Asparago: la stagione è partita in anticipo. Attenzione al meteo

Luciano Trentini: «superfici e produzioni in leggera crescita a livello nazionale»

Asparago: la stagione è partita in anticipo. Attenzione al meteo

La stagione dell’asparago sta entrando nel vivo, con i volumi in continua crescita nei diversi areali di produzione. Per capire le prospettive di questa annata abbiamo contattato Luciano Trentini, della rete tecnica di esperti a livello mondiale (8 membri) sull’asparago costituito in Francia nel 2016.
“In questi ultimi anni, a fronte di situazioni diversificate, legate ad esempio al Covid, al cambiamento climatico, all’aumento dei costi di produzione e della logistica del prodotto, (senza dimenticare le recenti tensioni geopolitiche) l’asparago ha vissuto momenti difficili e la produzione mondiale ha subito una contrazione. Oggi il peggio sembra essere passato e la coltivazione è in leggera ripresa.” 

“Come sempre in Italia è difficile avere dati certi sulla reale consistenza delle superfici coltivate ad asparagi. Stimiamo che oggi le superfici in produzione siano in lieve aumento, pari a 8.000 ettari, in grado di fornire una produzione di circa 50.000 tonnellate all’anno destinate sia al consumo fresco, ma anche alla industria di trasformazione. Le Regioni in cui la coltivazione di questa liliacea è maggiormente diffusa sono la Puglia (40% circa), il Veneto (25 %), l’Emilia-Romagna (18%) e via via le altre. Ricordiamo che su tutto il territorio nazionale la coltivazione è per la produzione di turioni verdi, salvo il Veneto ed il Friuli-Venezia Giulia dove la produzione di asparagi bianchi è molto diffusa (circa il 40-50% della superficie totale coltivata).”

Luciano Trentini

“La produzione dell’asparago – specifica Trentini – subisce notevoli mutamenti da una annata all’altra, poiché particolarmente influenzata dall’andamento delle temperature e della piovosità. Possiamo a questo proposito ricordare un annata 2023, caratterizzato da basse temperature primaverili ed elevata piovosità (con anche allagamenti), che hanno ritardato notevolmente le operazioni di raccolta – soprattutto nel Nord Italia – avviate praticamente dopo la metà di aprile. Il successivo aumento repentino delle temperature ha portato ad un accorciamento del periodo di raccolta e a una riduzione dei quantitativi commercializzati, a cui è seguita una minor disponibilità di volumi sul mercato che ha determinato un rialzo delle quotazioni, che si sono attestate sui 3 euro/chilo di media”.

Nel 2024 le cose sono mutate. Infatti, a fronte di un mese di febbraio e della prima quindicina di marzo di elevate temperature, (temperature dei terreni superiori ai 14-15° C) hanno preso avvio le raccolte con circa due settimane di anticipo rispetto alla norma, nella fattispecie metà marzo. Purtroppo, gli abbassamenti di temperature avvenuti in concomitanza delle festività pasquali, accompagnati da abbondanti piogge, hanno rallentato l’afflusso dei conferimenti al Nord e al Sud Italia. Tuttavia, la buona disponibilità di prodotto proveniente dall’estero, in particolare quello messicano/peruviano fino alle produzioni europee (spagnole in particolare), hanno condizionato il mercato che quota mediamente 1 euro in meno rispetto al prezzo medio del 2023 per il medesimo periodo. In questo momento, pur considerando il valore dell’asparago leggermente inferiore a quello dell’anno scorso, possiamo considerare il prezzo soddisfacente; è comunque prematuro fare bilanci visto che possiamo considerare che siamo all’inizio della campagna di commercializzazione per il prodotto di pieno campo. Speriamo che il rialzo delle temperature sia graduale in modo da avere una regolare fuoriuscita dei turioni. Solo così possiamo evitare la saturazione del mercato.”

“Un occhio particolare – aggiunge Trentini – va dato alle produzioni certificate Dop e Igp, che in questo momento sembrano interessare maggiormente il consumatore, che è disponibile a riconoscere un prezzo più elevato”.
In merito all’aspetto produttivo, l’esperto ci ragguaglia sull’evoluzione produttiva degli ultimi anni: “La tecnica di coltivazione classica è quella del pieno campo, però l’asparago può essere coltivato anche in serra, oppure sotto piccoli tunnel plastici o coperti anche con TNT (tessuto non tessuto ndr). Solitamente la stagione copre l’intero arco primaverile, fatto salvo le coltivazioni riscaldate, che possono essere anticipate regolando la temperatura del terreno nella maniera più opportuna, per esempio utilizzando acque calde da fonte geotermica o da altre energie alternative, come in Veneto, in Friuli, in Lazio e in Toscana, dove ormai le raccolte hanno superato i 30-40 giorni, con buoni risultati produttivi ed economici. In qualche caso e per piccoli quantitativi, l’asparago può essere raccolto anche nel periodo autunnale, in contro-stagione, per alimentare un mercato che seppure ancora limitato, può aiutare l’azienda a gestire meglio la forza lavoro.”

Proprio la manodopera è uno dei fattori più critici in ottica futura: “Oggi i nuovi investimenti sono in ripresa, ma abbiamo davanti sfide importanti che ci aspettano e alle quali dobbiamo dare risposte. Mi riferisco, ad esempio, alla scarsa disponibilità di manodopera, che comporterà un importante sforzo per quanto concerne la meccanizzazione delle operazioni di raccolta automatizzata. Una nuova prospettiva che si potrebbe aprire per questa specie - che possiamo considerare di elevato valore aggiunto - è l’avvento dell’agrivoltaico, che potrebbe aprire nuove prospettive per ottenere asparagi precoci realizzato con tecniche più performanti.”