Vendita sottocosto vietata in Spagna, i dubbi sulla legge

L'associazione Ava-Asaja solleva tre richieste per migliorare la riforma

Vendita sottocosto vietata in Spagna, i dubbi sulla legge
In Spagna è vietata la vendita sottocosto dei prodotti agroalimentari. E’ il contenuto di una riforma della legge sulla filiera alimentare approvata nei giorni scorsi e che coinvolge tutti gli anelli della filiera, dal produttore al consumatore. 
Come riporta il sito dell’associazione valenciana degli agricoltori Ava-Asaja, questo processo legislativo è stato “valutato molto positivamente perché frena pratiche commerciali abusive e rafforza la posizione negoziale di agricoltori e allevatori”.


Un punto vendita della catena spagnola Eroski

Per mettere in pratica questa misura, dall’associazione viene richiesta in primis l’individuazione di un organismo pubblico che monitori costantemente i costi medi di produzione di ogni prodotto.

Inoltre Ava-Asaja lamenta una mancanza della riforma legislativa: il fatto che la legge non preveda il divieto di vendita sottocosto per i prodotti deperibili prossimi alla loro inutilità, purché siano fornite chiare informazioni ai consumatori su tale circostanza.
“Con questa accezione – sottolineano dall’organizzazione – potrebbero essere generalizzate situazioni specifiche e sono a rischio colture valenciane come agrumi, uva, cachi, drupacee e ortaggi”.



Un ulteriore vuoto del nuovo regolamento sussiste sulle importazioni da Paesi terzi. L’associazione lamenta che “la legge sulla catena alimentare non sarà efficace come aspira ad esserlo finchè il governo spagnolo e l’Unione europea non adotteranno una revisione parallela degli accordi commerciali volti a richiedere la reciprocità nel settore fitosanitario e lavorativo ed evitare così la concorrenza sleale dei Paesi terzi che spesso appesantisce i prezzi della produzione europea”.

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