«La psicosi da bolletta deprime l’ortofrutta»

Udine, le vendite all’ingrosso sono strozzate

«La psicosi da bolletta deprime l’ortofrutta»

Le vendite nei mercati all’ingrosso, da nord a sud, sono strozzate e raccontano di un’ortofrutta che sta arrancando e fa fatica a trovare uno spazio adeguato nel carrello della spesa degli italiani. Il caro-bolletta è tra i motivi che, probabilmente, frenano gli acquisti di frutta e verdura e - diversi operatori - non si spiegano come mai i consumatori considerano l’ortofrutta marginale nelle loro diete. 
A IFN Flaviano Vianello, venditore dell’azienda Fratelli Simeoni, che opera al mercato di Udine, racconta cosa avviene all’interno della struttura mercatale. “Momento molto grigio per l’ortofrutta, le vendite sono calate e notiamo che gli acquirenti non sono sollecitati da nessuna referenza in modo particolare e anche il calibro non fa la differenza. Naturalmente le spese da sostenere per le famiglie italiane sono aumentate - precisa Vianello - ma il caro-bolletta non si deve trasformare in una psicosi da risparmio, che può rivelarsi devastante per i consumi e anche per il settore ortofrutticolo. Bisogna supportare i consumi per risollevare anche l’ortofrutta”.

Solo nel weekend arriva qualche spiraglio di sole. “Il venerdì le vendite si animano – spiega Vianello – soprattutto quando i quantitativi si regolarizzano; infatti, in mercato per alcune referenze c’è stata troppa offerta e questo ha spento la domanda. Le clementine e le arance di piccolo calibro – continua il venditore - hanno richieste discrete soprattutto per le clementine calabresi. Adesso, con questo leggero calo termico che ha ridotto l’offerta, le brassicacee vanno meglio. Sconfortanti le vendite di radicchio rosso e variegato – racconta Vianello – e anche l’insalata gentile non riesce a superare l’euro al chilo, mai visto nella mia carriera una quotazione così bassa”.

Per quanto riguarda le altre quotazioni: le clementine vengono vendute tra 0,70 e 1,00 €/kg, le arance di calibro 9 sono quotate tra 1-1,20 €/kg, mentre il calibro 6 tra 1,60-1,80 €/kg.
Tracollo per il radicchio rosso afferma Vianello. “Sembra che non lo mangi più nessuno e le quotazioni si aggirano tra 0,70 e 0,90 €/kg e anche il variegato ha una situazione simile”. Sarà un inverno duro ma speriamo che la psicosi bolletta non dilaghi – conclude Vianello.