Dal campo
Il segreto di Zespri? Una qualità costruita passo dopo passo
Una filiera che funziona come un ingranaggio perfetto: controlli, standard condivisi e riconoscimenti al merito

Due giorni alla scoperta dell’universo Zespri: dalla produzione in campo alla lavorazione in magazzino, passando per i tanti utilizzi in cucina e i benefici per la salute di un frutto che ha fatto la storia, il kiwi. Un’immersione totale nella filiera di un brand iconico, conosciuto in tutto il mondo.
La sensazione più forte? Un’ossessione positiva per la qualità: ogni dettaglio, in ogni fase, è pensato per portare al consumatore un frutto straordinario, senza compromessi. Non un risultato scontato, soprattutto quando si parla di ortofrutta.
Non sono mancate, quindi, tante good vibes al “Zespri Kiwi Retreat”, l’evento che martedì e mercoledì ha coinvolto stampa di settore, giornalisti consumer, food e healthy blogger nei dintorni di Cisterna di Latina, uno degli areali italiani più vocati per la coltivazione del kiwi.
La voce dei produttori
Come sempre nell’ortofrutta, tutto parte dal campo. È lì che si è rivelato particolarmente interessante ascoltare non solo l’esperienza tecnica dei produttori che da anni collaborano con Zespri – come la Società Agricola Pace e Figlie, socia di Agrintesa, e la Società Agricola F.lli Contarino, che conferisce ad Apofruit – ma anche le loro storie personali, testimonianze di una passione fuori dal comune.

Emblematica la scelta di Carla Pace, che ha deciso di raccogliere il testimone dal padre Carlo, tornando in azienda dopo un percorso professionale ben diverso: “Laureata in Economia, ho lavorato nella finanza bancaria fino a quando non ho ceduto al richiamo dell’agricoltura, iniziando ad affiancare mio padre. Non è un lavoro semplice, i ritmi sono serrati e i problemi imprevisti – dal meteo ai nuovi patogeni – sono all’ordine del giorno. Ma è un impegno che ripaga: il contatto con la natura ha un valore enorme nella società di oggi e collaborare con un gruppo come Zespri è stimolante, perché c’è una progettualità chiara che valorizza anche la professionalità di noi imprenditori”.

Dinamico e curioso, invece, l’approccio di Andrea Contarino: “Coltiviamo kiwi fin dalla fine degli anni ’70, quando era ancora un frutto sconosciuto, ma che nell’areale di Cisterna di Latina ha trovato subito le condizioni ideali. Oggi, sui nostri 50 ettari, ben 40 sono dedicati al Zespri SunGold, che continua a darci grandi soddisfazioni economiche. Collaborare con Zespri è stato formativo: abbiamo compreso che perseguire la qualità senza compromessi, anche a costo di grandi sforzi, alla fine premia sempre”.
L’approccio tecnico di Zespri
Le testimonianze dei produttori hanno trovato riscontro diretto negli impianti visitati, entrambi di Zespri SunGold (varietà G3), che – nonostante oltre vent’anni di età – mostravano produzioni impeccabili: rese stimate tra le 40 e le 50 tonnellate per ettaro, frutti omogenei per pezzatura e praticamente privi di difetti.
A illustrare nel dettaglio le tecniche colturali è stata Mariarosaria Mazzeo, Orchard Programmes Regional Manager, che ha spiegato: “Nell’areale di Latina la forma di allevamento tipica è il tendone, con sesti di impianto 5 x 4 e quindi circa 500 piante per ettaro, di cui un centinaio maschi impollinatori. Per ottenere questi livelli produttivi ogni fase deve essere curata nei minimi dettagli: dall’irrigazione, decisiva per il kiwi, alla nutrizione. L’impollinazione è un passaggio cruciale: più semi contiene il frutto, maggiore sarà la qualità. Considerando che il fiore è ricettivo solo per due giorni, si ricorre spesso anche all’impollinazione manuale. Un’altra operazione determinante è il diradamento dei bottoni fiorali, che va eseguito in tempi strettissimi – entro 12 giorni – e richiede circa 300 ore per ettaro: serve quindi una gestione del personale molto efficiente”.

