Dal campo
Melagrane calabresi al via: qualità top ma il futuro è appeso al filo per la manodopera
Gallo (OP Agricor): “Abbiamo investito per migliorare la shelf-life dei frutti”

La stagione delle melagrane calabresi è ormai ai nastri di partenza. A fare il punto della situazione è Natalino Gallo, presidente di OP Agricor, realtà che da anni investe su questo frutto tracciando un percorso virtuoso in termini di qualità, sostenibilità e innovazione.
“A breve inizieremo con i primi stacchi – tra il 7 e il 10 settembre – delle varietà precoci Shany e Ako – racconta Gallo –. La produzione si presenta ottima dal punto di vista qualitativo ma produttivtà in calo del 25% che sarà recuperata con i nuovi impianti. La siccità è stata comunque un’arma a doppio taglio, poiché - insieme alle giornate soleggiate - ha contribuito però a una qualità elevata dei frutti”.

Dopo le varietà precoci, sarà il turno di Wonderful e Kingdom, che accompagneranno la campagna fino alle festività natalizie, momento clou per le vendite.
Negli ultimi anni OP Agricor ha puntato molto sulla conservazione e sulla logistica per offrire ai consumatori un prodotto in condizioni ottimali.
“Abbiamo investito in strutture e celle frigo per garantire la catena del freddo – sottolinea Gallo –. Questo ci consente di mantenere standard elevati e di proporre alle insegne frutti con una shelf-life ottimale”.

Se dal punto di vista agronomico e commerciale le prospettive sono positive, il vero tallone d’Achille del comparto resta la manodopera. “Abbiamo 100 ettari di melograno, ma coltivarli diventa sempre più complesso – spiega Gallo –. La carenza di addetti specializzati nella raccolta e nella lavorazione del prodotto rischia di scoraggiare molte aziende, già messe a dura prova dai costi di produzione in crescita. Senza soluzioni strutturali, il settore potrebbe fare un passo indietro”.

Le melagrane di OP Agricor sono certificate residuo zero, con una nicchia di biologico che attualmente copre solo tre ettari ma con margini di crescita. La direzione è chiara: ridurre l’impatto ambientale e rafforzare il legame tra prodotto e territorio.
“Il consumatore oggi chiede sicurezza e naturalità – osserva Gallo –. Per questo negli ultimi anni abbiamo lavorato per rendere le nostre produzioni sempre più pulite e sostenibili”. (aa)
