La protesta agricola prosegue, ma in che direzione sta andando?

Il settore non si smentisce: divisi anche nella protesta

La protesta agricola prosegue, ma in che direzione sta andando?

Per quale motivo protestano gli agricoltori italiani? È una domanda che nelle ultime settimane mi è stata posta diverse volte, soprattutto dai non addetti ai lavori, ma non solo. Innanzitutto, rispondo che devono avere un po' di pazienza per avere una risposta completa, perché il settore agricolo è diviso anche nelle proteste; quindi, le istanze sono diverse, e talvolta in contrapposizione a seconda del gruppo interpellato. Una matassa talmente aggrovigliata che proveremo a dipanare tenendo conto degli aggiornamenti delle ultime ore. Una cosa è chiara: esistono diversi “livelli” della protesta, che, come gli strati di una torta si sommano l’uno sull’altro, ma il risultato finale rischia di essere un gusto non euilibrato.

Partiamo da chi attualmente non sta manifestando, ovvero, le associazioni sindacali, a partire da Coldiretti, seguita da Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza Cooperative, che fin da subito non hanno cavalcato l’onda, per lo meno in Italia, mentre hanno partecipato alle proteste di Bruxelles (Coldiretti in particolare). Inoltre, la scorsa settimana, sono state convocate in tutta urgenza a Palazzo Chigi, dove hanno partecipato a un vertice con le più alte cariche del Governo, inclusa la premier Giorgia Meloni, dove si è discusso delle norme da introdurre per rilanciare il settore agricolo, come ad esempio l’esenzione IRPEF per i redditi agricoli.  

Protesta dei trattori a Tortona, foto tratta dalla pagina facebook del comune di Tortona

Dalle parole pronunciate pochi giorni fa da Bruno Vespa dal leader di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, emerge soddisfazione per l’atteggiamento propositivo del governo, ma si resta molto critici su quanto deciso in sede Europea. Sulla stessa lunghezza d’onda si trova Coldiretti, la quale, è pure oggetto delle critiche di Danilo Calvani, ex leader del movimento dei Forconi e portavoce del C.R.A (comitati riuniti agricoli), che pretende le dimissioni dei vertici del principale sindacato agricolo italiano, accusato di distribuire i soldi solo a una cerchia ristretta (ma non specifica quale). Stessa sorte richiesta per il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che deve dimettersi immediatamente, poiché in combutta con Coldiretti. Può respirare un sospiro di sollievo Giorgia Meloni ritenuta da Calvani estranea a questi presunti giochi di potere. Evidentemente il C.R.A rappresenta l’ala più oltranzista, ma sembra stia perdendo appeal fra gli agricoltori, come dimostra il mezzo flop della marcia su Roma, dove erano previsti oltre 20 mila persone, ma se ne sono contate circa 1.500.

Proseguendo nella stratificazione dei protestanti, non possiamo non citare il movimento “Riscatto Agricolo” che ha interloquito direttamente col ministro dell’agricoltura. Siamo di fronte ad un gruppo certamente più moderato e che prova a incentrare la discussione sui contenuti che stanno a cuore dei produttori, come il malcontento per le norme europee e i prezzi troppo bassi per i prodotti agricoli. Tuttavia, secondo insistenti voci di corridoio, all’interno di riscatto agricolo ci sarebbero diversi “infiltrati” dei partiti del governo e dei sindacati, ed è proprio per questo motivo che riescono a farsi ricevere ai “Piani alti”.

L’ultimo strato è rappresentato dagli agricoltori, che senza essere inseriti in nessun particolare gruppo, continuano a manifestare ai caselli delle autostrade a gruppi di 100-200 trattori alla volta, come accaduto durante tutta la settimana appena trascorsa. Oramai sembra diventata una moda, tant’è che, se manifesta una città dopo pochi giorni lo fa quella confinante. Prezzo equo e ribellione alle politiche agricole ambientaliste europee sono i motivi più gettonati, e in nessun caso si vuole essere incasellati all’interno di partiti, sindacati o gruppi più o meno politicizzati. Tornando alla domanda iniziale, la questione legata ai prezzi troppo bassi o del valore mal distribuito lungo la filiera, assieme alle politiche europee, sembrano i motivi che più uniscono la protesta italiana e che andremo ad approfondire già con l’editoriale di questo numero firmato dal nostro Direttore. (aa)

Foto in apertura: protesta al Circo Massimo tratta dalla pagina facebook di Cra Agricoltori Traditi

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