Che stagione sarà per le drupacee? Pesche in piena produzione, albicocche fra alti e bassi

Un'analisi dai principali areali: Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia

Che stagione sarà per le drupacee? Pesche in piena produzione, albicocche fra alti e bassi

Che stagione sarà per le drupacee? A poche settimane dai primi stacchi, è la domanda che si stanno facendo gli operatori del settore e a cui abbiamo cercato di dare risposta contattando diversi esperti all’interno dei principali areali produttivi nazionali.
È doveroso premettere che siamo nelle fasi iniziali e, come sappiamo, il quadrò è suscettibile di cambiamenti, ma alcuni aspetti sembrano essere oramai delineati. In linea di massima la stagione è in anticipo rispetto allo scorso anno di circa 10-15 giorni, soprattutto al Nord, dove in alcuni areali si sta già procedendo al diradamento delle prime albicocche
Nel comparto pesche-nettarine c’è stata una fioritura abbondante e quindi la carica produttiva sembra in netta crescita rispetto agli anni passati; nell’albicocco, invece, la situazione è decisamente più eterogenea tanto al Nord quanto al Sud, poiché si passa da varietà in piena produzione, ad altre decisamente più scariche. Discorso simile anche per ciliegio e susino, ma in misura minore. Diversi tecnici sottolineano come l’inverno non sia stato particolarmente freddo e questo può aver inficiato nel raggiungimento del fabbisogno in freddo e, questo può essere la causa di un comportamento così diverso in funzione della varietà. Parimenti, il maltempo che ha colpito diversi areali durante la fase di fioritura, è fra gli imputati, ma siamo ancora nel campo delle ipotesi da verificare nelle prossime settimane. 

Infine, rispetto alle ultime annate non si sono verificate gelate, ma non possiamo ancora ritenerci fuori pericolo: diversi esperti Meteo affermano come alcuni modelli prevedano per la prossima settimana rischio gelate, soprattutto al Nord Italia, ma è ancora tutto da confermare. 
Di seguito, il dettaglio dai diversi areali: Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia.

Veneto: ottimi presupposti per pesche e nettarine
Per l’areale veneto si sta registrando un’ottima partenza, come ci spiegano dall’azienda Marco Girelli in provincia di Verona, che ha dedicato a pesche e nettarine una superficie pari a 12 ettari.
“Quest’anno la campagna è partita con una settimana di anticipo e attualmente ci troviamo nella fase fenologica della scamiciatura”, spiega a IFN Michele Girelli, coadiuvato nell’omonima azienda dal fratello Giorgio. “L’azienda ha investito quest’anno in nuove superfici, anche per portare avanti il progetto della pesca di Verona Igp”(clicca qui per approfondire).

Le piante di pesco presso l'azienda agricola Girelli

E continua: “Di pesche sulle piante ce ne sono tante e sono anche molto belle; in breve tempo interverremo anche con il dirado. Il nostro obiettivo primario rimane quello di produrre frutti di qualità: considerato che quest’anno i volumi attesi sono superiori rispetto all'anno scorso, il dirado è l’unico strumento che ci permette di fare selezione e rispettare così il disciplinare della pesca di Verona Igp, sotto cui vogliamo commercializzare sempre più frutti”.
Attualmente le pesche non presentano particolari problemi fitosanitari e la produzione è partita bene anche per le abbondanti piogge che hanno giovato alle piante.

Giorgio Girelli

Emilia-Romagna: bene pesche e nettarine; in chiaroscuro le albicocche
Ci spostiamo al Consorzio Agrario di Ravenna dove il tecnico di campagna, Sigfrido Bedeschi, ci ragguaglia sullo stato dell’arte e le prospettive per la campagna delle drupacee negli areali di pianura.
“Le albicocche presentano i frutti ingrossati, mentre pesche e susine sono alla scamiciatura. Le ciliegie mostrano una situazione variabile e, a seconda delle zone, passando da piena fioritura a scamiciatura. Rispetto alla media, possiamo dire che lo stadio fenologico è in anticipo di almeno dieci/quindici giorni - dichiara Bedeschi a IFN - Quello che notiamo nelle albicocche è una differenza nella carica produttiva degli impianti a seconda delle varietà; per esempio la Kyoto e la Pricia si presentano molto cariche, mentre altre cultivar sono più scariche, nonostante nella fase di fioritura non sembravano esserci criticità. Non sappiamo ancora se parlare di aborto florale o di scarsa impollinazione. Per quanto riguarda le pesche e nettarine, l’impressione a scamiciatura è che probabilmente ci sarà una piena produzione. Nelle susine gli impianti si presentano al di sotto delle aspettative, soprattutto per l’Angeleno”. 

