Patate: alto di gamma e sfuso guidano verso un futuro roseo

Produzione (Pizzoli, Romagnoli, Selenella) e distribuzione (Unicomm e Conad Pac2000a) a confronto

Patate: alto di gamma e sfuso guidano verso un futuro roseo

Exploit del prodotto sfuso, incremento delle linee premium, “sgrammatura” delle confezioni funzionali a nuclei famigliari sempre meno numerosi. Sono questi alcun dei fattori alla base dell’inarrestabile ascesa delle patate negli ultimi anni, condivisi, durante la diretta IFN di ieri, fra produzione e distribuzione. 
In poco meno di un’ora si è assistito, così, a un confronto costruttivo fra esponenti di primo piano del mondo produttivo come: Giacomo Accinelli – Coordinatore Consorzio Selenella, Roberto Chiesa – Direttore Commerciale Romagnoli Spa e Davide Evangelisti – Direttore Commerciale Pizzoli Spa, e il mondo della distribuzione, rappresentato da Michele Capoccia – Responsabile Ortofrutta PAC 2000A e Claudio Fent – Addestratore e Ispettore Ortofrutta Unicomm (Gruppo Selex).

Gdo: negli ultimi anni c’è stato un aumento a valore senza precedenti
“Abbiamo titolata questa diretta “l’inarrestabile ascesa” – spiega il direttore di IFN Roberto Della Casa – proprio perché è quello che emerge dai dati: dal 2019 al 2023, a fronte di un consumo in leggera crescita, c’è stata una esplosione dei prezzi, con un incremento a valore di oltre 30 punti percentuali. Quindi, in barba ad ogni principio di economia per cui a fronte di un aumento dei prezzi cala la domanda, seppur in modo meno che proporzionale per gli alimentari di base”. 

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I numeri complessivi trovano conferma nell’analisi di Michele Capoccia di PAC2000A: “I nostri volumi a rete costante, facendo confronto 2023 vs 2022, sono cresciuti del 20% a volume e del 50% a valore. Lo stesso trend lo stiamo notando anche in queste prime 8 settimane, con incrementi, rispetto allo scorso anno, di oltre il 40 punti a valore e del 16% a volume. Una crescita guidata, in primis, dai nostri prodotto a marchio, dove emerge il ruolo del prodotto premium per il quale, in partnership con il nostro fornitore Pizzoli, abbiamo ragionato su una sgrammatura della confezione, affrancandoci dal classico formato di 1,5 chili, per venire incontro a nuclei famigliari sempre più ristretti. Una tendenza confermata dalla crescita impetuosa dello sfuso, con i volumi che sono raddoppiati da un anno all’altro e che già in queste prime settimane del 2024 mostra un trend altrettanto interessante".

Un’analisi confermata anche da Claudio Fent di Unicomm: “Anche nella nostra rete c’è stata una crescita della patata sfusa veramente impressionante, e parimenti, sono stupito dalla costante crescita, anno dopo anno, della patata al selenio, soprattutto in termini di consumi. Non da meno stiamo avendo grande soddisfazione dal prodotto premium, che nella nostra zona di competenza è identificato con la patata di montagna".

Lo sviluppo dell’alto di gamma è quindi strategico anche per il mondo produttivo, come evidenzia Davide Evangelisti, Direttore Commerciale Pizzoli Spa: “Per noi, lo sviluppo dei prodotti ad alto valore aggiunto è un asset fondamentale, quindi proseguiamo spediti su questa strada, anche perché i numeri raggiunti l’anno passato sono dalla nostra parte, con una forte crescita di questo segmento soprattutto a valore, a dimostrazione di come il consumatore risponda positivamente se riusciamo a proporre un prodotto di grande qualità”.

Per quanto riguarda lo sfuso, i dati relativi al canale Iper+Super confermano una crescita, dal 18 al 21% a valore e dal 16 al 19% a volume fra il 2022 e il 2023. Come detto, la riduzione dei nuclei famigliari, e quindi la necessità di scegliere quantitativi minimi, è ritenuto il motivo principale di questa crescita, ma allo stesso tempo occorre porre la massima attenzione alla qualità proposta evitando di abbassare l’asticella. 

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Di pari passo occorre capire come gestire al meglio la sequenza espositiva all’interno del negozio perché, se da un lato “ci vuole chiarezza per il consumatore e facilità di gestione per il repartista” come evidenzia Fent; guardando in prospettiva “dovremo fare delle scelte a livello espositivo perché dovremo integrare prodotto sfuso con confezioni più contenuti, spesso inserite in supporti verticali. Probabilmente dovremo rivedere la dimensione del collo espositivo”, chiosa Capoccia.

