Gestione nuove mele in reparto: la Gdo si spacca

Cedigross, Gruppo Poli, Coop Italia e Conad a confronto a Marca Fresh

Gestione nuove mele in reparto: la Gdo si spacca

Le mele sono senza dubbio una delle categorie più importanti all’interno del reparto ortofrutta, su questo i distributori sono unanimemente concordi, ma in merito alle soluzioni da mettere in atto per lo sviluppo di questo prodotto, emergono strategie alquanto diverse. 
Un aspetto che è emerso con chiarezza a Marca Fresh, durante il convegno dedicato alla categoria, dove si sono confrontati quattro esponenti di altrettante catene.

Il tema che ha infiammato il dibattito è stata la gestione all’interno del reparto fra nuove e vecchie varietà. Su queste colonne, per la verità, è già dal 2016 che scriviamo di come l’innovazione sia importante per il comparto, a patto che sia effettuata con cognizione di causa (clicca qui per approfondire) per evitare una proliferazione indiscriminata di nuove varietà difficilmente distinguibili da parte del consumatore.

A quanto pare, ascoltando le parole di Gianmarco Guernelli, Responsabile Acquisti Ortofrutta di Conad, siamo stati profetici: “Bisogna fermarsi con l’introduzione incontrollata di nuove varietà. O si propone qualcosa di realmente distintivo o è meglio lasciare perdere. Non si deve imitare il cattivo esempio di altre famiglie, come quella peschicola, dove c’è una confusione che di certo non aiuta il settore. Allo stato attuale sono poche le nuove varietà club percepite come distintive dal consumatore: in Conad, Pink Lady da sola detiene il 45% di quota dei volumi sviluppati dalle nuove varietà, e il restante 55% è spalmato su una pletora di diverse nuove cultivar. Parimenti, le varietà club pesano all’interno della categoria il 10% dei volumi a fronte del 18% degli spazi espositivi. Una riflessione in tal senso è inevitabile e in Conad abbiamo deciso di semplificare l’assortimento dando risalto alle varietà classiche e mantenendo in assortimento solo quelle nuova varietà distintive. Infine, demandiamo alla singola cooperativa la gestione del prodotto locale.”  

In foto da sinistra: Giancarlo Amitrano, Manuel Bonadio, Germano Fabiani, Gianmarco Guernelli

Sulla stessa lunghezza d’onda si trova Germano Fabiani, Responsabile Reparto Frutta presso Coop Italia: “Le nuove mele più interessanti e distintive, al pari di alcune specialità come l’Annurca, cerchiamo di valorizzarle all’interno della MDD premium di Coop, la linea Fior Fiore. Il punto, è che in alcuni negozi arriviamo a proporre ben 30 prestazioni di mele ed è chiaro ed evidente che siamo già al limite con il forte rischio che si debba de-assortire alcune referenze. Infatti, deve essere chiaro che gestiamo dei reparti ortofrutta e non di sole mele, quindi, non potremo inserire nuove cultivar all’infinito, ma sceglieremo quelle realmente distintive e apprezzate dal consumatore”.

Giancarlo Amitrano, Responsabile acquisti ortofrutta e IV gamma presso Cedi Gros, si sofferma sull’esposizione e sul pricing delle nuove selezioni: “Penso che sia importante vivacizzare l’assortimento con nuove cultivar, a patto, ovviamente, che presentino un’elevata qualità organolettica. A questo punto occorre stimolare i clienti del negozio, e le esposizioni teatralizzate che caratterizzano i nostri reparti restano impresse nel consumatore più del prezzo basso. Allo stesso tempo è necessario alzare l’asticella della comunicazione per spiegare le peculiarità di ogni nuova mela, e qui è fondamentale il supporto dei produttori. Infine, occorre adottare scale prezzi adeguate anche per le nuove varietà perché, se si propone al pubblico solo un prezzo alto, sarà difficile uscire dalla nicchia”.

Secondo Manuel Bonadio - Buyer Ortofrutta presso Gruppo Poli, prima o poi le vecchie varietà dovranno farsi da parte: “È solo una questione di tempo prima che le nuove cultivar prendano il sopravvento. Nel nostro areale di competenza, ovvero, il Trentino – Alto Adige e parte del Veneto, il consumatore di mele è molto esigente e competente, e difatti risponde velocemente alla proposta di nuove varietà più performanti. Non a caso prediligiamo il confezionato, che detiene una quota del 70%, in quanto consente di raccontare il prodotto con più efficacia rispetto allo sfuso. Infine, poniamo un’attenzione maniacale alla formazione dei repartisti, anche con degustazioni, in modo che sappiano informare il cliente sulle peculiarità delle nuove varietà”.

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