Dal campo
Melone 2025: una stagione sulle montagne russe
Tra crolli di aprile, boom di giugno e un’estate frenata dal clima, il mercato chiude comunque in positivo

Il mercato del melone ha vissuto un 2025 segnato da forti oscillazioni, con una stagione caratterizzata da picchi e cadute improvvise sia in volume sia in valore. Come evidenziato dalle analisi del Monitor ortofrutta di Agroter, l’andamento mensile registrato da Iper e Supermercati racconta, infatti, una campagna discontinua, influenzata da un avvio difficile e da una ripresa concentrata in poche finestre temporali.

(Clicca qui per ingrandire)
La trading Area ad aprile apre con un brusco scivolone: –28% a valore e –34% a volume, complice una disponibilità ridotta e un clima che ha frenato gli acquisti. Un crollo che trova conferma anche nell’analisi geografica, con tutte le macro-aree del Paese in forte negativo, dal –31% del Nord-Ovest al –36% del Nord-Est fino al –30% del Sud. La prima inversione arriva a maggio, quando il mercato torna su numeri positivi (+5% valore, +2% volume), mentre il prezzo medio cresce moderatamente. Il rimbalzo vero si manifesta però a giugno: +39% a valore e +34% a volume, con performance eccezionali a volume soprattutto nel Nord-Ovest (+46%) e nel Sud (+33%). Un mese che ha letteralmente tenuto in piedi la stagione e che ha evidenziato una domanda vivace appena le condizioni di disponibilità e qualità sono tornate favorevoli.

(Clicca qui per ingrandire)
Luglio prosegue il trend positivo (+9% valore, +5% volume), ma già in agosto la dinamica cambia nuovamente: il melone torna in territorio negativo, con cali dell’11% a valore e del 5% a volume. La flessione è generalizzata e riaffiora anche nella componente prezzi, che scende su tutte le aree. A settembre la situazione non migliora: valore e volume arretrano ancora dell’11%, con il Nord-Est che registra il calo più pesante (–15% a volume). Ottobre sorprende con un rimbalzo avolume (+23%), ma questa volta a fronte di un valore molto più moderato (+3%) e di un prezzo medio in forte contrazione in tutto il Paese, fino al –19% nel Sud.

(Clicca qui per ingrandire)
Il progressivo annuale, tuttavia, restituisce un quadro meno drammatico: il melone chiude il 2025 con un +7% a valore e +7% a volume nel totale Iper+Super, segno che i picchi positivi di giugno e luglio hanno compensato parte delle criticità di agosto e settembre. A livello geografico, la crescita del volume è distribuita in modo disomogeneo: il Sud guida (+15%), seguito da Nord-Ovest (+7%) e Centro-Sardegna (+3%). Anche a valore lo scenario è positivo ovunque, con performance migliori nel Sud (+12%) e nel Nord-Est (+8%).

(Clicca qui per ingrandire)
La stagione del melone 2025, dunque, conferma una doppia verità: da un lato la fragilità dell’offerta e le forti dipendenze climatiche che hanno inciso sulle prime fasi; dall’altro una domanda che risponde con forza non appena prodotto, prezzo e disponibilità entrano in equilibrio. Una dinamica che ribadisce la necessità, per la filiera, di lavorare su programmazione, qualità costante e differenziazione varietale per stabilizzare un mercato che, oggi più che mai, vive di accelerazioni e frenate improvvise.
A confermare l’andamento della stagione arriva anche la testimonianza di Davide Minotto, Category Manager Ortofrutta di Despar Nord, che fotografa con precisione l’impatto commerciale della campagna 2025. «Abbiamo registrato un pari a volumi e una crescita a valore maggiore rispetto alla trading area». Un risultato che deriva anche da una scelta mirata sul fronte dell’assortimento, che rispetto all’anno passato ha visto anche l’inserimento di nuovi prodotti con denominazione d'origine e indicazione geografica protetta.

Nel dettaglio, Minotto sottolinea come la campagna abbia vissuto mesi molto positivi, come ad esempio quello di giugno, seguiti poi da mesi più incerti dove le performance sono state maggiormente negative a causa anche di un peggioramento delle condizioni metereologiche, specialmente per luglio e agosto.
Sul fronte assortimentale, Despar Nord ha puntato su una gestione razionale ma allo stesso tempo orientata alla qualità, affiancando alle referenze “classiche” un lavoro di valorizzazione sui prodotti distintivi e di nicchia.
Il punto chiave, secondo Minotto, resta però la dolcezza garantita, un tema che accomuna sempre più operatori e insegne. «Quello che sempre di più chiediamo ai fornitori e vogliamo offrire ai nostri clienti è la certezza della dolcezza del melone in ogni momento della stagione. Garantire un minimo di brix crea un rapporto di fiducia con il cliente che poi ripaga». Un obiettivo chiaro, che si traduce nella volontà di stabilizzare la percezione qualitativa: «Quello a cui puntiamo è garantire la soddisfazione certa del cliente al momento del consumo».
Una visione che riflette una tendenza ormai consolidata: in un mercato sempre più competitivo e soggetto a variabilità climatica, la coerenza sensoriale diventa la leva principale per garantire fidelizzazione e valore alla categoria. (lg)
Questo articolo è stato lanciato in anteprima sul servizio di aggiornamento settimanale su WhatsApp di Nunhems dedicato a melone e anguria (clicca qui per sapere come effettuare l'iscrizione).