Due varietà nello stesso areale: a sinistra si nota una situazione di scarica produttiva, a destra di carica

A livello fitosanitario quando parliamo di criticità in campo, Bedeschi menziona una presenza della bolla del pesco non critica ma da gestire. La ragione è da ricercare nelle temperature invernali miti che hanno permesso la sopravvivenza del fungo. Un altro aspetto critico sarà il tema dell’irrigazione in quanto i terreni si presentano asciutti, anche se gli alberi da frutto attualmente non mostrano grossi bisogni idrici. 
“Il problema più grande al momento è rappresentato dal reperimento della manodopera, soprattutto per le varietà con forte allegagione che saranno da diradare e, poi, ovviamente la criticità si traslerà sulla fase di raccolta”, conclude Bedeschi. 

Spostandoci nell’areale collinare, il produttore Loris Babbini dell'Azienda agricola Le Bagnare, situata nella frazione di Carpineta (Cesena), evidenza alcune criticità, soprattutto su albicocco: “Alcune varietà mostrano una produzione nettamente inferiore rispetto al potenziale, anche della metà, se non oltre. A mio avviso questo fenomeno è dovuto al mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo di alcune varietà, che può aver provocato la colatura dei fiori, ma occorreranno indagini approfondite dagli esperti per spiegare questo fenomeno”. E aggiunge: “Decisamente meglio per il ciliegio, dove alcune varietà sono a uno stadio avanzato, mentre altre sono a fine fioritura. In questo caso non si segnalano particolari criticità e questo ci fa ben sperare per il proseguo della campagna”.

Pesco della varietà Royal Glory coltivato da Bedeschi

Puglia: piena produzione per pesche e nettarine. In calo le albicocche. Attenzione a Ferrovia.
Per l’areale pugliese prende la parola Nereo De Angelis, tecnico commerciale di Bayer Crop Science Italia, attivo nell’areale pugliese di San Ferdinando (Bat), fra le zone più vocate per la produzione di pesche, nettarine e percoche.
“Per quanto riguarda i frutti precocissimi, siamo già in pieno diradamento, mentre nelle altre inizieremo a breve”, spiega De Angelis a IFN. E continua: “In generale per pesche e nettarine non ci sono problemi, e si prospetta un’annata di piena produzione, a parte quei pochi frutteti che hanno subìto attacchi di afidi e di oidio”.

“Stiamo invece registrando qualche criticità in più per le albicocche di origine francese; infatti, sul territorio d’Oltralpe, le ore di fabbisogno in freddo sono di gran lunga superiori alle nostre e nasce da qui la difficoltà di adattamento di alcune cultivar. Per questo motivo abbiamo assistito alle colature dei fiori ma parliamo di problemi che si verificano con una percentuale del 15-20% sul totale produttivo. Per quanto riguarda le ciliegie, le varietà più vecchie, come Ferrovia, iniziano a registrare qualche criticità ma, in buona parte degli areali dedicati, è in atto una riconversione degli impianti con nuove selezioni che, essendo autofertili, sono decismente più produttive”. E aggiunge: “Per le pesche ci stiamo trovando molto bene con le varietà testate in Spagna, dove il fabbisogno di ore in freddo è decisamente più simile al nostro”.
Gli unici problemi per la stagione delle drupacee si registrano in termini di irrigazione: “Consideriamo che gli invasi hanno ridotto di molto la disponibilità di acqua (da 2.200 metri cubi a 1.600 metri cubi ad ettaro) e ci sarebbe bisogno di maggiori risorse idriche. Il 60% della produzione è servito dal consorzio di bonifica che, fortunatamente, in questi giorni dovrebbe aprire. Speriamo che il clima rimanga stabile in modo da garantire una produzione costante e di qualità”.

Una pianta di albicocco in Sicilia

Sicilia: stagione in anticipo. Preoccupa la scarsità d’acqua
In Sicilia sembra estate e, dopo l’ottima fioritura, si è in fase di diradamento delle varietà più precoci di albicocco. Ne parliamo per IFN con il produttore Giovanni Assenza, dell’areale di Mazzarrone (Catania), che da oltre quindici anni investe 6 ettari dei 18 totali della sua azienda nella coltivazione dell’albicocco. 
“Siamo in aprile ma le temperature ci proiettano a giugno-luglio e notiamo come il ritmo di crescita delle piante sia accelerato rispetto alla norma. Per quanto ci riguarda non ci possiamo lamentare, perché abbiamo un assetto varietale che non ha avuto problemi in termini di fioritura e allegagione, a differenza di miei colleghi che hanno riscontrato maggiori criticità. Se continua così, l’anticipo produttivo si accentuerà ulteriormente e questo potrebbe rappresentare un vantaggio a livello commerciale".
E conclude: “Questo caldo ci ha costretto ad iniziare a irrigare le piante prima del tempo, con un sensibile aggravio di costi. Speriamo che la disponibilità di acqua non venga a mancare, anche se il quadro complessivo in Sicilia non è dei più confortanti”.
 

Hanno collaborato Alice Magnani, Angelo Angelica e Giulia Capacci  

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