Dal campo
Dalla macchia nera al cancro batterico: allerta fitosanitaria sugli agrumi importati
Segnalazioni record sui carichi provenienti da Sudafrica e paesi del Mercosur

L’Associazione degli agricoltori valenciani (AVA-ASAJA) lancia l’allarme: quest’anno gli agrumi provenienti dal Sudafrica hanno già registrato 13 intercettazioni di Phyllosticta citricarpa, agente della macchia nera, secondo i dati aggiornati della piattaforma TRACES della Commissione europea. Solo nel mese di agosto sono stati segnalati due nuovi casi su spedizioni di arance e mandarini.
La macchia nera è considerata una delle fitopatie più pericolose per la coltivazione degli agrumi, in quanto provoca gravi danni produttivi e commerciali. La sua eventuale introduzione nei territori agrumicoli europei potrebbe avere ripercussioni devastanti. Ma il Sudafrica non è l’unico paese a destare preoccupazioni. Sempre secondo AVA-ASAJA - come si legge su Portalfruticola.com - nei porti europei sono state intercettate sette partite contaminate da organismi da quarantena provenienti dal Mercosur. Tra queste, tre spedizioni di limoni uruguaiani con Xanthomonas citri (cancro batterico), due casi nei limoni persiani brasiliani e altre due rilevazioni della macchia nera su limoni argentini.

Le criticità non si limitano agli agrumi: anche i melograni figurano nella lista dei prodotti a rischio, con sei segnalazioni di falsa tignola (Thaumatotibia leucotreta) provenienti da Israele, insetto che può attaccare diverse colture frutticole e arboree. Di fronte a questo scenario, il presidente di AVA-ASAJA, Cristóbal Aguado, chiede un intervento immediato da parte delle istituzioni comunitarie: “L’Unione europea deve sospendere l’ingresso di prodotti agricoli da quei paesi che non sono in grado di garantire standard fitosanitari adeguati. Non possiamo permettere che nuove malattie e parassiti mettano a rischio la produttività delle nostre campagne”.
Secondo Aguado, il negoziato commerciale con il Mercosur e l’aumento delle importazioni da paesi terzi aggravano ulteriormente la situazione, esponendo gli agricoltori europei a una concorrenza considerata “sleale” e, al tempo stesso, a minacce fitosanitarie sempre più difficili da contenere. Il settore agrumicolo europeo teme che l’arrivo di parassiti e batteri esotici non solo incrementi i costi di produzione, già in forte crescita, ma comprometta la capacità competitiva di una delle filiere strategiche per l’ortofrutta mediterranea.