Fondamentali i primi 60 giorni dopo la fioritura, quando il frutto cresce fino a 2 grammi al giorno, prima di arrivare alla raccolta. Ma quest’ultima può avvenire solo dopo lo “sblocco” ufficiale da parte del team Zespri, al raggiungimento di precisi parametri qualitativi: durezza e colore della polpa, grado Brix (almeno pari a 8) e sostanza secca non inferiore al 16,1%.
“A monte di questo processo – aggiunge Mazzeo – sono gli stessi partner produttivi italiani di Zespri, ovvero Apofruit, Alegra-Agrintesa, Salvi Unacoa e Spreafico, a monitorare internamente i parametri di maturazione, prima della verifica ufficiale che porta allo sblocco”.

Una raccolta che deve essere rapida ed estremamente precisa: “Idealmente andrebbe completata in 3-4 giorni dallo sblocco, per garantire uniformità di maturazione in fase di stoccaggio. Gli operatori, ben formati anche tramite video tutorial, devono raccogliere i frutti indossando i guanti per evitare abrasioni, eliminare il peduncolo che può danneggiare gli altri kiwi, e sistemare con delicatezza i frutti nei bins senza mai farli rotolare”.
Dal campo al… magazzino
Una volta raccolto, il kiwi entra in un nuovo capitolo della sua filiera: quello della conservazione e del confezionamento. Per osservare da vicino questa fase siamo entrati nel magazzino Apofruit di Aprilia (Latina), punto di riferimento per i 350 soci produttori della zona, dotato di linee di lavorazione di ultima generazione e di celle frigorifere con una capacità complessiva di 90 mila quintali, distribuite su 3.500 metri quadrati coperti.

“Un’infrastruttura all’avanguardia al servizio del territorio – ha spiegato Flavio Mancini, produttore e referente Apofruit per l’area di Latina – capace di valorizzare al meglio il lavoro dei soci”.
La direttrice del magazzino, Serena Rossetti, ci ha guidato tra le varie fasi operative: “Il prodotto arriva dalla campagna e da subito inizia il processo di tracciabilità, che accompagna ogni frutto lungo tutta la lavorazione. La prima operazione è una stima a vista per verificare se la raccolta è stata effettuata correttamente; in caso contrario, forniamo un feedback al produttore. Successivamente abbassiamo la temperatura dei frutti a circa 10 gradi e procediamo con la calibrazione e la prima selezione. A questo punto il kiwi viene conservato nelle celle frigorifere, dove la temperatura scende progressivamente fino a 0-1 °C”.

Il ciclo si completa nel momento in cui arrivano gli ordini da Zespri: i frutti vengono prelevati dalle celle, sottoposti alla lavorazione finale e confezionati, bollinati e pronti per la spedizione. “Ogni passaggio – sottolinea Rossetti – è svolto con la massima attenzione al rispetto degli standard Zespri e alla tenuta della catena del freddo, così da garantire un prodotto impeccabile fino al consumatore”.
La garanzia della qualità
La cura del dettaglio non si ferma alla raccolta o al magazzino: è la formazione continua del personale a garantire che ogni frutto rispetti gli standard attesi. “Gli addetti delle strutture che lavorano il kiwi Zespri sono costantemente aggiornati sulle corrette pratiche da adottare – spiega Chiara Gagliardi, Quality Manager di ZGS (Zespri Global Supply) – perché l’obiettivo è portare sulle tavole dei consumatori un prodotto eccellente, sia dal punto di vista estetico che gustativo. Durante la lavorazione vengono effettuati campionamenti periodici secondo linee guida precise e, se emergono criticità, la partita può essere rilavorata. Inoltre, lo stesso team Zespri realizza controlli randomizzati nei magazzini per verificare che ogni fase rispetti i protocolli con la massima precisione”.

Un impegno che si traduce in una qualità senza compromessi, resa possibile solo se l’intera filiera funziona come un ingranaggio perfetto, dove la professionalità e la meritocrazia vengono premiate. “I produttori che ottengono kiwi di prima categoria, con un livello di sostanza secca superiore ai valori minimi richiesti, possono beneficiare di un premio fino a 60 centesimi al chilo in più – aggiunge Gagliardi –. È un riconoscimento concreto per lo sforzo intrapreso, che ci consente di garantire un prodotto ideale anche per la lunga conservazione necessaria all’export”.

Dall’eccellenza in campo al consumatore finale
Dal campo al magazzino, fino al confezionamento finale, il viaggio nell’universo Zespri racconta una filiera che vive di rigore, passione e innovazione. Un modello che dimostra come anche nell’ortofrutta l’eccellenza non sia frutto del caso, ma di un lavoro corale dove ogni dettaglio conta. (bf)
