Attualità
«Fuori legge il 50% degli shopper»
Indagine di Altroconsumo: Gdo in regola, negozi e mercati no
Metà dei sacchetti fuori norma: questo il risultato-choc di un’indagine condotta da Altroconsumo in 11 città (Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma e Torino) dove sono stati acquistati vari tipi di shopper in ipermercati, supermercati, mercati rionali e negozi al dettaglio (casalinghi, detersivi e cura della persona, fruttivendoli, macellerie e panetterie), per un totale di quasi 200 punti vendita e 247 sacchetti prelevati. Il 50% circa del campione non rispetta i requisiti minimi di legge: biodegradabilità, compostabilità e impiego di almeno il 40% di materia prima rinnovabile per i "monuso" destinati a contenere e trasportare alimenti. Le borse monouso da asporto, tra l'altro, non possono essere cedute gratuitamente ai consumatori e la biodegradabilità e la compostabilità devono essere certificate da organismi accreditati.

Attenzione, però: nella grande distribuzione non sono state rilevate irregolarità, mentre nei negozi il 22% dei sacchetti è risultato “fuorilegge” e nei mercati si arriva al 70%. Nei banchi degli ambulanti oltretutto, sostiene la ricerca, il sacchetto "bio" non viene quasi mai fatto pagare, come invece prevede la legge, e di conseguenza l’articolo non compare sullo scontrino.
Dopo il dibattito innescato dall’obbligo di pagamento degli shopper biodegradabili scattato a inizio anno, sorge dunque ora, leggendo i risultati dell’inchiesta, una questione ben più seria: le dimensioni del mercato illegale delle buste di plastica, nuova frontiera delle ecomafie. Sono infatti in sensibile crescita il numero dei sequestri di buste fuorilegge, le denunce per frode in commercio e le violazioni amministrative accertate dalla polizia.




