Asparago, al via la campagna di Ortosveva

Ottimo inizio per la stagione ma pesano le incognite trasporti e costi di produzione

Asparago, al via la campagna di Ortosveva
E’ appena iniziata la campagna commerciale degli asparagi di Ortosveva, azienda di Trani (Bt) che commercializza alla Grande distribuzione italiana. “La prima fase produttiva è partita bene, anche se un po' in ritardo rispetto agli anni passati a causa delle temperature fredde – spiega a IFN Simona Porro, responsabile del controllo qualità dell’azienda – ora abbiamo avuto tre settimane di temperature calde che hanno favorito la crescita degli asparagi. Ci riteniamo fortunati a fornirci dai nostri produttori di fiducia, che hanno i terreni sull’Appenino Dauno: è una zona molto favorevole perché il clima è mite e il vento impedisce la formazione di malattie fungine. Ci auguriamo che la stagione prosegua bene perché il prodotto piace molto alla nostra clientela e speriamo che i volumi possano essere maggiori di anno scorso”.



I produttori da cui si rifornisce l’azienda sono distribuiti su un totale di 130 ettari di terreno e negli anni la vendita dell’asparago è cresciuta notevolmente, a tal punto che l’azienda ha investito nell’acquisto di nuovi macchinari.
“E’ molto difficile prevedere i volumi – commenta Porro – la coltura dell’asparago dipende interamente dal clima. Altre aziende hanno investito in sistemi di campo che riescono a contrastare i problemi climatici ma noi li stiamo ancora valutando. Prima è necessaria un’approfondita indagine di mercato considerato che la nostra gamma prodotti conta già su numerose referenze, pari a una trentina: anche se l’asparago rientra tra le referenze di punta, non è di certo l’unica”. Attualmente Ortosveva distribuisce i suoi asparagi lavorati ‘a mazzi’ alle catene della Gdo.


Simona Porro

Costi di produzione, una battaglia in corso
Se molte aziende hanno dovuto stravolgere i propri programmi produttivi a causa dei rincari sulle materie prime, Ortosveva non ha ancora dovuto affrontare queste difficoltà. “Non abbiamo ancora avuto la ‘botta’ perché i nostri fornitori avevano ancora delle rimanenze che stiamo sfruttando ma siamo consapevoli che presto i problemi arriveranno anche per noi – commenta Porro - Per la campagna dell’asparago fortunatamente siamo ancora coperti perché abbiamo acquistato le forniture per gli imballaggi due settimane fa ma stiamo già facendo i conti con gli aumenti di energia e carburante”. Nessun problema per la quarta gamma, che l’azienda acquista già imballata. “Ovviamente abbiamo richiesto diversi preventivi in modo da poter scegliere il più conveniente quando ne avremo bisogno” sottolinea la responsabile del controllo qualità.
Anche lato distribuzione, le relazioni sono abbastanza tranquille: “I distributori cercano di venirci incontro: ovviamente anche loro cercano il prezzo più basso e, siccome la concorrenza è alta, dobbiamo fornire sempre il prezzo migliore”.



Trasporti, per il momento situazione regolare
L’attività di Ortosveva è direttamente collegata alle aziende di trasporti, che distribuiscono i prodotti alle catene distributive del nord Italia. “Siamo strettamente dipendenti da aziende terze, tant’è che con l’ultimo blocco dei trasporti, siamo stati fermi una settimana – spiega Porro – non abbiamo dei nostri autisti e ci rivolgiamo sempre ad aziende terze, per cui dipendiamo sempre dai loro prezzi: attualmente per spedire una pedana spendiamo all’incirca 100 euro, considerati i prezzi attuali del carburante. Per il momento stiamo riuscendo a inviare tutto al nord Italia: i camion partono da noi alle 15 e arrivano a Milano alle 6 del giorno successivo”.



Manodopera, una fortuna da ‘coltivare’
A contribuire al successo dell’azienda è sicuramente il suo personale ‘di fiducia’. “Alcuni lavorano con noi da una trentina d’anni e abbiamo un bel rapporto con tutti i nostri dipendenti – sottolinea Porro – è un rapporto in cui crediamo molto e ci riteniamo fortunati. Si tratta di persone che lavorano dalle 4 del mattino fino alle 13: è fondamentale che si trovino bene in azienda e, da parte nostra, ci fa piacere che in molti siano rimasti”.



Investimenti in tecnologia e packaging
L’azienda si sta attrezzando per investire nell’industria 4.0. “Lavoriamo con il fresco e passano poche ore dalla raccolta alla lavorazione fino alla vendita – dice Porro - per cui abbiamo bisogno di aiuto e di materiali specifici”.
Sul packaging Porro sottolinea come i consumatori siano sempre più interessati a imballaggi biodegradabili o in sostituzione a carta/plastica: “Le aziende di imballaggio non hanno ancora ben compreso il trend perché i prezzi sono ancora molto alti” commenta Porro.
E continua: “Da parte nostra possiamo contare su consumatori molto attenti che, anche sulla nostra pagina facebook, ci segnalano l’eccessivo utilizzo di plastica per i nostri prodotti. Per questo motivo stiamo cercando di ridurre il confezionato per avvantaggiare il broccolo sfuso. Dalla Gdo invece sono ancora in pochi quelli che ci richiedono imballaggi sostenibili. Poi sicuramente tra nord e sud c’è molta differenza: se nelle regioni settentrionali i prodotti preferiti sono quelli confezionati, al sud è ancora molto diffuso lo sfuso”.

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