Alluvione a Catania, il commento di Mercalli

Tra eventi estremi e sfruttamento del suolo. «Tutta Italia è esposta al rischio idrogeologico»

Alluvione a Catania, il commento di Mercalli
Cambiamenti climatici e sfruttamento del suolo sono due argomenti di grande importanza che le alluvioni degli ultimi giorni hanno riportato all’attenzione della cronaca. Quando in un giorno cade la pioggia di un anno, c’è poco da fare. Per tutti i cittadini. Eppure, non si tratta di eventi inusuali per il nostro Paese, come ha ricordato il climatologo Luca Mercalli, ospite in tv della trasmissione Agorà su RaiTre.

“L'Italia è esposta storicamente al rischio idrogeologico e le cronache di secoli riportano una quantità di fenomeni di questo genere in tutte le aree del Paese, dalle Alpi fino alla Sicilia”, ha detto Mercalli, che il prossimo 1 dicembre sarà ospite allo Speciale Frutta & Verdura di Mark Up e Italiafruit News. 

“Ora si pone, semmai, il problema di due temi importanti. Da un lato, abbiamo un segnale di aumento di frequenza ed intensità delle piogge violente. C'è sostanzialmente un inizio di cambiamento rispetto al clima del passato. Se già questi fenomeni procuravano problemi 50-100 anni fa, è ovvio che adesso ne creano di più. Perchè si ripetono con maggiore frequenza e violenza. Dall'altro lato, invece, c'è il tema dello sfruttamento del territorio: in questi ultimi 50 anni, in Italia abbiamo aggiunto una quantità enorme di abitazioni ed infrastrutture (strade, stazioni di servizio, gasdotti, linee elettriche, antenne, ecc.). C'è quindi un territorio che è più vulnerabile. Ed è chiaro che spesso si è costruito troppo, andando a costruire anche nelle vicinanze dei corsi d'acqua che devono aree spazi di espansione”.



Il collegamento tra mutamenti climatici e sfruttamento del suolo, come osserva Mercalli, esalta ancora di più i rischi ed i danni a cui i cittadini vanno incontro. “Le piogge molto abbondanti di 300 mm in un giorno, cadute a Scordia (Catania), equivalgono circa alla media annua delle regioni mediterranee – sottolinea ancora Mercalli al programma di RaiTre – Dobbiamo però ricordare che, nemmeno un mese fa, ci sono state piogge ancora più violente nell’entroterra di Genova, con 800 mm d’acqua caduti a Rossiglione. Una quantità che cade in un anno a Milano. E non bisogna nemmeno dimenticare le alluvioni che ci sono state a Como e Varese durante l’ultima estate”.

Cosa può fare la nostra società per affrontare questa situazione? La prima cosa, secondo il climatologo, è la “formazione dei cittadini alle regole di protezione civile, almeno per non rimetterci la pelle. Bisogna essere consapevoli, per esempio, che non ci si deve mettere in strada quando ci sono previsioni di allerte meteo”. Un altro elemento importante riguarda l’urbanistica: “Le valutazioni di criticità sui corsi d’acqua devono essere assolutamente rispettate. Bisogna lasciare uno spazio ai fiumi, altrimenti essi se lo riprendono nei momenti di crisi idrica. Occorre inoltre avere anche il coraggio, in qualche caso, di demolire e trasferire”.

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