Kiwi: Piemonte, Veneto e Lazio crollano, meno di 400mila tonnellate sul mercato

Presentate le stime di Cso Italy. Prezzi ed export, i trend. La Grecia corre

Kiwi: Piemonte, Veneto e Lazio crollano, meno di 400mila tonnellate sul mercato
Superfici in leggera ascesa ma produzione in netto calo per il kiwi Made in Italy. Mentre all'estero la Grecia continua a correre. In Italia, nel 2017, sono attesi complessivamente poco più di 24.700 ettari in produzione, il 2% in più rispetto al 2016; la produzione commercializzabile è però prevista in calo del 14%, con un volume di 390mila tonnellate circa (erano 451mila lo scorso anno) mentre quella complessiva non andrà oltre le 420 mila tonnellate, 62mila in meno. Questi alcuni dei principali dati della stagione 2017/18 del kiwi stando alla "fotografia" scattata da Cso Italy ieri sera a Verona, in occasione del convegno dedicato alle stime di produzione e commercializzazione organizzato dalla locale Camera di Commercio. 







Nel resto dell’Emisfero Nord calano solo Francia (58mila le tonnellate attese, l’8% in meno del 2016) e Stati Uniti (27.700 tons, -3%); viceversa, in Grecia si prevede un +16% (185mila tonnellate totali) e progrediscono anche Portogallo (+19%, 25mila tons) e Spagna (+15%, 15mila tons). La produzione europea dovrebbe attestarsi sulle 673mila tons, con un deficit del 5% sul 2016/17. 


A livello varietale in Italia, ha spiegato il direttore del Cso Elisa Macchi, il kiwi verde perde terreno (355mila tonnellate, il 16% in meno), mentre il giallo progredisce (35mila tonnellate, in ascesa del 25%).



Nelle principali regioni produttrici calo accentuato in Piemonte, colpito da un mix di fattori negativi (gelo, cimice asiatica, Psa, moria) che determinano un -26% (76.500 le tonnellate previste); segno meno anche per le superfici in produzione, scivolate sotto i 4.500 ettari.
Non va meglio al territorio Veronese, leader in Veneto, che ha accusato le stesse criticità del Piemonte: la produzione sprofonda da 40mila a 26 mila tonnellate, il 36% in meno, la resa per ettaro passa da 299 a 144 quintali, mentre la superficie, ora di 1.830 ettari, è in progresso del 2%. Nelle altre province venete, è stimato in netto calo il raccolto trevigiano, stabile quello rodigino: il bilancio regionale complessivo evidenzia una produzione di 36mila tonnellate, il 33% in meno del 2016.

Tiene invece le posizioni l'Emilia Romagna: qui si attende una produzione di 78mila tonnellate, il 2% in più della stagione precedente. In ascesa dell’1% le superfici, attorno ai 3.500 ettari, stabili le rese. Tra le province più vocate, Ravenna conferma la leadership con 60mila tonnellate (+2%).

I pesanti danni da gelo zavorrano il Lazio leader nazionale che crolla sotto le 100mila tonnellate: 95mila, per l’esattezza, con una flessione del 32%. In calo, ma solo del 2% le aree dedicate (6.700 ettari).



Così, in sintesi, nella altre regioni: produzioni e rese in discesa del 30% in Friuli; superfici in lieve incremento (+2% sul 2016) e rese in robusto calo (-15%) in Lombardia; continua l’espansione delle superfici in Calabria, dove si registra l'entrata in produzione degli investimenti messi a dimora (+5% sul 2016) e le rese risultano in forte espansione rispetto a quelle deficitarie della precedente stagione, pur con una pezzatura piccola dei frutti; incremento delle superfici in produzione valutato pari al 5% sul 2016, infine, in Campania, con rese unitarie in aumento del 25% sulla passata stagione di "scarica". 

“In termini generali - ha detto Elisa Macchi, direttore del Cso Italy, nel presentare i dati - l’industria del kiwi italiano, escludendo alcune criticità specifiche, sta vivendo nel complesso nazionale un risveglio, prova ne è la tendenza delle superfici”.

Nel corso dell’incontro di Verona sono stati analizzati anche valore e prezzo medio, che nel periodo gennaio-luglio 2017 appaiono in crescita rispettivamente del 7% e del 6% mentre nel 2016 risultavano in linea con l’anno precedente: 239 milioni di euro e 2,03 euro il chilo i dati assoluti.



L’export italiano, nel 2016/17 (320mila tonnellate circa) è sceso del 18% rispetto all’anno record precedente, in linea con la diminuzione di offerta disponibile. Capitolo destinazioni: tende a ridursi, rileva ancora Cso Italy, il "peso" dell’Ue28 ed Europa extra Ue (già prima dell’embargo russo) in favore dei Paesi terzi. Trend positivo in particolare per Nord America ed Estremo Oriente ma lo sviluppo interessa, sia pure in misura minore, anche Medio Oriente e Sud America.



Attenzione alla Grecia, che non si ferma: il suo export è ormai stabilmente sopra le 100mila tonnellate di prodotto annue ma secondo i delegati ellenici presenti alla conferenza Iko 2017 potrebbe già aver raggiunto quota 120mila. Nelle ultime annate le spedizioni greche si sono protratte nel tempo: negli ultimi anni ad aprile l’export risulta simile, come volumi, al picco novembre/dicembre del periodo 2005/08. La destinazione prevalente? L'Ue28.

Durante il convegno di ieri sera si è parlato anche di patologie del kiwi: approfondiremo nei prossimi numeri. 

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