Prezzi bassi per le ciliegie venete

Il punto tra Verona, Vicenza e Padova. Qualità in ripresa, fiducia per l'Igp

Prezzi bassi per le ciliegie venete
Prezzi bassi per le ciliegie venete, nonostante una qualità "in rimonta". "La produzione è abbondante e le quotazioni sono vicine allo zero", taglia corto Gilberto Castagnini, presidente della cooperativa La Mora, che annovera il maggior numero di produttori della zona di Cazzano di Tramigna, in Val Tramigna, zona vocata ubicata a nord di Verona. In questi giorni è in corso l'80esima anniversario della Festa e mostra provinciale delle ciliegie Veronesi, e il morale è sotto i tacchi: "Non si vende e i prezzi sono crollati anche per la merce migliore", il commento di Castagnini riportato sulle colonne dal quotidiano L'Arena. "Le ciliegie con le pezzature più grosse non vanno oltre una forbice tra 1,10 e 2 euro il chilo, mentre ai 3 euro arrivano solo i frutti extra, i più grossi in assoluto, pochi e di nicchia, che coprono al massimo il 10% del totale". 

Ecco allora che "la gran parte del prodotto finisce all'industria di trasformazione". La causa viene individuata nei mercati ingolfati da un'iper produzione locale o da importazioni da Turchia e SpagnaLa raccolta è a metà stagione, ma per gli operatori veronesi non ci sono le premesse per un miglioramento significativo. Nella valle, intanto, la produzione cerasicola cala drasticamente anno dopo anno e guadagnano spazio i vigneti. L'appellativo di valle dei Ciliegi al tratto compreso fra Cazzano e Campiano, è a forte rischio. Alla fiera di Cazzano di Tramigna, intanto, un chilo di (gustose) "more" locali viene venduto a cinque euro.

Al Mercato della vicina Illasi quest’anno si supereranno i 6mila quintali di ciliegie conferite dai 250 soci produttori, ma i prezzi non reggono: i frutti con un calibro tra i 24 e i 26 millimetri valgono 80 centesimi; dai 26 ai 28 millimetri si riesce a spuntare 1,80-2 euro il chilo mentre superano i 3,50 euro, fino a 4 euro, solo le ciliegie dal calibro superiore a 28 millimetri, che rappresentano il 5% della produzione. L’abbondanza di frutti, anche in questo caso, impedisce lo sviluppo di pezzature grandi e la maggior parte del prodotto viene avviato all’industria. 

Non va molto meglio, anche se sembra esserci più fiducia, sulle colline vicentine, tra i fiumi Brenta e Astico: le piante promettono un ottimo raccolto, con più qualità e più quantità dello scorso anno, come spiega Mariangela Crestani, presidente del Consorzio di tutela della ciliegia Igp Marostica. Resta il fatto che le quotazioni tendono al ribasso

Quest'anno si punta ad arrivare a quasi 700 quintali di ciliegie con l'Indicazione geografica protetta, quando nella scorso anno ci si era fermati a 400. Previsioni ispirate alla fiducia arrivano da Opo Veneto, impegnata a commercializzare e valorizzare in particolare la ciliegia con il marchio Igp.  Al suo “centro di raccolta”, coordinato da Daniele Pavan, sta arrivando un ottimo prodotto che il mercato sta recependo positivamente.

Recentemente la storica piazza degli scacchi di Marostica ha ospitato la tradizionale mostra che ha messo in evidenza una produzione di alta qualità. Altre manifestazioni, dedicate alle ciliegie Igp,  sono in programma in diverse località del territorio, tutte nel segno di una fiduciosa attesa. 

La stagione è partita piuttosto in sordina: basse temperature e piogge hanno compromesso in parte la qualità delle precoci, a partire dalla Sandra, varietà autoctona, tipica del luogo. Poi il caldo e una adeguata escursione termica hanno dato la svolta alla produzione. E ora si stanno raccogliendo le ciliegie medio tardive, mature, "sane" ed abbondanti. Le quotazioni però, sono in calo: da altre regioni, in particolare dal Meridione, complici le elevate temperature, stanno arrivando rilevanti partite di ciliegie, che inevitabilmente fanno concorrenza alla produzione locale e tendono a ridimensionarne le quotazioni. 

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