Dop e Igp, il made in Italy vale 13,4 miliardi di euro

Martina: per crescere puntiamo su formazione e organizzazione

Dop e Igp, il made in Italy vale 13,4 miliardi di euro
L'Italia è la regina dei prodotti certificati: ne conta 805 (282 food e 523 wine) tra Denominazioni di origine protetta (Dop), Indicazioni geografiche protette (Igp) e Specialità tradizionali garantite (Stg), per un valore di 13,4 miliardi di euro, il 10% del fatturato totale dell'industria alimentare.

E' quanto emerso ieri alla “Giornata nazionale della qualità agroalimentare”, promossa dal Ministero delle Politiche agricole in collaborazione con Ismea, durante la quale è stata presentato il XIII Rapporto Qualivita-Ismea sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole a denominazioni di origine. In evidenza anche il trend brillante delle indicazioni geografiche sui mercati esteri, con l'export che vale 7,1 miliardi di euro, in forte crescita sull'anno precedente (+8,2%) e pari al 21% all'ammontare complessivo delle esportazioni agroalimentari nazionali.

L'Italia si è fatta valere nel panorama dei cibi a denominazione anche nel 2015 (+9 registrazioni), seguita da Croazia e Portogallo (+8).

L’iniziativa, che rientra nel piano strategico del Mipaaf per la tutela e la promozione dei prodotti di qualità sul fronte nazionale ed estero, ha coinvolto gli operatori del comparto Dop e Igp italiano e il mondo della politica per decidere insieme quali strategie attuare a tutela delle Indicazioni geografiche. Un momento di confronto sullo stato dell’arte e le strategie di sviluppo discusse in sette tavoli di lavoro su temi specifici quali: la sostenibilità delle Ig; l’efficacia dei controlli; l’internazionalizzazione e sviluppo delle Ig; l’evoluzione del sistema dei Consorzi di tutela; il retail e consumatori; la tutela delle Ig e le nuove frontiere del Digital Food.



“Qualità agroalimentare è sempre più sinonimo d’Italia. La nostra leadership nel settore dei prodotti a denominazione – ha affermato il ministro Martina - non è fatta solo di numeri importanti, ma è l’espressione della forza di un tessuto economico e produttivo strettamente connesso ai territori. Un modello che vogliamo rafforzare sempre di più, anche attraverso un salto di qualità sul fronte organizzativo. I dati ci dicono che c’è un potenziale inespresso enorme da liberare, soprattutto al Sud”.

“Stiamo lavorando, da un lato, per supportare al meglio i nostri prodotti di punta, che hanno la forza anche di aprire nuovi mercati, dall’altro per aiutare i produttori ad aggregarsi, sfruttando i vantaggi che il sistema delle denominazioni può portare. Oggi le prime dieci Dop e Igp nazionali sviluppano l’80% del fatturato. Dobbiamo far salire questa lista almeno a venti prodotti nei prossimi tre anni. Per farlo puntiamo su formazione e organizzazione, perché è su questi fronti che serve un cambio di passo. Servono più managerialità e investimenti nel capitale umano per dare futuro alle filiere e ai territori”.



“Come Governo siamo in campo con il piano per la promozione del Made in Italy – ha concluso Martina - con cui abbiamo aiutato tutto il comparto a raggiungere il record dei 36,8 miliardi di export. Il 20% è rappresentato proprio dai prodotti Dop e Igp, una quota molto importante soprattutto se confrontata con i Paesi competitor. Per difendere il vero Made in Italy dalla contraffazione, inoltre, usiamo strumenti nuovi: siamo l’unica istituzione al mondo ad avere accordi con eBay e Alibaba per rimuovere dal web i falsi cibi italiani. Ora è il momento di fare un passo in avanti: accompagnare i produttori in un percorso di crescita che aiuti tutto il sistema di qualità a consolidarsi”.

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