Il Collegio degli agrotecnici critica il ministro Bianchi

Il Collegio degli agrotecnici critica il ministro Bianchi
L’inerzia del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi costringe migliaia di giovani agrotecnici a presentare la domanda di abilitazione professionale nella settimana di Ferragosto. Un ritardo inaccettabile per il Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati che, in una nota stampa, critica aspramente il lavoro del ministro.

"Si sperava che l’arrivo del Professore Patrizio Bianchi al Dicastero di viale Trastevere portasse un miglioramento nell’efficienza dell’attività. Invece è successo il contrario”, si legge nel documento. Che prosegue: “Gli atti a firma del ministro non sono mai stati così in ritardo come adesso. Gli esami abilitanti all’esercizio delle professioni di agrotecnico, geometra, perito agrario e perito industriale sono un caso macroscopico ed eclatante. Le Ordinanze di ciascun esame sono state condivise fra la struttura tecnica del ministero e gli ordini professionali fin dal 16 aprile, con la previsione di essere poi pubblicate nel mese di maggio, come sempre avvenuto. I giovani laureati e diplomati che intendono avviarsi al mondo del lavoro autonomo hanno infatti 30 giorni di tempo, dalla pubblicazione dell’ordinanza, per presentare domanda di partecipazione agli esami, mentre gli albi professionali debbono poi controllare ed istruire tutte le domande pervenute".

Negli ultimi anni, ricorda il Collegio nazionale, le ordinanze erano state pubblicate nelle date del 19 maggio 2020, 7 maggio 2019, 25 maggio 2018, 28 aprile 2017, 15 aprile 2016, 8 maggio2015 e del 9 maggio 2014. La pubblicazione non era quindi mai avvenuta oltre il mese di maggio. Per quanto riguarda l’Albo degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati c’è poi un ulteriore vincolo, il Decreto n. 176/1997 prevede espressamente che la specifica ordinanza debba essere comunque emanata “non oltre il 30 giugno” d’ogni anno; un termine che ha natura “perentoria” ed il cui superamento, pertanto, potrebbe integrare l’omissione di atti d’ufficio.

“Arrivate sul tavolo del ministro Bianchi fra aprile e maggio, le ordinanze lì si trovano tuttora a prendere polvere, perché il ministro non le ha ancora firmate. Ed a nulla sono valsi i molti solleciti rivolti dall’ordine professionale sicché, superata anche la data limite del 30 giugno senza ricevere alcuna certa informazione, al Collegio nazionale degli Agrotecnici - per tutelare gli oltre 1.200 giovani candidati ai propri esami - altro non è restato che procedere (il 9 luglio scorso) a diffidare il ministro Bianchi ad emanare il provvedimento, perché dovuto, avvisandolo che se non lo avesse fatto entro 10 giorni (cioè entro il prossimo 19 luglio) si sarebbe proceduto a segnalare l’omissione alla Procura della Repubblica di Roma, contemporaneamente chiedendo la nomina di un Commissario ad acta che adotti l’ordinanza in luogo del ministro inadempiente”.

In ogni caso, anche ove l’ordinanza venisse firmata e pubblicata nei termini della diffida, per migliaia di giovani diplomati e laureati il 2021 sarà un anno davvero complicato, perché il termine di presentazione delle domande coinciderà con la settimana che comprende Ferragosto. Tutto questo – sostiene il Collegio nazionale – “avviene senza che il ministero abbia mai benché minimamente informato gli albi professionali coinvolti che si paventava un così lungo ritardo sicché, in assenza di qualunque informazione, i candidati sono stati precipitati nella più totale incertezza e molti di loro hanno già rinunciato ad abilitarsi: andranno forse ad ingrossare la fila dei Neet (coloro che non studiano più nè lavorano) dando così magari al ministro l’occasione di farci un bel convegno sopra”.

“Siamo mortificati ed amareggiati - ha dichiarato il presidente del Collegio nazionale, Roberto Orlandi - dal vedere tanto disinteresse e trascuratezza per il destino di migliaia di giovani che chiedono semplicemente di poter accedere al mondo del lavoro, perciò obbligati a sostenere un esame abilitante, che viene loro reso incredibilmente disagevole, fino ad indurli a rinunciarvi. Ma la più grande amarezza è vedere che tutto questo avviene per mano di un ministro di cui avevamo stima. Con prove di efficienza come questa, come si può immaginare che il nostro Paese sia in grado di spendere in maniera decorosa le molte risorse del Recovery fund, che destina al ministero di Patrizio Bianchi ben 31,9 miliardi di euro?”.

Fonte: Ufficio stampa Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati