prodotti biologici nei menu.

Il canale specializzato, invece risultato dominato da un player di spicco (EconrNaturasì), anche se si registrano aperture di altre insegne di piccole dimensioni; la vendita diretta vale il 10% del mercato, mentre l'industria si caratterizza per una domanda vivace trainata dalle buone performance dei prodotti bio trasformati in tutto il mondo.



Fusato ha quindi proposta la situazione nei principali mercati europei: in Germania, il mercato vale 9,5 miliardi di euro, il 5% del totale food, con un'ascesa del 9,9% sul 2015; a valore frutta e verdura crescono dell'11,5%, le patate del 17%. La quota di mercato della Gdo è dell'85%, il canale nel 2016 è cresciuto del 14,6% mentre gli specializzati sono migliorati del 5%.

In Francia il mercato vale invece 7 miliardi, il 4% circa del totale food, ma a far notizia è il rotondo +20% sul 2015: in questo caso i negozi specializzati (+25%, quota di mercato 36,5%) performano meglio della Gdo (+18%, per un totale del 44,6%). Il valore di frutta e verdura nel 2015 sfiorava il miliardo di euro, in netta ascesa sul 2014.


L'intervento di Tom Fusato ieri a Zevio (Verona)

Pur non esistendo dati attendibili, emerge che in Italia il mercato dell'ortofrutta biologica cresce meno (2%) rispetto ai principali competitor.

Per quanto riguarda le prospettive legate all'export, le richieste sono in continuo aumento da tutti i mercati europeiSpinge la domanda soprattutto il canale Gdo, che ormai ha sposato stabilmente il bio. Inizia a manifestare segnali di vivacità anche la domanda oltre oceano, dagli Usa al Canada, dal Brasile al Fasr East ai Paesi del Golfo.



Al termine dell'ampia relazione Fusato si è soffermato sulle prospettive per le produzioni venete, che ha analizzato nel dettaglio.
E, nel tirare le somme, ha sottolineato che le prospettive per l'ortofrutta bio sono favorevoli nel medio periodo, a patto di puntare su professionalità, qualità, gusto, concentrazione dell'offerta, onestà: "Il bio non deve essere messo a rischio da pochi truffatori che cercano facili scorciatoie per il raggiungimento di redditi elevati".

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