Attualità
Batteriosi del kiwi: Faenza chiama, Latina risponde
Il Psa torna a farsi vedere. Palara (Agrintesa) e Grassi (Apofruit): non abbassare la guardia
“C’è un ritorno di infezioni importanti, con percentuali di piante colpite vicine al 15-20% nei casi più gravi”. Così Ugo Palara, responsabile dell’Ufficio tecnico di Agrintesa, spiega a Italiafruit News come la batteriosi dei kiwi è tornata a preoccupare i produttori romagnoli.
“In realtà non c’è niente di nuovo – spiega Palara – Per due anni le condizioni climatiche sfavorevoli hanno tenuto nascosto il batterio (Pseudomonas syringae pv actinidiae) che quest’anno, grazie soprattutto a temperature sufficientemente basse, è tornato a manifestarsi”.
Al momento, però, non sembra che in Romagna ci sia un aumento delle superfici colpite. “Stiamo ritrovando il batterio negli stessi frutteti dove l’avevamo lasciato. Va anche detto che, dove è stato innestato il nuovo kiwi giallo G3 ci sono solo piccole tracce, che non destano particolare preoccupazione. Segno anche che i nuovi sistemi di propagazione sono più sicuri di un tempo e che gli innesti di G3 su Hayward hanno quasi rappresentato una forma di risanamento degli impianti”.
“C’è poi da segnalare un altro fenomeno – conclude Palara – Molte delle analisi condotte da laboratori accreditati hanno riscontrato la presenza dell’altro Pseudomonas, il syringae pv syringae. Quindi, in casi controversi, è importante avere certezza del ceppo batterico. In ogni modo, non abbassare mai la guardia, ma approfondire i controlli”.
La ricetta è sempre la stessa: massima allerta e ispezionare i frutteti pianta per pianta, se non quotidianamente almeno una volta ogni due giorni. E poi pulire, potare, estirpare.
Lo conferma anche Andrea Grassi, direttore tecnico di Apofruit, che per Italiafruit News commenta la situazione a Latina, altro importante areale di produzione del kiwi, dove si riscontra la medesima recrudescenza. “Gli ultimi due anni di inverni miti hanno in parte illuso i produttori, che però erano preparati a rivedere il batterio una volta tornate le condizioni a lui favorevoli”.
Anche se a Latina la presenza della batteriosi è diffusa, non ci sono casi gravissimi. “Ma il Psa si sta espandendo anche in territori considerati indenni – avverte Grassi – Non serve il pessimismo, ma il massimo impegno da parte di tutti. Rispetto a qualche anno fa, poi, sappiamo come gestire la malattia”.
“Al momento si sta manifestando quasi esclusivamente su kiwi Hayward, mentre abbiamo trovato solo sporadici casi di G3 colpiti. Abbiamo chiesto ai produttori massima attenzione, soprattutto per quanto riguarda la gestione del frutteto: non esagerare con le concimazioni, le irrigazioni e le produzioni. Perché – conclude Grassi – mantenere un frutteto equilibrato, meno stressato, dà più chance di controllare le infezioni”.
Copyright 2017 Italiafruit News
“In realtà non c’è niente di nuovo – spiega Palara – Per due anni le condizioni climatiche sfavorevoli hanno tenuto nascosto il batterio (Pseudomonas syringae pv actinidiae) che quest’anno, grazie soprattutto a temperature sufficientemente basse, è tornato a manifestarsi”.
Al momento, però, non sembra che in Romagna ci sia un aumento delle superfici colpite. “Stiamo ritrovando il batterio negli stessi frutteti dove l’avevamo lasciato. Va anche detto che, dove è stato innestato il nuovo kiwi giallo G3 ci sono solo piccole tracce, che non destano particolare preoccupazione. Segno anche che i nuovi sistemi di propagazione sono più sicuri di un tempo e che gli innesti di G3 su Hayward hanno quasi rappresentato una forma di risanamento degli impianti”.
“C’è poi da segnalare un altro fenomeno – conclude Palara – Molte delle analisi condotte da laboratori accreditati hanno riscontrato la presenza dell’altro Pseudomonas, il syringae pv syringae. Quindi, in casi controversi, è importante avere certezza del ceppo batterico. In ogni modo, non abbassare mai la guardia, ma approfondire i controlli”.
La ricetta è sempre la stessa: massima allerta e ispezionare i frutteti pianta per pianta, se non quotidianamente almeno una volta ogni due giorni. E poi pulire, potare, estirpare.
Lo conferma anche Andrea Grassi, direttore tecnico di Apofruit, che per Italiafruit News commenta la situazione a Latina, altro importante areale di produzione del kiwi, dove si riscontra la medesima recrudescenza. “Gli ultimi due anni di inverni miti hanno in parte illuso i produttori, che però erano preparati a rivedere il batterio una volta tornate le condizioni a lui favorevoli”.
Anche se a Latina la presenza della batteriosi è diffusa, non ci sono casi gravissimi. “Ma il Psa si sta espandendo anche in territori considerati indenni – avverte Grassi – Non serve il pessimismo, ma il massimo impegno da parte di tutti. Rispetto a qualche anno fa, poi, sappiamo come gestire la malattia”.
“Al momento si sta manifestando quasi esclusivamente su kiwi Hayward, mentre abbiamo trovato solo sporadici casi di G3 colpiti. Abbiamo chiesto ai produttori massima attenzione, soprattutto per quanto riguarda la gestione del frutteto: non esagerare con le concimazioni, le irrigazioni e le produzioni. Perché – conclude Grassi – mantenere un frutteto equilibrato, meno stressato, dà più chance di controllare le infezioni”.
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