Canale di Suez ormai tagliato fuori. Cosa succederà la prossima stagione?

Delpozzo (Nord Ovest): «Imprescindibile valutare tutte le soluzioni»

Canale di Suez ormai tagliato fuori. Cosa succederà la prossima stagione?

Quello che si temeva è accaduto: il Canale di Suez è oramai tagliato fuori dalle rotte marittime a causa della nota crisi in Medio-Oriente. Ovviamente già ci si proietta alla prossima stagione per l'export italiano di ortofrutta, che partirà nell'estate e non mancano i rischi soprattutto per l’imminente campagna dell’uva da tavola. A IFN facciamo il punto con Massimo Delpozzo, direttore commerciale di Nord Ovest.

“Possiamo dire che la situazione, in tutta la sua complessità, è stabile. Il Canale di Suez viene evitato dalle compagnie marittime e possiamo quindi affermare che è tagliato fuori dalle rotte commerciali; dunque, circumnavigare l’Africa è la normalità oggi; inoltre, le schedulazioni delle navi in alcuni casi non sono regolari, per cui, oltre al tempo di transito allungato, si aggiungono modifiche in corso di navigazione che dilatano il tempo di arrivo al porto finale. Continua, quindi, la fase di normalizzazione della crisi, cercando soluzioni adatte per la filiera”.

La campagna export per mele e kiwi è giunta quasi al termine ma si pensa già alla prossima stagione. “Gli effetti negativi sulla campagna in corso sono stati evidenti, anche perché nessuno si aspettava un’escalation di questo tipo; è ragionevole pensare che la  prossima campagna export, che partirà da agosto-settembre 2024, inizi con questo genere di problematiche”. Intanto si valutano nuove soluzioni in arrivo. “Con questi presupposti insieme ai nostri partner e ai nostri clienti stiamo ragionando a 360° su nuove strategie impattanti anche sui metodi di stoccaggio”

Stagione estiva
“Sicuramente il comparto dell’uva da tavola potrà subire un impatto significativo; parliamo di prodotto di origine pugliese e siciliana molto apprezzato in Medio Oriente che manterrebbe un buon tempo di transito verso l’Arabia Saudita ma perderebbe molto per tutte le altre destinazioni, un ipotetico trasbordo (da container a reefer truck) avrebbe un impatto economico superiore al nolo mare; purtroppo ci troviamo di nuovo a commentare costi alti e limiti logistici.

Il lavoro di squadra sarà imprescindibile perché, se le aziende ortofrutticole dovessero perdere opportunità di esportazione, di conseguenza, anche per noi la perdita sarà rilevante; dunque, la filiera dovrà collaborare il più possibile per vincere questa sfida".