Angeleno: ottime quotazioni in campagna

La susina tocca punte di 0,90 euro al chilo alla produzione e 1,60 euro al mercato

Angeleno: ottime quotazioni in campagna

Da poco più di una settimana è iniziata la raccolta della susina Angeleno, da anni punto di riferimento per la produzione nazionale, soprattutto negli areali del Nord Italia, Emilia-Romagna in primis. Un successo giustificato in primo luogo dalla lunga conservabilità, che ne consente la commercializzazione fino a dicembre, e anche dalle caratteristiche pomologiche e produttive interessanti.

Dopo una campagna 2022 caratterizzata da prezzi alla produzione molto bassi (clicca qui per approfondire), a causa di una offerta superiore alla domanda, nelle campagne italiane già ad agosto c’era grande attesa per capire le quotazioni di quest’anno.   

I primi rumors prevedevano quotazioni in netto rialzo e, dopo una settimana dall’inizio dei raccolti, le ipotesi sembrano confermarsi. Infatti, diversi operatori del settore ci hanno segnalato come il prezzo in campagna per un prodotto di buona qualità, calibro 40+, si aggiri fra 0,70-0,80 euro al chilogrammo, che possono diventare 0,50 euro al chilogrammo se la produzione è stata leggermente grandinata o 0,90 euro al chilogrammo se la partita è di pregevole qualità. Questo trend alla produzione è confermato anche dalle prime contrattazioni nei mercati all’ingrosso, dove in questo momento non si compra nulla al di sotto di 1,60 euro al chilogrammo (clicca qui per vedere la nostra ultima panoramica dal centro agroalimentare di Rimini).

In pratica, da un anno all’altro la situazione si è letteralmente capovolta, almeno in questo primo scorcio di campagna, e la motivazione è da ascriversi al deciso calo produttivo che ha interessato soprattutto gli impianti di Angeleno dell’Emilia-Romagna, colpiti prima dalle gelate tardive e poi dall’alluvione. 
In linea di massimo il basso carico produttivo sta favorendo la qualità dei frutti, e si auspica che questo possa dare impulso ai consumi, in contrazione negli ultimi anni a causa di una offerta spesso non all’altezza delle aspettative, dovuta in larga parte all’adozione di tecniche colturali che hanno esasperato l’aspetto produttivo a discapito di quello qualitativo.