Il contesto produttivo: un 2023 da dimenticare, ma c’è fiducia per il 2024        
Nella categoria del mese avevamo già evidenziato il calo produttivo nazionale del 2023: “Patate: i prezzi al consumo volano, ma i volumi non diminuiscono” (clicca qui per approfondire), dove non si è riusciti a superare il milione di tonnellate. 
In effetti, ascoltando i produttori le criticità non sono mancate: “Il 2023 è stata una annata drammatica, soprattutto per l’Emilia Romagna, che è stata colpita da una sequenza di calamità impressionanti, a partire dall’alluvione”, racconta Giacomo Accinelli Coordinatore del consorzio Selenella che aggiunge: “I programmi di semina per il 2024 a livello nazionale sono stati confermati e si nota un aumento complessivo, e pure in Emilia il comparto ‘tiene’ le posizioni. Quindi, per questa annata alle porte, siamo fiduciosi.” 

Un alto aspetto critico da non sottovalure riguarda la resa produttiva, come sottolinea Roberto Chiesa, Direttore Commerciale Romagnoli Spa: “Difficile fare peggio del 2023, dove, soprattutto in Emilia Romagna, le rese non hanno superato 35 tonnellate ad ettaro, per una produzione commercializzabile pari a 25-28 tonnellate ad ettaro. Questo calo delle rese ha inficiato anche la disponibilità dei tuberi (in calo fra il 20 e 30%) per le semine di quest’anno nel Nord Italia, e questo potrebbe creare dei problemi. Allungando lo sguardo a tutta la penisola, in Sicilia e Puglia assistiamo ad un aumento delle superfici nell’ordine del 5% che entreranno in produzione fra circa un mese; e risalendo l’adriatico ci sono buone prospettive in tutti gli areali di produzione, che dovrebbero compensare il potenziale calo emiliano. In definitiva mi aspetto che potremo tornare a volumi nella media precedenti il 2023”.

L’import corre ma non demonizziamolo. L’italianità rimane un valore fondamentale
“L’import avanza, come dimostrano i dati del 2023. con il progressivo al mese novembre superiore 700.000 tonnellate – Illustra il nostro direttore Roberto Della Casa – ma la sensazione è che lo scaffale sia dominato dal prodotto italiano, anche perché il cliente ha tanta sensibilità sull’origine e questo è ancor più vero sulle patate che sono coltivate sottoterra. La nostra linea editoriale è che non possiamo fare a meno né di import né di export e vorrei capire dai produttori come gestiscono questa dinamica”.

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“Per noi di Selenella – risponde alla sollecitazione Accinelli di Selenella – l’Italianità è un valore imprescindibile, ed è alla base del nostro percorso di crescita. È certamente complicato, garantire un prodotto made in Italy per 365 giorni all’anno, perché dobbiamo necessariamente coinvolgere diversi areali produttivi, ma proprio la capacità di riuscire a produrre con lo stesso standard qualitativo è il nostro punto di forza. L’estero, non lo demonizzo, ma l’importante è che ci sia trasparenza”.

“Sono completamente d’accordo sul discorso della trasparenza – aggiunge Evangelisti di Pizzoli – ed è quello che facciamo quando ci approvvigioniamo dall’estero per garantire l’elevato standard qualitativo delle nostre linee premium, durante quelle poche settimane all’anno dove il prodotto nazionale non è all’altezza del livello richiesto, utilizzando anche un pack ben distinguibile". 

In prospettiva è possibile aumentare la produzione nazionale per dipendere meno dall’estero? “Senza dubbio possiamo incrementare ulteriormente la produzione pataticola italiana – sostiene Chiesa di Romagnoli – a patto che si metta l’azienda agricola nelle condizioni di essere remunerata e questo può essere fatto solo se si costruiscono progetti basati, in primis, su varietà realmente performanti e non come l’80% di quelle presenti sul mercato che provocano solo danni”.
Il tema delle varietà si inserisce nel più ampio tema dell’innovazione, che è ritenuto da tutti i partecipanti alla diretta un elemento imprescindibile per il futuro del settore. In particolare, si dovrà lavorare per ottenere cultivar sia resilienti agli stress ambientali che resistenti ai patogeni (elateridi in primis) senza dimenticare gli aspetti qualitativi del prodotto che dovranno rispondere alle esigenze di un consumatore in continua evoluzione, accompagnata da un'innovazione di prodotto nell'are del servizio e della fruibilità.

“In conclusione – chiosa Della Casa – la patata non è più un alimento 'povero' ma si trasforma in primario, per non dire indispensabile, a cui il consumatore sta dando più attenzione del previsto come si evince dalla crescita del prodotto sfuso e del segmento premium. Questo è stato possibile grazie ad una filiera di eccellenza che sono convinto farà concorrenza alle più blasonate industrie dell’agroalimentare italiano”. (am)

Nella foto di apertura: da sinistra in alto: Roberto Della Casa, direttore di IFN, Giacomo Accinelli – Coordinatore Consorzio Selenella, Roberto Chiesa – Direttore Commerciale Romagnoli Spa; da sinistra in basso: Claudio Fent – Addestratore e Ispettore Ortofrutta Unicomm (Gruppo Selex), Michele Capoccia – Responsabile Ortofrutta PAC 2000A e Davide Evangelisti – Direttore Commerciale Pizzoli Spa

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