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Debacle per l'ortofrutta italiana, l'import sorpassa l'export
Un 2022 da importatori netti. Ortaggi e legumi protagonisti in negativo
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A livello ortofrutticolo, il 2022 verrà ricordato per il sorpasso dell’import sull’export a volume, mentre “resistiamo” a valore, nonostante il trend non sia dei più rassicuranti. È questo, in estrema sintesi, ciò che emerge dall’analisi dei dati Istat relativi all’import-export ortofrutticolo italiano per l’anno solare 2022.
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In 12 mesi le aziende italiane hanno esportato poco più di 3,5 milioni di tonnellate, in calo del 3% rispetto all’anno precedente, per un valore di 5,3 miliardi di euro, anch’esso in calo (in misura più contenuta) dell’1,5%. Per quanto riguarda l’import, invece, i dati sono in miglioramento da un anno all’altro sia a volume, con un +3%, pari a 3,7 milioni di tonnellate, e soprattutto a valore, che sorpassa i 4,5 miliardi di euro, in crescita del 9% rispetto al 2021.
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La bilancia commerciale chiude così l’anno in rosso se ragioniamo in tonnellate (- 110 mila ton) ma rimane positiva a valore (+ 665 milioni di euro), anche se in calo del 42% rispetto all’anno precedente, quando il saldo economico superava 1 miliardo di euro.
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Legumi e ortaggi sono i principali “colpevoli” di questo capitombolo poiché la categoria in questione ha incrementato le importazioni con trend in crescita a doppia cifra sia a valore (+14%), che a volume (+27%), con un boom delle importazioni di pomodoro che sfondano il muro dei 200 milioni di euro.
Al contrario, la frutta fresca manda avanti la baracca, in quanto è l’unica categoria che, seppure di poco (+1%), ha migliorato i dati a volume rispetto all’anno precedente e porta a casa +5% a valore, sfiorando i 3 miliardi di euro.
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Analizzando più in dettaglio i numeri relativi alla frutta fresca si nota l’ottima performance delle pesche e nettarine, che crescono di oltre il 40% sia a valore che a volume; il kiwi conferma il fine anno in crescita (clicca qui per approfondire l'articolo) e supera il mezzo miliardo di euro, mentre per uva e mele si notano dei lievi cali (-2% a valore e -4% a volume), non significativi a livello assoluto ma che possono suonare come un campanello d’allarme.
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Si segnala il forte calo delle esportazioni di pere, ma questo dato non stupisce in quanto la produzione italiana è ancora sottotono rispetto alle passate stagioni. Archiviato (negativamente) il 2022, pare che quest’anno sia iniziato con un piglio diverso, anche se i segnali che giungono dal mondo produttivo non sono dei più incoraggianti.
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