Il commercio intracomunitario ai raggi X

Ecco il ranking dell'Unione europea per il settore ortofrutticolo

Il commercio intracomunitario ai raggi X
Nel 2016 il commercio intracomunitario di ortofrutta e patate - comprese le riesportazioni, ndr - è incrementato del 2% in volume e del 7% in valore rispetto al 2015, secondo gli ultimi dati Eurostat, rielaborati da Fepex, la federazione spagnola dei produttori e degli esportatori di ortofrutta.

Nel dettaglio, gli scambi commerciali tra i Paesi dell'Unione Europea sono stati pari a 37,3 milioni di tonnellate per un fatturato totale di 33,9 miliardi di euro.

Il primo Paese d'esportazione si conferma la Spagna che registra però sul 2015 un calo del 2% dei flussi in uscita, a totalizzare 11,6 milioni di tonnellate, e un valore in crescita del 5% a 11,5 miliardi di euro, equivalente al 34% del totale.

L'Olanda consolida la sua seconda posizione con 6,7 milioni di tonnellate spedite (+11%) e un valore di 8 miliardi di euro (+12%). La quota relativa dei Paesi Bassi sale così al 24% circa. Il commercio olandese di ortaggi si è attestato a 4 miliardi di euro (+5%) nel 2016 con una grande diversificazione dell'offerta: le patate, con 904mila tonnellate, segnano il +39%; i pomodori, con 931mila tonnellate, il -2%, mentre il cluster composto da cipolle, aglio e porri raggiunge 515mila tonnellate, crescendo del 23%. Altre verdure fortemente commercializzate sono carote, rape e cetrioli. Per quanto riguarda la frutta, le esportazioni sono incrementate del 16% in volume e del 19% in valore, raggiungendo 1,8 milioni di tonnellate e 4 miliardi di euro (+19%).

L'ultimo gradino del podio è occupato dal Belgio che, dal 2015 al 2016, ha leggermente ridotto le spedizioni ortofrutticole (-1%, 3,8 milioni di tonnellate) ma incrementato il giro d'affari del 2% (2,9 miliardi di euro). Il ranking prosegue poi con la Francia che totalizza 3,6 milioni di tonnellate (-6%) e 2,4 miliardi di euro nel 2016. La quinta posizione, secondo l'Eurostat, è dell'Italia: a un volume di 3,4 milioni di tonnellate, in crescita dell'8% sul 2015, è corrisposto un valore di circa 3,5 miliardi di euro (+5%). Il nostro Paese, in termini di quota relativa, vale circa il 10,4% del totale.

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