«Uva Italia, la grande qualità aspetta solo i consumi»

Dalla Sicilia, Bellassai: «Rammarico per le vendite lente, il rientro dalle ferie può aiutare»

«Uva Italia, la grande qualità aspetta solo i consumi»
Un andamento lento per l’uva da tavola in questa campagna 2022, sia in Sicilia che in Puglia, i grappoli non spiccano il volo e scherzo del destino…la qualità non manca. Ovviamente una stagione del genere non lascia dormire sonni tranquilli ai produttori, visti i costi di produzione e della materia prima che sono esorbitanti e l’uva da tavola non è tra coltivazioni più economiche.
La Vittoria e la Black Magic, forse complice l’eccessiva offerta di drupacee, sono passate in sordina però per il comparto è troppo presto per alzare bandiera bianca…l’uva Italia può regalare qualche sorriso nel mese di settembre. 



Dalla Sicilia ecco cosa racconta a IFN Antonio Bellassai, titolare dell’azienda agricola La Bella Assai, operante nel comprensorio di Mazzarrone (Catania) e specializzata in uva da tavola. “Quest’anno la qualità, grazie alle favorevoli condizioni meteo, è strepitosa…i grappoli sono uniformi, con acini grossi e croccanti e il sapore è straordinario. Anche la quantità non manca e siamo preparati ad affrontare tutte le richieste che ci arrivano dall’Italia e dall’estero. Condizioni ideali per affrontare al meglio la stagione se non fosse per i consumi che sono molto limitati”.


Il caro vita si abbatte sui grappoli

L’uva da tavola è un prodotto di eccellenza dell’estate che il consumatore non rinuncia ad acquistare… ma allora ci si domanda: quest’anno cosa ha tirato il freno a mano ai consumi?
Sicuramente, come emerge da produzione e distribuzione, il caro vita si abbatte sulle tasche del consumatore che guarda il prezzo con maggiore attenzione e questo può inficiare le performance dei grappoli, che non sono tra i prodotti più economici visti gli oneri che gli imprenditori affrontano per mettere in produzione i vigneti.
Il 90% delle nostre uve è di categoria premium – aggiunge Antonio Bellassai – e per questo riusciamo a distinguerci sul mercato, ma il problema quest’anno non dipende dai grappoli ma da svariati motivi come la disponibilità economica del consumatore, che si è ridotta, e da una confusione varietale che si palesa davanti gli occhi di chi compra uva. Anche noi produttori abbiamo subito la morsa dei rincari, per produrre un chilo di uva servono 30 centesimi in più rispetto l’anno scorso. Logistica e costo dell’energia elettrica stanno dando forti spallate alle aziende agricole”.



E se anche la produzione non sta imboccando la strada giusta…

C’è troppa confusione – sottolinea il titolare dell’azienda siciliana  – tante uve apirene che affollano il mercato e creano confusione negli acquisti. Si incorre nel rischio di perdere potenziali importanti come l’uva Italia. In molti la stanno estirpando per fare posto alle apirene, che sicuramente hanno vivacizzato il mercato ma devono andare a braccetto con le varietà portanti del nostro Paese – conclude Bellassai - Forse settembre, dopo le pause estive, può dare una scossa al mercato…l’uva non lascerà scontenti nessuno”.

Copyright 2022 IFN Italiafruit News