Alluvione in Veneto: si allagano i campi per salvare le città

Il plauso di Coldiretti alle azioni degli agricoltori

Alluvione in Veneto: si allagano i campi per salvare le città

Ieri (giovedì 29 febbraio, ndr) il Veneto, e Vicenza in particolare, hanno tirato un sospiro di sollievo per l'alluvione che ha colpito il territorio in questi ultimi giorni. 
Per quantità d'acqua, il fenomeno ricordava il disastro del 2010, e anche la tempesta Vaia del 2018, ma che non ha causato gli stessi danni per gli investimenti nella protezione del territorio. Le ondate di piena del Bacchiglione e dell'affluente Retrone hanno causato sì alcuni allagamenti, ma con danni tutto sommato sopportabili.

Numerosi terreni sono finiti sott'acqua, comportando un pesante danno anche al settore ortofrutticolo. Tra i più colpiti - come ha riportato anche Cia Veneto “campi di asparagi completamente sommersi nella zona delle Terme, in provincia di Padova. Sempre nel Bacino termale un terzo dei vitigni attualmente è sotto mezzo metro d’acqua”.
Nel frattempo il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile del Veneto ha emesso un avviso di criticità, valido fino alle 20 del 1° marzo, che aggiorna il quadro determinato dal maltempo nella regione.

Più grave la situazione in Alto Adige, dove una valanga si è staccata a Racines di Dentro, travolgendo tre persone. Il bilancio è di un morto e due feriti gravi. Sulla zona sono caduti fino a 60 centimetri di neve fresca. Altra valanga ad Arabba (Belluno), dove due sciatori sono usciti incolumi in autonomia dalla neve. 

Maltempo, Coldiretti: gli agricoltori allagano campi per salvare la città

E’ anche grazie al sacrificio degli agricoltori veneti che gli effetti dell’ondata di maltempo che ha colpito la regione sono stati meno drammatici di quanto si temeva. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla perturbazione che ha colpito il Nord Italia con frane e allagamenti e allerta in diverse regioni. A salvare, in particolare, la città di Vicenza è stato il via libera delle aziende agricole all’apertura dei canali che hanno inondato le campagne, diminuendo così la portata dei corsi d’acqua che minacciavano il centro città, in accordo con i consorzi di bonifica. Un’operazione che era stata in passato compiuta anche in occasione dell’alluvione in Romagna, per evitare che la piena raggiungesse Ravenna, ma che non è a “costo zero” per le imprese, poiché potrebbe rendere più difficoltose le semine primaverili.

“Il sacrificio delle aziende agricole venete conferma ancora una volta come l’agricoltore sia una figura centrale nella tutela del territorio, l’esatto contrario di come negli ultimi anni è stato dipinto da un estremismo green fuori dalla realtà che ha ispirato direttive europee come quella sul Ripristino Natura” ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Ma dinanzi agli effetti sempre più dirompenti dei cambiamenti climatici è anche strategico intervenire con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale. (am)

Le foto sono tratte dalla pagina facebook di Coldiretti Veneto e sono relative all'alluvione sui Colli Euganei, dove vigneti e campi pronti per la semina sono finiti sott'acqua.

Fonte: Ansa, Regione Veneto, Ufficio stampa Coldiretti e Cia Veneto