Cachi, non sono immuni alla siccità

Fabbri: «Calibri inferiori ma qualità elevata»

Cachi, non sono immuni alla siccità

"È presto per fare bilanci sulla campagna iniziata, ma di certo il calibro medio-piccolo la fa da padrone e i anche i prezzi iniziali non tengono conto dei costi aggiuntivi che ci sono stati in produzione”. Tra le regioni più vocate per la produzione dei cachi c’è l’Emilia-Romagna, dove Roberto Fabbri, socio di Agribologna e titolare della società agricola Fabbri, in quel di Santarcangelo di Romagna ne coltiva 12 ettari. 


“La siccità estiva ci ha regalato un numero di frutti medio-piccoli maggiore rispetto agli anni scorsi – spiega a IFN - ma allo stesso tempo significa che le qualità organolettiche del frutto sono ancora migliori perché il caco risulta meno diluito. Le macrocellule interne sono più compatte e quindi il frutto è più carnoso”. 
 

A livello produttivo si registra una produzione non abbondante, ma comunque buona. “Nonostante i freddi primaverili si registra una produzione più che sufficiente, non ottima però perché i calibri non sono quelli sperati”.


Ai giorni attuali i prezzi per il calibro più piccolo, il 22, si aggirano attorno ad 1,60-1,70 euro al kg, il 24 si attesta sui 2,20-2,40 euro al kg e per il 26-28, il più carente, sui 2,50-2,80 euro al kg. “Finché i prezzi sono questi, sono risicati considerando le spese aggiuntive che abbiamo avuto in fase di produzione, ma dalla prossima settimana inizieranno a calare di 20/30 centesimi al chilogrammo perché aumenta l’offerta”. 
 

Il tema dei rincari energetici riguarda tutte le realtà, ma in particolare i produttori di cachi che devono fronteggiare anche i costi di detannizzazione. “Questi frutti necessitano di una temperatura costante con forni tenuti accesi a 22 gradi costanti anche di notte e per quest’anno vediamo che il costo è almeno triplicato”.
 

L’attività commerciale è iniziata da appena una settimana e i consumi sembrano essere interessanti. “Per ora sono in linea con gli anni precedenti, ma perché nei banchi dei supermercati che non hanno molta frutta. Il caco soffre la competizione di mele, pere e in particolare gli agrumi che da fine ottobre sono giù sul mercato. Si tratta di frutti che vanno su tutte le tavole e il caco tradizionale inevitabilmente ne fa le spese perché è un prodotto di nicchia che i giovani non amano particolarmente, il suo target è più adulto. Speriamo di risollevarci dopo, con la varietà Rojo Brillante che abbraccia una fascia di consumatori più larga perché anche i giovani lo apprezzano”.

Il prodotto premium diretto alla Gdo è confezionato per il consorzio Agribologna nel vassoio con coperchio contenente 2, 4 o 6 frutti. Per i mercati generali invece è previsto un packaging più minimal composto solo da vassoio.