Sicilia, una siccità (in)evitabile fra immobilismo ed emergenza

Appena 7 dighe collaudate su 25 negli ultimi 50 anni

Sicilia, una siccità (in)evitabile fra immobilismo ed emergenza

Ormai ne parliamo da mesi, anzi da anni, la Sicilia è tra le aree più a rischio desertificazione del Mediterraneo. Ma cosa è stato fatto negli ultimi anni per ovviare al problema? Forse troppo poco. Non c’è perciò da sorprendersi se ci stiamo avvicinando a quella che viene definita dagli esperti “una delle estati più dure di sempre”. 

Attenzione, però, gli studiosi non si sono svegliati adesso, da oltre vent’anni mettono in guardia le autorità competenti e i vari governi regionali sul rischio desertificazione. Sostanzialmente nessuno può dirsi sorpreso se sull’Isola si cerca di centellinare l’acqua. Attualmente sono 158 milioni i metri cubi di acqua disponibili - a fronte dei 317 necessari per evitare rischi - e ci sono appena 7 dighe collaudate su 25 negli ultimi 50 anni su tutto il territorio siciliano. Questi i numeri illustrati dal ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci.

La gestione inefficiente delle risorse idriche sta riducendo la Sicilia a un deserto - il destino pare difficilmente evitabile - anche se, ovviamente, le condizioni climatiche, sempre più estreme, hanno accelerato il processo. Per l’Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazioni e Miglioramento Fondiario (Anbi): “La Sicilia è già in grande affanno idrico e la disponibilità d’acqua sta tornando a segnare un ulteriore discrimine fra l’Italia del Nord e quella del Sud, con scenari che già ora e in vista dell’imminente stagione calda, si prospettano allarmanti”.

Un po' di dati: tra gli invasi per uso potabile, nella diga Fanaco manca il 92% dell’acqua, ha spiegato Anbi. Le dighe attraverso cui si irriga e produce energia idroelettrica, Pozzillo e Disueri segnano -97% di acqua. Don Sturzo segna il -79% e Furore -74%.

Intanto, qualcosa si muove a Palazzo d'Orleans: infatti, Il governo regionale è pronto a chiedere lo "stato di emergenza nazionale" per la crisi idrica in Sicilia. "Un provvedimento – spiega il presidente della Regione Renato Schifani - che punta soprattutto a garantire l'approvvigionamento di acqua potabile ai cittadini, di quella per il comparto agricolo e zootecnico, oltre che per consentire alle imprese di continuare a lavorare e portare avanti i cantieri nell'Isola. Intanto, abbiamo già attivato gli interventi più urgenti nel breve e nel medio periodo. Per questo, nei prossimi giorni, avvieremo un’apposita campagna di comunicazione per un uso intelligente dell’acqua». 

Tra gli interventi avviati, i lavori per il miglioramento dei sistemi irrigui e la sostituzione a tappeto delle condotte deteriorate per mitigare le perdite diffuse presenti sulla rete, ottenendo contestualmente un risparmio energetico e della risorsa idriche grazie a un finanziamento da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali pari a 18 milioni e 700 mila euro.
Diciamo che si sta provando a salvare il salvabile sperando che non sia troppo tardi. Intanto ci si augura che arrivi qualche pioggia prima di entrare nel clou della stagione calda.