Luca Mercalli: «Altro che mele, coltiverete arachidi»

Lo studioso interviene sui cambiamenti climatici

Luca Mercalli: «Altro che mele, coltiverete arachidi»

Manca l'acqua e crescono le temperature. Si teme un'estate siccitosa che metterà nuovamente in crisi il comparto agricolo e minaccia anche quello idroelettrico. Se ne è parlato giovedì 16 marzo nel corso del convegno voluto da Comifo (Consorzi irrigui e di miglioramento fondiario del Trentino) che al Grand Hotel Trento ha visto l'intervento del climatologo Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana.

Lo studioso ha disegnato uno scenario fosco, che è quello delineato dalla comunità scientifica: «Se non rallentiamo l'emissione di gas serra, le temperature cresceranno di quattro-cinque gradi entro il 2100, persino otto sull'arco alpino. Altro che mais di Storo o mele del Trentino, vi troverete a coltivare arachidi», ha detto l'esperto.

Non migliori le prospettive per quanto riguarda l'acqua: «I ghiacciai fondono, le precipitazioni nevose si fanno scarse, quelle piovose si fanno irregolari. Occorre raccogliere la poca acqua che cade per evitare che vada a mare - ha spiegato Mercalli - Servono opere irrigue, invasi, una migliore rete, ma è un impegno che prende dieci o vent'anni». Servono azioni immediate: «Bisogna agire ora. Lo ha detto il presidente Mattarella: è un'illusione anteporre l'economia ai cambiamenti climatici. Aggiungo, è una pericolosa illusione, se non c'è acqua non si mangia e non si beve, non c'è economia che tenga».

Critico sulla proposta di Zaia di puntare sui dissalatori di acqua marina a fini agricoli o di consumo generale: «L'uso dei dissalatori per l'agricoltura è fuori discussione, serve troppa energia. A Dubai bevono l'acqua desalinizzata e irrigano, al massimo un campo da golf, perché sono seduti su giacimenti di idrocarburi». Per evitare una pesante siccità nell'estate 2023, l'unica speranza è che piova ad aprile e maggio: «Serviranno almeno 300 mm di acqua tra aprile e maggio ed eviteremmo la siccità. Altrimenti si andrà verso razionamenti». 

È intervenuta l'assessora provinciale all'agricoltura Giulia Zanotelli, la quale ha annunciato che il Trentino chiuderà i rubinetti verso le regioni di pianura: «A differenza degli anni passati quando conferimmo risorse idriche alle regioni vicine, quest'anno dovremo pensare alle nostre aziende e al nostro territorio. L'acqua ci serve in primis per usi imprescindibili, ovvero consumo generale, idroelettrico ed agricoltura. Sul tema degli accumuli dell'acqua, chiederemo al governo uno sgravio di burocrazia e tempistiche per la costruzione di invasi».

Il vicepresidente della Provincia e assessore all'ambiente Mario Tonina ha sottolineato come il Trentino abbia già migliorato il proprio approccio alla gestione dell'acqua: «Gli investimenti della Provincia hanno determinato un aumento dell'irrigazione a goccia, con un notevole risparmio». Tonina ha chiamato all'approvazione di un tempestivo Piano per la gestione della siccità: «Consentirebbe l'attuazione di misure gestionali della risorsa idrica nel territorio da parte dei Consorzi irrigui, ciò consentirebbe di mitigare gli effetti della carenza idrica nel settore agricolo».

Fonte: l’Adige