Assicurazioni, un fondo per rilanciare le polizze

La franchigia del 20% sale al 30% per l'ortofrutta

Assicurazioni, un fondo per rilanciare le polizze

La riforma della Politica agricola comune (Pac) sta provando a rivoluzionare il mondo dell'assicurazione per le aziende ortofrutticole italiane.
In primo luogo, infatti, è destinato ad alzarsi il numero delle imprese assicurate contro gli eventi atmosferici avversi; fino allo scorso anno - come riporta Il Sole 24 Ore - era pari a circa l'11% del totale per un valore delle produzioni assicurate del 23% e con un forte squilibrio a favore del nord del Paese (più propenso ad assicurarsi). Con la riforma della Pac è stato introdotto un prelievo del 3% sugli aiuti diretti che andrà ad alimentare un fondo destinato a incentivare una corretta gestione del rischio in agricoltura.  Questo prelievo corrisponde, quindi, ad una assicurazione (minima) obbligatoria che viene estesa a tutte le aziende agricole attive, percettrici di aiuti Pac e iscritte al registro delle imprese.

A gestire questo nuovo fondo (che in Italia si chiama Agricat) è l'Ismea attraverso una società anch'essa denominata Agricat che è entrata in funzione dal 1° gennaio di quest'anno in fase sperimentale, mentre è della scorsa settimana il varo di un decreto che ne ha definito alcuni criteri di funzionamento. Il fondo è alimentato dalla trattenuta del 3% sugli aiuti diretti Pac a copertura della quota 'privata', che equivale per l'Italia a un budget di 350 milioni di euro. Con questo budget le aziende hanno diritto a una copertura nei confronti degli eventi catastrofali gelo/brina, alluvioni e siccità". La franchigia è del 20% e sale al 30% per il settore ortofrutticolo, mentre resta al 20% oltre che per i seminativi, anche per gli agrumi e l'olio d'oliva.
Ma, soprattutto, va sottolineato che la copertura prevede limiti di indennizzo e di conseguenza paga non sul valore della produzione ma di un indice di costo definito da Ismea e approvato dal ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare". Se fino all'anno scorso si assicuravano in media 70 mila aziende agricole sulle 770 mila totali, oggi almeno le 500 mila attive, percettrici di aiuti Pac (che vantano una produzione lorda vendibile di almeno 7mila euro) avranno la copertura contro gli eventi catastrofali. Ancora da sviluppare resta invece il tema della stipula di polizze sui danni complementari. 
Contro siccità e grandine, poi, non basta più ragionare solo in termini assicurativi. Occorre un ragionamento più ampio, di efficientamento del sistema, come cambiare la tipologia di produzione e utilizzare cultivar più resistenti. Come riporta sempre Il Sole 24 Ore, gli eventi atmosferici improvvisi sono destinati a ripetersi con una frequenza sempre maggiore: per esempio in alcuni territori dell'Emilia Romagna e non solo, si sono verificati danni da gelo sulle produzioni ortofrutticole in 4 anni sugli ultimi 5, mentre in Trentino Alto Adige, già da qualche anno, si stanno spostando i vigneti in altitudine come risposta al caldo estivo. Significa che è necessario ripartire dal campo, dalle tecniche di produzione e dalla scelta delle cultivar. Un'ottima risposta può arrivare dalle tecnologie, a partire da un attento monitoraggio dei territori e dei dati raccolti per rafforzarne la competitività tramite misure ad hoc. Per far fronte alla siccità, ad esempio, si può puntare ad un miglioramento dell'irrigazione: a parità di produzioni quali-quantitative, con le nuove tecniche è possibile risparmiare tra il 30 e il 70% di acqua.