Dal campo
Angurie, assortimenti e prezzi identici fra le insegne. La differenza? Il prodotto-servizio
Prima gamma, strategie allineate tra supermercati e discount: i risultati dell’indagine su 12 punti vendita

Il mercato dell’anguria, pur avendo attraversato quest'anno settimane complesse, sta vivendo ormai da alcuni anni una fase di trasformazione che merita attenzione. In questo scenario la GDO ricopre un ruolo centrale, sia per la capacità di orientare l’offerta, sia per il peso crescente delle dinamiche di servizio. L’indagine condotta su 12 punti vendita del Nord Italia – 8 supermercati e 4 discount, tutti oltre i 1.500 mq – offre un quadro interessante per comprendere le strategie commerciali messe in atto.
Supermercati e discount: strategie sempre più simili
Sorprende constatare come le due formule distributive abbiano oggi un’impostazione molto vicina per questo prodotto. Numero di referenze, tipologie in assortimento e politiche di prezzo risultano, nella maggior parte dei casi, quasi sovrapponibili. La vera discontinuità è rappresentata dall’area del prodotto-servizio: mentre nei discount ci si limita a una sola referenza, alcuni supermercati arrivano a proporre fino a 6-8 prestazioni. La differenza nasce dalla presenza o meno di un laboratorio interno, che nei supermercati consente di ampliare l’offerta con tagli e porzionature, elemento difficilmente replicabile nei discount.

L’assortimento: basi comuni, poche varianti
L’analisi degli scaffali conferma una sostanziale uniformità. Con l’eccezione di Conad ed Esselunga, che superano le dieci referenze complessive (sommando I gamma, I gamma evoluta e IV gamma), la maggior parte degli altri punti vendita si attesta tra le quattro referenze tipiche dei discount e le cinque dei supermercati.
Lo schema dei discount è piuttosto lineare: tre referenze di I gamma – mini, midi nera senza semi e tradizionale – più una proposta di I gamma evoluta, generalmente la fetta confezionata dal produttore. Nei supermercati la base è la stessa, con una media di 3,3 referenze di I gamma per insegna. Solo in pochi casi si arriva a quattro o cinque varianti, ma il trio rimane dominante.
Quando presenti, le differenziazioni passano attraverso leve precise: l’introduzione dell’anguria gialla (vista anche in Eurospin), l’affiancamento alla Crimson della varietà Miyako nel segmento tradizionale, oppure il biologico – individuato soltanto nello spazio Almaverde Bio. A questo si aggiunge il gioco dei marchi: MDD e brand del produttore si alternano, soprattutto nelle tipologie baby e midi seedless, dove la segmentazione di prezzo è più evidente.

Il vantaggio della taglia ridotta
Un ulteriore elemento di competitività riguarda la gestione degli spazi espositivi. Le angurie mini e midi si adattano con facilità alle confezioni standard 40x60, ai bins e ai mini-bins, rendendole versatili anche per punti vendita di prossimità. Le angurie tradizionali di grossa pezzatura, al contrario, necessitano del bins classico, meno gestibile soprattutto nei negozi di ridotte dimensioni. Questa caratteristica, unita al posizionamento di prezzo, e soprattutto, a nuclei famigliari sempre meno numerosi, spiega il crescente peso delle tipologie a taglia ridotta nell’offerta della Gdo.
Varietà e marchi a confronto
Sul fronte varietale, l’anguria tradizionale rimane dominata dalla Crimson, mentre la midi nera seedless si conferma la più dinamica. A sostenerla non è soltanto il marchio Perla Nera, che presidia anche i materiali espositivi e la comunicazione in store, ma anche la diffusione di altri brand del produttore e, in alcuni casi, dell’MDD che è inserita o come unica referenza o come alternativa al brand.
La mini anguria segue una dinamica simile: qui sono Gavina e Solinda a dettare la linea. La prima è riconoscibile per la buccia verde chiaro e, più di recente, per la nuova tipologia a buccia nera, mentre la seconda ha già una base consolidata grazie alla costanza di performance. Anche in questo caso, il ruolo del marchio è determinante nel differenziare l’offerta e nel rafforzare la percezione di qualità da parte del consumatore.

Prezzi: un mercato a più velocità
Analizzando l’andamento dei prezzi nella I gamma, emerge una scala ben definita: mini nera senza semi a 1,60 €/kg, baby a 1,20 €/kg e tradizionale a 0,69 €/kg. Questi sono prezzi medi, riferiti al mese di luglio, momento in cui è stata svolta la rilevazione; quindi, non rappresentativi dell’intera campagna ma danno l’idea della scala prezzi ben evidente fra le diverse tipologie. All’interno di queste i valori rimangono sostanzialmente allineati, con scostamenti minimi tra insegne (a prescindere che siano supermercati o discount) della stessa piazza. L’unica eccezione significativa è la midi nera seedless a marchio Perla Nera, che mantiene un differenziale stabile di 20-30 centesimi/kg rispetto ai concorrenti, consolidando così un posizionamento premium.
La I gamma evoluta restituisce invece un quadro più eterogeneo. La media di 1,80 €/kg riflette un prezzo accessibile per confezioni da 1-2 kg, ma la forbice va da 0,79 a 2,89 €/kg. Il valore massimo è stato rilevato in un discount, dove era presente prodotto porzionato direttamente dal fornitore, soluzione che inevitabilmente comporta un costo più alto. Nei supermercati, invece, le lavorazioni interne permettono di mantenere i listini più vicini alla fascia centrale, rendendo l’offerta più competitiva.
Un discorso a parte riguarda la IV gamma, che fatica ancora a trovare spazio: presente solo in circa un terzo dei supermercati analizzati, si limita quasi sempre al bicchiere con cubetti già pronti. L’eccezione è rappresentata da Esselunga, che ha introdotto mini fette e tranci confezionati nel tentativo di ampliare un segmento che però resta penalizzato da un prezzo medio vicino ai 9 €/kg.
L’indagine delinea un mercato dell’anguria strutturato su tre livelli. La I gamma resta il cuore dell’offerta, con un mercato livellato e competitivo, dove l’introduzione della marca coniugata a nuove prestazioni, ha consentito di generare valore. La I gamma evoluta rappresenta invece il terreno di maggiore sperimentazione e differenziazione: qui i supermercati possono costruire un reale vantaggio competitivo, sfruttando i laboratori interni e la capacità di offrire un servizio calibrato. La IV gamma, infine, si conferma ancora una nicchia, frenata da costi elevati e da una diffusione limitata.

Il commento di Nunhems
Angelo Vitiello, Area Sales Manager centro-sud e Account Manager melone e anguria: “Stiamo lavorando all’ampliamento del nostro assortimento con varietà che possano andare in contro alle richieste dei nostri clienti e che si adattino bene alle nuove sfide dovute ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di offrire varietà di alta qualità e performanti, che rispettano le necessità di tutti gli attori della filiera”.
Questo articolo è stato lanciato in anteprima sul servizio di aggiornamento settimanale su WhatsApp di BASF | Nunhems dedicato a melone e anguria (clicca qui per sapere come effettuare l'iscrizione).
